DIRETTIVE NATURA E CACCIA: IL FUTURO
In vista di un imminente Piano d’Azione dalla Commissione europea, Renata Briano, europarlamentare del Gruppo S&D, Vicepresidente dell’intergruppo “Biodiversità, Caccia e Attività Rurali” ha voluto fare il punto sulle problematiche collegate alle Direttive “Uccelli” e “Habitat”.
Con la decisione di lasciare inalterate le direttive Uccelli e Habitat (le “Direttive Natura”) che segue un lungo processo di verifica, il Fitness Check, la Commissione europea ha annunciato che pubblicherà un Piano d’Azione entro la fine di marzo.
Durante il Fitness Check il sostegno alle Direttive Natura è pervenuto anche dal mondo dei cacciatori, conferendo un forte mandato alla Commissione per la stesura delle nuove linee guida che dovranno determinarne la corretta implementazione. Ne è uscito sconfitto il Presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, che aveva paventato una revisione della legislazione sulla biodiversità. Hanno vinto certamente gli ambientalisti che hanno condotto una campagna a favore delle Direttive che ha ottenuto mezzo milione di firme, un risultato mai visto.
Ma questa situazione lascia i cacciatori in una posizione delicata e tutta da esaminare. Per il mondo venatorio europeo è importante capire quali saranno i prossimi passi della Commissione. Sotto la costante minaccia delle procedure d’infrazione, e oberati dalle regole complicatissime e onerose della Rete Natura 2000, i cacciatori si chiedono quale direzione la Commissione intenda prendere: se quella della flessibilità, oppure quella di una maggiore rigidità e di conseguenza di maggiori limitazioni.
Per la FACE che a Bruxelles rappresenta i cacciatori europei, inizia così una nuova epoca in cui, da strenua sostenitrice di un massimalismo pro-direttive, dovrà confrontarsi con l’integralismo dello schieramento ambientalista per assicurarsi che la caccia venga riconosciuta come attività che offre notevoli benefici sociali, culturali, economici e ambientali. Rischio? Opportunità?
Ci ha voluto vedere chiaro Renata Briano, europarlamentare del Gruppo S&D, Vicepresidente dell’intergruppo “Biodiversità, Caccia e Attività Rurali” da sempre attenta alle questioni ambientali, che ha indetto una conferenza su questo tema invitando oltre alla Commissione annche la Corte dei Conti europea e i rappresentanti del mondo venatorio europeo, tra i quali Gian Luca Dall’Olio, Presidente di Federcaccia.
La conferenza intitolata “Il Futuro Delle Direttive Natura: Dove Stiamo Andando?” organizzata al Parlamento europeo il 7 marzo, aveva lo scopo di chiarire quale strada la Commissione europea intenderà percorrere nel suo Piano d’Azione per l’implementazione delle Direttive Natura.
Renata Briano ha premessso che “la perdita di biodiversità è una delle principali sfide ambientali per l’UE. Consideriamo come molto positivo che le Direttive Natura siano mantenute e che si continui a lavorare a una migliore implementazione. Tuttavia non possiamo ignorare le problematiche che ci vengono segnalate dagli stakeholders e da altre istituzioni come la Corte dei Conti europea. Come Parlamentari abbiamo il dovere di partecipare al dibattito e far sentire la voce dei cittadini”.
Nel suo intervento Gian Luca Dall’Olio, Vicepresidente della FACE e Presidente di Federcaccia e di FENAVERI, ha spiegato come l’implementazione troppo rigida per quanto riguarda la definizione delle stagioni di caccia agli uccelli migratori, presenti delle incongruenze fra Paesi confinanti. Infatti, per evitare disparità di trattamento fra cittadini europei, la corretta applicazione della Direttiva Uccelli dovrebbe essere fatta sulla base dei migliori dati disponibili avvalendosi degli studi scientifici più recenti. Per questo motivo la Federcaccia si è dotata di un Ufficio Avifauna Migratoria che ha come scopo la ricerca scientifica, per far avanzare – fra l’altro- le conoscenze sulla migrazione degli uccelli.
“Il contenzioso legale con l’Italia – ha concluso Dall’Olio – è dovuto a contraddittori e datati risultati del lavoro del Comitato ORNIS adottati dalla Commissione Europea nel 2001 e mai più adeguati”.
A proposito del contenzioso la Corte dei Conti europea, intervenuta alla conferenza per presentare il rapporto sulla Rete Natura 2000, ha rilevato anche che dal 1981 circa il 30% delle procedure di infrazione in campo ambientale sono dovute alle Direttive Natura, bacchettando la Commissione ma anche gli stati Membri accusati di spendere male le risorse destinate alla Rete Natura 2000.
Le difficoltà legate alla corretta applicazione delle Direttive Natura vanno aldilà dei confini italiani, come ha rilevato Volker Böhning, Vice-President of FACE e Vice-Presidente Cacciatori Tedeschi per quanto riguarda i problemi causati da cormorani, castori e lupi, specie protette dalle Direttive, ma in forte crescita.
Interessante anche la presentazione di Jacques Trouvilliez, Segretario esecutivo dell’AEWA, Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell’Africa-Eurasia, che ha illustrato come i metodi di gestione adattativa delle specie migratrici superino grazie a un approccio trans-nazionale le rigidità rappresentate dagli allegati della Direttiva Uccelli.
“Siamo in molti a pensare che la Direttiva Uccelli sia applicata male – ha concluso Renata Briano – la disparità tra Italia e Francia sulla fine della stagione venatoria per la beccaccia e alcune specie di turdidi non è accettabile dal punto di vista scientifico. La Commissione deve tener conto delle ricerche più attuali, anche di quelle dei cacciatori. Invito la Commissione a dotarsi di adeguate strutture per permettere a stakeholder e altri istituti scientifici di contribuire all’aggiornamento scientifico dei Key Concepts sulla migrazione degli uccelli”.
La stessa Commissione, rappresentata da Nicola Notaro, Capo unità Unità “Nature protection” della Direzione Generale Ambiente, riconosce carenze e limiti nell’implementazione delle Direttive e promette che il Piano d’Azione includerà maggiori investimenti nella rete Natura 2000, più coerenza con altre politiche europee – vedi politica agricola – e un migliore accesso alle informazioni con il coinvolgimento degli stakeholder.
Quest’ultimo punto, reclamato a gran forza da proprietari terrieri, agricoltori e gestori, risulta essere prioritario per permettere di superare le difficoltà di natura economica e burocratica incontrate nella gestione dei siti Natura 2000.
Il prossimo passo dell’Intergruppo sarà l’adozione di una risoluzione destinata alla Commissione europea che si prefigge di riassumere in un documento le problematiche sollevate durante la conferenza affinché vengano integrate nel Piano d’Azione di prossima pubblicazione. (Filippo Segato)
Tratto da ladeadellacaccia.it
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