BRACCO FRANCESE
“…un bracco di piccola taglia della zona pirenaica che velocissimo galoppava sulle pietre quasi a volare su di esse…”
(Espinar Francia, XVII secolo)
Le Origini
In Francia, al contrario che in Italia, nel parlare di Bracchi è sempre doveroso specificarne la provenienza, dato che numerose regioni d’Oltralpe possono vantare ciascuna l’origine di un proprio cane da ferma braccoide.
Così, mentre nel nostro Paese parliamo solamente e inequivocabilmente di Bracco Italiano, in Francia si parla di Bracco Bleau d’Alvernia, di Bracco del Borbonese, di Bracco d’Ariegeois, di Bracco di Saint German e, infine, di Bracco Francese, distinguendoli tutti come singole razze.
Quest’ultima, come tutti i cani da ferma del suo genere, vanta origini piuttosto antiche, se si considera che già nel Medioevo i suoi progenitori affiancavano i cacciatori contemporanei nella cattura della selvaggina con le reti.
Fu probabilmente attorno al XVII secolo, epoca a cui risalgono alcuni scritti di Selincourt ed Espinar che descrivono la razza, che si comincia, nelle regioni meridionali della Francia, a selezionare i capostipiti del “fermatore per eccellenza“, forse a partire da un progenitore comune a tutti i bracchi, il “Braque Francais” o forse, nonostante ci siano numerosi pareri discordi, da antichi bracchi introdotti in Inghilterra nel 1713 da ufficiali britannici reduci dalla guerra di successione spagnola.
Sulla provenienza stessa dell’antico “Braque Francais” si discute ancora, dato che non convince appieno la sua origine autoctona, ma alcune ipotesi lo vedono discendere da Bracchi italici, frutto di incroci fra Segugi e Molossi.
Le diverse necessità venatorie e condizioni climatiche determinarono la selezione di due differenti sottorazze: il Bracco Francese Pyrénées e quello di Gascogne.
Il primo, nato e forgiato nella zona dei Pirenei, risultò essere un cane volutamente di dimensioni più contenute grazie ad opportuni accoppiamenti, agile e nevrile, particolarmente resistente alle basse temperature e insofferente al caldo eccessivo delle regioni meridionali.
Il secondo, meno comune del primo, fu selezionato nella regione della Guascogna, nel sud ovest della Francia; si mantenne di mole maggiore, più resistente al caldo e tendenzialmente più lento.
Conosciuta per anni come Bracco di Carlo X, re francese destituito nel 1830 dall’insurrezione liberale, questa razza ebbe grande impulso grazie al lavoro di due famosi allevatori francesi dell’inizio del ’900: C.Castets, primo presidente del Club del Bracco Francese ed estimatore del bracco originario, e B. Senac-Lagrange, originario della Guascogna, che tanto si operò per ottenere soggetti più agili e raccolti.
Grande popolarità ebbe quindi questa razza, soprattutto nella versione pirenea, non solo in Francia, ma anche in Gran Bretagna nei primi decenni del ventesimo secolo, per venire poi in parte oscurata dalla diffusione dei grandi bracchi moderni.
In Italia il Bracco Francese, soprattutto pireneo, è stato introdotto attorno agli anni sessanta, ottenendo ottimi risultati sia nelle esposizioni che nelle prove di lavoro; sicuramente molto dovrà comunque essere ancora fatto perchè questo animale, dal raro fascino e di eccellenza venatoria, possa essere conosciuto e stimato come merita da un pubblico sempre più vasto.
Caratteristiche generali
Al di là delle specifiche attitudini venatorie e di lavoro, il Bracco francese tipo Pireneo e il Bracco Francese di Guascogne differiscono esclusivamente per la taglia; mentre il primo non supera i 50-55 cm, per un peso di 17-25 kg, il secondo, più grande, raggiunge l’altezza media di 56-65 cm ed un peso di circa 25-32 kg.
In tutte due i casi si evidenziano soggetti braccoidi, dolicomorfi e dolicocefali, privi della pesantezza tipica di alcuni bracchi, ma forti di una compostezza muscolare non comune, abbastanza leggeri, ma ben delineati ed efficienti, dal nobile aspetto e dalla solida costruzione.
Gli arti potenti e ben proporzionati sostengono un torace ampio e dal profilo profondo; il tronco è rettilineo per discendere leggermente a livello della groppa che, convessa, si continua con la coda generalmente accorciata.
Il collo, forte e muscoloso, presenta un accenno di giogaia nel Guascogne. La testa è molto bella, delineata da un cranio abbastanza piatto e da un profilo con stop poco accentuato; gli occhi, marroni o giallo scuro, riflettono curiosità e intelligenza, senza nascondere una viva partecipazione a tutto ciò che li circonda. Le orecchie che incorniciano il muso rendono il suo aspetto assolutamente gradevole, con l’attaccatura all’altezza degli occhi e una lunghezza media; tendono ad arrotondarsi e piegarsi leggermente all’estremità.
