Con lo strumento del ricorso al TAR i soliti noti stanno tentando di ostacolare il regolare inizio della stagione venatoria in alcune regioni.
Ultimo in ordine di tempo è il ricorso al TAR dell’Umbria da parte di alcune associazioni ambientaliste che chiedono la modifica del calendario venatorio. Nello specifico sono contestati due aspetti del calendario venatorio 2024/25: si chiede di sospendere in preapertura la caccia alla tortora in via cautelare mentre nessuna richiesta è fatta al momento sui corvidi la cui caccia è prevista nella medesima giornata di preapertura. Altra richiesta presente nel ricorso è relativa alle date di chiusura della caccia ai turdidi, beccaccia ed acquatici. La riduzione dei periodi di caccia richieste sono consistenti.
Anche il Veneto è stato interessato dal ricorso al TAR, con una richiesta di sospensiva cautelare per la specie tortora in preapertura. Rimangono cacciabili colombaccio, cornacchia grigia, cornacchia nera, gazza e ghiandaia. La decisione di merito il 19 settembre.
Oltre al Veneto anche la Campania ha subito un’azione limitativa del TAR sul calendario venatoria. Qui l’azione è stata decisamente più incisiva ed ha riguardato tutte le specie previste (colombaccio, cornacchia grigia, gazza, ghiandaia). Per il colombaccio addirittura il ritardo dell’inizio della stagione venatoria è particolarmente consistente, dal 15 settembre al 10 novembre. Ulteriormente slitta l’apertura della stagione venatoria a fagiano, quaglia e porciglione, spostata dal 15 al 21 settembre, mentre il 24 settembre il TAR si esprimerà sui siti di rete natura 2000 in assenza di valutazione di incidenza, e sulla data di chiusura stagione a di fine stagione per turdidi, beccaccia e uccelli acquatici.
Speriamo di non dover raccontare di altri ricorsi ai vari TAR regionali, sempre in attesa che si mettano le mani sull’attuale normativa e che si possano dare certezze assolute ai caciatori per ogni stagione venatoria che inizia.