A.F.V. POGGIO AQUILONE: EMOZIONI DI CACCIA



La caccia è un concentrato di emozioni! Questo lo sappiamo noi tutti che ce le costruiamo nella mente, quasi anticipando l’indomani ove saremo in grado di liberarle per la nostra soddisfazione. Emozioni che hanno un unico comune denominatore di fondo; la passione. E raggiungerle attraverso l’esercizio si essa significa tante cose: la ferma di un cane, un eccellente tiro, l’attesa di un daino, l’avvicinarsi di una vociosa seguita che insegue un cinghiale, un ambiente che appaga nostro colpo d’occhio ed anima, un’alba che ricopre d’oro i colli circostanti. Tanti elementi, tutti inebrianti, che alimentano lo “spirito sognante del cacciatore”.



Ma succede sovente che tanti di questi elementi ci vengano negati dalla frenesia della vita moderna, dal territorio sempre meno ospitale per fauna e cacciatori, o dalle stesse modalità di caccia, a volte troppo invasive di colleghi seguaci dell’ars venandi. E allora l’esercizio venatorio diviene non appagante, buttando al vento le emozioni attese. Ci sono però dei luoghi ove il culto delle emozioni venatorie è coltivato con cura e con l’ambizione di farlo sempre al meglio.



È il caso dell’Azienda Agrituristico Venatoria Poggio Aquilone a cavallo tra le provincie di Terni e Perugia, magistralmente condotta dai Sigg. Paola e Guido Alberti. Sita nel cuore d’Italia, nell’Umbria centrale e facilmente raggiungibile dalla strada a scorrimento veloce che unisce Orte a Ravenna, rappresenta da anni per tanti cacciatori italiani, l’esclusiva palestra ove esercitare la passione e rinfrancare lo spirito.

L’ambiente
L’arrivo in azienda segna già un passaggio tra la quotidianità ed il surreale. Abbandonata la valle del Tevere il cui ambiente agricolo estremamente antropizzato è il preludio alla operosa cittadina di Marsciano, patria del laterizio, bastano pochi chilometri di ascesa sui contrafforti che portano al gruppo del monte Peglia e poi ad Orvieto, per capire che si sta cambiando “aria”. Velocemente ci lasciamo dietro la piatta campagna a ridosso del fiume, che l’agricoltura intensiva ha inesorabilmente disegnato in favore esclusivo dei mezzi agricoli, e ci inerpichiamo in una strada collinare che si circonda quasi all’istante di boschi di caducifoglie e radure verdeggianti sapientemente gestite dall’uomo, quando esso, come in questi luoghi, vive nella coscienza che il territorio non va depredato ma assecondato.



Il tempo di immergersi in questi pensieri e ti ritrovi nel borgo di Poggio Aquilone tipico centro medioevale nato attorno alle mura del castello trecentesco. Siamo su un contrafforte che domina una valle scavata dal torrente Fersinone limitata all’opposto da analoghi crinali boscosi. La valle ospita ampi medicai e solo piccoli appezzamenti coltivabili. Dall’alto del borgo ammiri il suggestivo paesaggio sottostante e ti dici che sarebbe il massimo se la A.F.V. fosse ciò che vedi. E sei esaudito! Stai guardando il teatro delle tue emozioni ove di li a poco libererai la tua passione. L’ambiente è così affascinate perché i Sigg. Alberti lo hanno attentamente tutelato scegliendo di mantenere un’agricoltura a basso impatto che privilegia l’allevamento di bovini di razza chianina e produzioni agricole di cereali e legumi che confezionano e vendono per il soddisfacimento del nostro palato.


La caccia
Medesima attenzione i titolari hanno posto per la caccia scegliendo di limitare un approccio massivo di cacciatori in favore di una oculata gestione che valorizza un’ampia e variegata presenza di selvaggina nobile. Qui, il seguace di Diana, può scegliere tra la caccia col cane da ferma o agli ungulati, egualmente affascinanti e soddisfacenti per la qualità dei capi presenti. Le emozioni cinofile per il cacciatore sono portate all’ennesima potenza grazie ad un ambiente, che come detto, è palestra naturale per il cane da ferma. L’alternarsi di grandi medicai ad uso zootecnico e di piccoli coltivi, consentono a cacciatore e cane di cimentarsi nella ricerca di fagiani o starne, che si realizza sempre fruttuosa per l’abbondanza della selvaggina, ma mai facile, perché il suolo che calpestiamo con costante copertura vegetale, garantisce ai selvatici il massimo delle capacità elusive.