Le labbra, pur non avendo l’importanza e la lassità di quelle di un Bracco Italiano, sono comunque piuttosto discese, con numerose pieghe alla commissura. Il tartufo, dalle narici dilatate e grandi come quello di un vero atleta, è sempre marrone.
Il pelo è liscio, corto, molto fine soprattutto su testa e orecchie, variando dai colori marrone, marrone e bianco a marrone con macchie rossastre; può presentarsi con picchiettature di colore più o meno fitte, talvolta ne è completamente ricoperto.
La struttura del Bracco Francese riflette la propria nobiltà, resistenza e il proprio equilibrio anche nell’attività venatoria che non deve essere insegnata, tanto è innata in questi soggetti, soprattutto nel pirenaico. Il suo eccellente fiuto ne fa un cane particolarmente adatto alla caccia a beccacce e quaglie.
La sua devozione totale e commovente al padrone lo rendono un soggetto malleabile, disponibile e rapido nell’imparare, quasi arguto nel capire cosa si vuole da lui, sempre che ciò gli sia richiesto con dolcezza e rispetto della sua intelligenza. L’addestramento duro, la meccanizzazione all’inglese, la formazione alla “prussiana” mal si addicono ad un soggetto che poco, o quasi, ha da imparare sul campo di caccia e difficilmente si ostina in comportamenti scorretti.
La sua caccia non è mai teatrale, forzata, eccessiva. La sua estrema adattabilità, imparata sulla propria pelle in secoli di cacce su terreni impervi, porta il Bracco Francese moderno ad affrontare con determinazione qualsiasi tipo di ambiente di caccia, cespugli, rovi, pantani e acque profonde, sostenendo lunghi percorsi e sopportando molto bene la sete. Non a caso nella standard curiosamente viene riportato come questo magnifico animale sembri affrontare la battuta di caccia non come in procinto di una gara di cento metri, bensì di una competizione di mezzo fondo.
Generalmente i soggetti più piccoli, i pirenei, sono i più diffusi e apprezzati dai francesi perché, pur non raggiungendo i parossismi del Pointer, effettuano comunque una cerca molto ampia, adattata al terreno, alternando il trotto ad un galoppo veloce e sostenuto nel tempo. La testa in cerca è tenuta alta a respirare l’usta se questa è ben marcata o il naso è a terra se la traccia è piuttosto lieve.
All’emanazione del selvatico segue una rapida e decisa filata che lo porta fino a bloccarsi di scatto, in una ferma sicura, non catalettica ma molto statuaria, generalmente in piedi. Abbattuta la preda dal cacciatore, da cui non perde mai lo stretto collegamento, se pur non richiesto dallo standard di lavoro, il Bracco Francese sa spesso effettuare un sollecito e gioioso riporto, dolce e non dalla stretta marcata come il cugino teutonico.
Questo notevole cane da ferma risulta anche un eccellente compagno di vita, sempre vivace, dolce, particolarmente legato al padrone; la sua buona indole e predisposizione ai rapporti sociali lo portano ad essere molto tollerante nei confronti degli altri cani, rendendo facile una convivenza che per altre razze risulta improbabile. Pur essendo molto gioioso è anche altrettanto controllabile e mai mordace. Resistente per natura a notevoli sbalzi di temperatura, nonostante il suo corto mantello, ben si adatta alla vita all’aperto, necessitando di movimento quotidiano.
Standard
Bracco Francese Gascogne
Altezza: varia da 56 cm a 65 cm.
Peso: varia da 25 kg ai 32 kg.
Tronco: torace largo visto di fronte, profondo di profilo, è disceso fino all’altezza del gomito. Le costole sono arrotondate mo non troppo. Il dorso è largo, dritto, a volte un po’ lungo ma sempre ben sostenuto. I reni sono corti, muscolosi, leggermente arcuati. La groppa è leggermente obliqua rispetto alla linea del dorso. Le anche sono ben definite. I fianchi sono piatti e poco rialzati.
Testa e muso: abbastanza importante ma non troppo pesante. Il cranio, quasi piatto o appena leggermente convesso, presenta un solco mediano poco accentuato. La cresta occipitale è poco prominente. Lo stop non è impercettibile né accentuato. Il muso è dritto, largo, rettangolare, con labbra ben discese e commessura labiale abbastanza grinzosa.
Tartufo: grosso, di colore marrone. Le narici sono ben aperte.
Denti: bianchi, completi nello sviluppo e nel numero.
Collo: di lunghezza adeguata, leggermente arcuato nella parte superiore, un po’ grosso a causa della giogaia. Orecchie: di lunghezza media, attaccate all’altezza dell’occhio, non sono troppo larghe all’attaccatura, incorniciano ben la testa, sono leggermente pieghettate e hanno l’estremità arrotondata. Sulla guancia, all’altezza dell’attaccatura dell’orecchio e un po’ sotto, possono esserci una o due pliche verticali.
