LEPRE
Classificazione
Classe: Mammiferi
Ordine: Lagomorpha
Famiglia: Leporidae
Nome scientifico: Lepus europaeus
Areale di diffusione
Questo leporide è diffuso in gran parte dell´Europa, fatta eccezione per le regioni settentrionali quali Scandinavia e Russia, in Asia sud-occidentale e in Africa, orientale e meridionale. In Italia la ritroviamo in tutta l’area peninsulare, fatta eccezione per la Sicilia, dove è presente la Lepre Italica e per la Sardegna, dove abbiamo quella Sarda. Sull’Arco Alpino vive invece la Lepre Alpina. In realtà, le popolazioni italiane di lepre comune, un tempo differenziate, sono ormai geneticamente non pure a causa dell’introduzione, per ripopolamenti venatori, di soggetti importati dall’Europa centro-orientale e dall’Argentina.
Habitat
La Lepre Comune è un animale originario della steppa e popola principalmente zone di pianura; nonostante ciò non è improbabile trovarla anche a quote maggiori, fino ai 1500-2000 mt. Frequenta diverse tipologie di habitat, non vincolata com’è dalla presenza dell’acqua che ricerca raramente solo se il suo alimento non ne contiene in quantità sufficiente. Si muove da aree coltivate a prati incolti, spostandosi di frequente anche in zone ricche di sottobosco. Caratteristica comune dei terreni da essa privilegiati è l’offerta di buone possibilità di rifugio (siepi, boschetti..).
Caratteri distintivi:
Nella Lepre non esiste un evidente dimorfismo sessuale tanto che da lontano, senza cioè averla catturata, è difficile pronunciarsi con certezza sul sesso dell’animale. In ogni caso, soprattutto se si tratta di soggetti adulti, alcune caratteristiche distintive possiamo individuarle. Il maschio ha la testa più arrotondata, baffi lunghi e folti, orecchie più corte e larghe della femmina. Il suo corpo appare più muscoloso, con coda breve e più bianca, come più bianco appare il posteriore, mentre le spalle sono piuttosto scure.
La femmina ha testa più allungata, orecchie lunghe e strette, la coda appare più scura e lunga del maschio; nel complesso il suo aspetto è più slanciato anche per la sua maggiore lunghezza che le permette di raggiungere un peso maggiore, a parità d’età, di un maschio il quale, attorno ai due anni, pesa in media dai 3,5 kg fino ai 5 kg.
Ambedue, nel complesso, appaiono animali slanciati, con degli arti posteriori notevolmente più sviluppati rispetto agli anteriori, con orecchie molto lunghe e mobili e occhi grandi, gialli e sporgenti. Queste caratteristiche consentono alla lepre di avere sensi particolarmente sviluppati, tra cui spicca l’udito finissimo, supportato debolmente da una capacità visiva mediocre, limitata dalla disposizione laterale dell’occhio. Anche l’olfatto è ben sviluppato e le permette, con gli altri sensi, di percepire il pericolo con stupefacente rapidità.
La lunghezza corporea è compresa tra i 50 e i 70 cm, mentre l’altezza al garrese si aggira attorno ai 25-30 cm. Il mantello, caratteristicamente mimetico sia nel maschio sia nella femmina, è fulvo o bruno-rossiccio, molto più chiaro a livello del ventre e della parte interna delle zampe; esso è formato da una lanugine corta, folta e ondulata, e da lunghi peli spessi. Caratteristica singolare della lepre è quella di avere un cuore dalle dimensioni relative superiori a quelle di gran parte degli altri animali, tanto da rappresentare l’1,8% del peso totale del corpo. Ciò consente alla sua funzione di pompa di veicolare così rapidamente il sangue ad organi ed apparati da consentire alla lepre di raggiungere velocità che sfiorano i 70 km/h, velocità che le lepri sono in grado di sostenere anche a lungo durante la fuga.
E’ un animale che corre meglio in salita che in discesa ed è proprio durante la corsa che le sue zampe lasciano sul terreno delle impronte tipiche a forma di “Y”, con gli arti posteriori che sorpassano gli anteriori. Questa specie eccelle anche nei salti; spesso nella fuga si ha un primo schizzo con un balzo in altezza, seguito da 3-4 balzi, e poi una corsa rapida una volta decisa la via di fuga migliore. La femmina presenta meno comunemente i caratteristici salti, preferendo strisciare nel tentativo di nascondersi dentro i solchi. I soggetti in natura, considerati già piuttosto anziani a 4-5 anni, possono però raggiungere anche i 6-8 anni di vita; su un animale catturato, la testa grigia, i baffi molto rigidi e le unghie consumate sono indici piuttosto attendibili di un’età avanzata. Rispetto al coniglio selvatico, la lepre si presenta nel complesso più slanciata e le sue orecchie sono decisamente più lunghe.
Biologia
La lepre è un animale prettamente notturno, forse più in relazione alla presenza nel territorio d’effettive minacce durante il giorno che per istinto di specie. Questa ipotesi è supportata dalla valutazione che, in zone scarsamente frequentate dall’uomo, le lepri possono incontrarsi già prima del tramonto e rientrare al “covo” anche un’ora dopo l’alba. E’ quindi durante la notte che le lepri, non particolarmente territoriali, si spostano alla ricerca del cibo, dirigendosi su pascoli comuni che possono distare fino ad un km dal covo, ma che generalmente si trovano nelle sue vicinanze. In effetti, pur essendo un animale sedentario che necessita di uno spazio vitale di circa 0,2-0,4 kmq, a seconda delle disponibilità alimentari può spostarsi arrivando a compiere anche di stanze di 3 km.
