LOMBARDIA: BOCCIATA DALLA CONSULTA LA LEGGE SUI RICHIAMI VIVI

La Corte Costituzionale ha bocciato la legge regionale della Lombardia sulla cattura con le reti di richiami vivi.
Si tratta della terza censura in pochi anni sul tema della cattura di uccelli selvatici con uso di reti, in impianti autorizzati, per rifornire i cacciatori di richiami vivi per l’esercizio venatorio da appostamento ai migratori.

In particolare l’oggetto della censura è l’utilizzo della “legge- provvedimento“. Il Governo nazionale, infatti, era ricorso alla Consulta perché con quel tipo di provvedimento gli si impedisce di annullare gli atti amministrativi che vanno oltre i poteri delle Regioni e contrastano con la Direttiva UE sulla tutela dell’avifauna.

La Corte ha dato ragione a Palazzo Chigi, contestando l’escamotage di varare, anziché un provvedimento amministrativo, una legge regionale per blindare l’atto da possibili ricorsi al Tar. La Lega Abolizione Caccia ha fatto sapere che la legge regionale censurata prevedeva la cattura con reti in impianti provinciali di 47.000 uccelli da utilizzare come richiami vivi, di cui 1.647 allodole, 9.855 cesene, 5.435 merli, 21.230 tordi bottacci e 8.833 tordi sasselli.

La voce più critica levatasi dall’opposizione al Pirellone è stata quella del bergamasco Gabriele Sola, consigliere regionale Idv. Secondo l’esponente dell’Italia dei valori, infatti, “siamo alle solite” perché “era risaputo che la norma sui richiami vivi fosse illegittima, visto che c’erano delle sentenze che lo testimoniavano“. Insomma, “la Regione legifera poco e male” e sulla caccia, continua Sola, il Pirellone “ha inanellato una serie di figuracce e di sanzioni Ue che dimostrano la pochezza della maggioranza Pdl-Lega”.

Più attenuati i toni del Partito democratico. Il segretario regionale del Pd, Maurizio Martina, non si stupisce della censura arrivata dalla Corte Costuzionale: “Quando si tratta di legiferare su questi temi in Regione c’è un disorientamento nella scelte di fonda che porta a queste bocciature“.

Il collega di partito di Martina, il consigliere regionale Mario Barboni sottolinea come “questi siano gli effetti quando manca una legislazione corretta in materia”. Tuttavia quest’anno la Regione ha “avviato un percorso con la Commissione europea per non rischiare nuove bocciature e sanzioni”.

Prima di approvare la legge, quest’anno si sta infatti aspettando il “supporto tecnico e giuridico-legislativo dell’Ue“. E’ importante “fare una norma senza deroghe che consenta ai cacciatori di sapere cosa possono fare“.

Il vicepresidente del Consiglio regionale (Pdl), Carlo Saffioti, spiega che la sentenza era stata in qualche modo “preannunciata” anche se “a noi sembrava di aver fatto una buona legge”. L’obiezione mossa, secondo Saffioti, “è che oltre alla cattura ci sono altri sistemi, ma non bastano e hanno costi altissimi come l’allevamento“. In ogni caso “la sentenza riguarda il passato” perché sulla legge di quest’anno c’è in atto un confronto con Bruxelles: “Ci siamo già incontrati due volte e abbiamo chiarito alcuni punti”.

L’assessore al Territorio, Daniele Belotti (Lega Nord), chiede chiarezza: “Personalmente ritengo che in un periodo di profonda crisi delle casse regionali e non solo, non possiamo permetterci di pagare le pesanti sanzioni dell’Europa“.