Occhi: ben aperti e ben inseriti nell’orbita. Di colore marrone o giallo scuro. Lo sguardo esprime fiducia, è riflessivo e molto affettuoso.
Arti: anteriori dritti, larghi e muscolosi. Gomiti ben proporzionati. Pasturali forti. Posteriori con garretti larghi, mediamente flessi, posizionati in basso su tarsi corti. Le cosce sono toniche ma non sempre molto scese. I piedi sono compatti, quasi rotondi o di un ovale poco accentuato. Cuscinetti plantari spessi. Le unghie sono forti. Andatura: disinvolta e sciolta.
Spalla: molto muscolosa, mediamente obliqua. Muscolatura: asciutta, ma ben sviluppata in tutte le parti del corpo dell’animale.
Coda: generalmente accorciata, è attaccata in modo da continuare la convessità della groppa. La coda lunga, se è ben portata, e la coda corta alla nascita non sono da considerarsi un difetto.
Pelle: abbastanza distaccata e morbida.
Pelo: piuttosto grosso e folto, più sottile sulla testa e sulle orecchie.
Colori ammessi: bianco con macchie di un marrone più o meno scuro con o senza macchiettature, o interamente a macchie e macchiettature marrone e a volte a macchiettature marrone senza macchie. Possono esistere focature chiare sopra gli occhi, sulle labbra e sugli arti. Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, mancanza di premolari, misure fuori standard, colori del manto non ammessi, carattere timido o aggressivo, tartufo nero, muso appuntito, muso troppo rugoso, macchie nere, presenza di speroni, spalle piatte, piedi schiacciati, aspetto generale gracile, movimento scorretto, monorchidismo, criptorchidismo.
Bracco Francese Pireneo
Altezza: varia da 47 cm a 56 cm.
Peso: varia da 17 kg ai 25 kg. Tronco: torace largo visto di fronte, profondo di profilo, è disceso fino all’altezza del gomito. Le costole sono arrotondate mo non troppo. Il dorso è corto, dritto, a volte un po’ lungo ma sempre ben sostenuto. I reni sono corti, muscolosi, leggermente arcuati. La groppa è leggermente obliqua rispetto alla linea del dorso. Le anche sono ben definite. I fianchi sono piatti e poco discesi.
Testa e muso: abbastanza importante ma non troppo pesante. Il cranio, quasi piatto o appena leggermente convesso, presenta un solco mediano poco accentuato; il cranio è più corto del “Bracco tipo pireneo”. La cresta occipitale è poco prominente. Lo stop non è impercettibile né accentuato. Il muso è dritto, largo, rettangolare, con labbra abbastanza discese che rendono il muso meno rettangolare del Bracco grande.
Tartufo: grosso, di colore marrone. Le narici sono ben aperte.
Denti: bianchi, completi nello sviluppo e nel numero.
Collo: di lunghezza adeguata, leggermente arcuato nella parte superiore, con poca giogaia o senza.
Orecchie: attaccate alte, più corte del Bracco grande. Leggermente pieghettate.
Occhi: ben aperti e ben inseriti nell’orbita. Di colore marrone o giallo scuro. Lo sguardo esprime fiducia, è riflessivo e molto affettuoso.
Arti: anteriori dritti, abbastanza larghi e muscolosi. Gomiti ben proporzionati. Pasturali forti. Posteriori con garretti larghi, mediamente flessi, posizionati in basso su tarsi corti. Le cosce sono toniche ma non sempre molto scese. I piedi sono compatti, asciutti, quasi rotondi o di un ovale poco accentuato. Cuscinetti plantari spessi. Le unghie sono forti. Dita chiuse.
Andatura: disinvolta e sciolta.
Spalla: molto muscolosa, mediamente obliqua. Muscolatura: asciutta, ma ben sviluppata in tutte le parti del corpo dell’animale.
Coda: generalmente accorciata o corta alla nascita. È attaccata in modo da continuare la convessità della groppa. Pelo: più fine e più corto di quello del Bracco grande, copre dei tessuti più spessi.
Colori ammessi: bianco con macchie di un marrone più o meno scuro, con o senza macchiettature. Interamente a macchie e macchiettature marrone. Marrone daino o marrone con del bianco sulla testa, sul petto e all’estremità degli arti. Bianco con macchie e macchiettature cannella e a volte interamente cannella. Possono esserci delle focature chiare sugli occhi, sulle guance e sugli arti, sotto forma di macchie o di macchiettature disseminate.
Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, mancanza di premolari, misure fuori standard, colori del manto non ammessi, carattere timido o aggressivo, testa troppo grossa, dalle guance troppo pesanti, cranio troppo largo, muso appuntito, occhi chiari, depigmentazione del tartufo, tartufo nero, tracce nere nel mantello, presenza di speroni, orecchie troppo lunghe, cosce piatte, spalla piatta, aspetto generale gracile o troppo pesante, tessuti molli, monorchidismo, criptorchidismo, movimento scorretto.
Sara Ceccarelli