Durante il pascolo, le lepri amano sostare in piccoli gruppi, probabilmente perché così diminuisce la possibilità di essere sorprese dai predatori. Solamente per l’accesso ai siti d’alimentazione si osserva un certo grado di gerarchia da dominanza. E’ caratteristico che la lepre, nei suoi spostamenti notturni, percorra sempre gli stessi piccoli sentieri che essa stessa ha aperto, tali percorsi possono essere facilmente notati nei campi di cereali perché di solito conducono a spiazzi aperti, dove la vegetazione è stata completamente mangiata.
Prima dell’alba la lepre torna al covo, compiendo di solito tragitti non lineari, fatti di salti e inversioni di rotta, forse anche per asciugare le zampe dall’umidità notturna, ma prevalentemente per far perdere le tracce ad eventuali predatori quali volpi e rapaci notturni, ma anche cani vaganti, gatti inselvatichiti e corvidi, in particolare pericolosi per i piccoli. Il covo non è, in realtà, un vero e proprio nido con dei tunnel come quello che si costruisce il coniglio selvatico, ma piuttosto una specie di buca, della profondità di 10-15 cm, che l’animale si prepara scavando il terreno con le zampe anteriori e modellandolo poi in seguito col proprio corpo. I covi vengono scavati in semplici depressioni del terreno, fra cespugli al margine dei boschi, fra siepi o aree comunque ricoperte di vegetazione non troppo fitta per consentire all’animale di muoversi agevolmente. A seconda della stagione e delle condizioni climatiche, la scelta del luogo dove scavare il nido può variare, ma rimane indissolubilmente legata all’esigenza di nascondersi all’occhio attento d’eventuali nemici, tra cui l’uomo e i suo cani. Escluso il periodo del calore, durante il quale non è infrequente incontrare femmine fuori dal covo anche in pieno giorno, nelle ore diurne la lepre passa gran parte del tempo a sonnecchiare nel suo nido, abbastanza ampio da nasconderla quasi completamente e da permettergli di allungarvi le zampe anteriori per poggiarvi la testa, ad orecchie abbassate, lasciando scorgere fuori dal covo solo il dorso. Il mantello fortemente mimetico permette di dissimularla efficacemente.
La stagione riproduttiva, inaugurata da veri e propri combattimenti fra individui, probabilmente anche di sesso femminile, comincia già da Gennaio-Febbraio e può proseguire anche fino a Settembre –Ottobre, con massima intensità raggiunta tra Marzo e Giugno. Testimoni dei combattimenti, effettuati con le unghie, sono i ciuffi di peli strappati dai rivali e che possiamo ritrovate nei campi di battaglia. La lepre è un animale poligamo dato che il maschio si accoppia con più femmine. La gestazione dura circa 42 giorni e i parti sono effettuati da 1 a 4 volte durante l’anno; i piccoli per nidiata sono mediamente 2-3. Caratteristica della lepre è il fenomeno della “superfetazione”, in virtù del fatto che l’utero bipartito che essa possiede le permette di essere rifecondata 4-10 giorni prima del parto, quando cioè la gravidanza è già in corso e la femmina cerca nuovamente il maschio.
Quando i piccoli nascono hanno già gli occhi aperti e sono ricoperti di pelo, in grado di muoversi autonomamente a poche ore dal parto. Vengono allattati solamente di sera, per due settimane, e completamente svezzati a 4-5 settimane, vista la loro crescita particolarmente rapida. E’ caratteristico l’allevamento che la lepre fa dei suoi cuccioli, esso viene definito in “assenza di cure” perché i contatti con la prole sono estremamente ridotti, sia come frequenza sia come durata. I cuccioli vengono partoriti sul nudo terreno, non in un nido, e dopo due tre giorni dal parto vengono separati dalla madre che li sistema a 30-40 metri tra loro. Quando la madre si reca ad allattarli non vi si avvicina, ma li richiama a sé sbattendo le orecchie. Tutta questa particolare “noncuranza” è, in realtà, un ben affinato metodo di protezione dei cuccioli, il cui tenue odore di per sé non richiama l’attenzione dei predatori; tenendoli separati tra loro e da sé, la madre non lascia tracce del suo odore dove essi si trovano e non permette loro di giocare rumorosamente. La maturità sessuale dei leprotti sarà raggiunta attorno ai 7-8 mesi.
Alimentazione
Il regime alimentare della lepre è puramente vegetale, essa si nutre di una grande varietà di piante erbacee e arbustive, fresche e secche, cereali, bacche, frutti, semi, cortecce… Come tutti i lagomorfi è un animale ciecotrofo, cioè produce le prime feci di consistenza molle, ricche di vitamine del gruppo B, che reingerisce non appena escono dall’ano, senza farle cadere a terra. Le seconde deiezioni saranno invece dei veri prodotti di scarto, particolarmente secche, che saranno lasciate sul terreno.
Sara Ceccarelli