Il nostro ausiliario deve saper fare bene il cane da caccia, poiché fagiani e starne che abitano il luogo tutto l’anno, sanno misurarsi con le insidie e sottrarsi ai meno scaltri rifugiandosi rapidamente nelle fasce boschive che bordeggiano i coltivi. Qui la caccia, diviene immediatamente impegnativa per il tiro in bosco ed è frequente in novembre – dicembre ricercare un fagiano o una starna ed imbattersi ammirati nell’involo di una beccaccia. In applicazione al regolamento regionale lo scolopacide non è abbattibile, ma gustandoci l’involo apprezzeremo ancor di più la “naturalità” dell’ambiente nel quale siamo immersi. D’altro canto, a conferma di ciò, i meno inebriati dalle azioni venatorie, già avevano notato uno svolazzare continuo di tordi, merli e tanti altri passeracei migratori ospiti della zona. A fine caccia il carniere è sempre importante e la soddisfazione del cacciatore cinofilo esaltata.

Di pari grado sono le emozioni possibili sugli ungulati presenti: daini, cinghiali e mufloni sono presenti in buona quantità nella parte più alta dell’azienda ove sono cacciati in due ampi recinti. Il cacciatore a palla può scegliere di cimentarsi sull’animale desiderato e può farlo assieme all’accompagnatore, in appostamento improvvisato nella folta vegetazione o in altana. Queste hanno un aspetto particolarmente curato, costruite secondo dettami d’importazione mitteleuropea, ampiamente sperimentati nelle componenti strutturali e d’utilizzo in sicurezza.

Molto alte ed organizzate in robusti piloni interlacciati in legno sono quanto di più efficace si possa desiderare per la caccia a palla e rigorosamente posizionate a ridosso delle radure di alimentazione degli ungulati. Accoglienti e comode per più persone al loro interno, le altane sono completamente chiuse e coibentate ed in grado di proteggere da freddo e vento il cacciatore che attende in inverno il selvatico. Attenzione questa, abbastanza rara da trovare in giro per l’Italia, ma sicuramente significativa del livello di cura del cacciatore che è propria di Paola e Guido che, profondi conoscitori dell’arte venatoria perché loro stessi attori di tante cacce, hanno saputo anche esaltare dettagli per altri insignificanti.



Da queste comode altane e da altri appostamenti è possibile cacciare tutti gli ungulati presenti; per la caccia al cinghiale è invece possibile optare per la classica braccata. Questa realizzata con un minimo di 6 cacciatori è gestita attraverso il classico rito sociale, così caro al cinghialaio italico, che prevede un’abbondante colazione all’arrivo, la battuta di caccia e la conclusione della stessa con abbondante pranzo. Ce n’è perciò per tutti i gusti, dal cacciatore solitario col fido ausiliario sino alla braccata sociale, passando per il per il piacere della gustosa cucina locale.

L’organizzazione
Per l’esercizio venatorio c’è ampia libertà di scelta. Per ciò che concerne la caccia a fagiani e starne è possibile acquisire quote annuali o accessi giornalieri con l’accompagnatore e sono possibili cacciate sociali ove l’azienda può mettere a disposizione i propri cani. Al fine di privilegiare al meglio i ritmi della caccia l’azienda offre il “pacchetto weekend” che consente a molti appassionati, anche lontani, di arrivare al venerdì, alloggiare nell’agriturismo dell’azienda e realizzare due battute nelle mattine successive seguite da pranzo e dedicando al turismo o al relax il resto della giornata.

Per la caccia agli ungulati oltre alla braccata al cinghiale è possibile concordare con l’azienda cacce da appostamento a cinghiale, muflone e daino i cui capi presenti nei piani di abbattimento sono sempre di ragguardevole mole e di elevato valore trofeistico.

E poi c’è l’ospitalità dell’accogliente agriturismo realizzato nel cassero del castello i cui appartamenti medioevali emanano un fascino tutto particolare; questa si estende anche alla cucina con la possibilità di degustare i prodotti aziendali carne bovina, miele, olio, legumi e cereali e assaporare così le migliori ricette umbre.

Esperienze da vivere, emozioni irrinunciabili per un cacciatore.

Per le informazioni si può accedere al sito internet www.cacciaumbria.it o contattare l’azienda ai numeri 075-8743365 o 335/61118674

Web Site: www.cacciainmontenegro.com