LA NOSTRA EREDITA´: IL FUCILE ´91
Definire questo fucile “epico” è quantomeno riduttivo, in quanto il suo nome è legato a tutti gli episodi bellici che hanno accompagnato la storia dell´esercito italiano del secolo scorso. Per il ´91 fu adottata una munizione veloce e leggera che ancora oggi, a distanza di un secolo, fa valere le sue eccellenti doti balistiche.
E´ denominato anche Carcano, in onore di chi progettò il fucile in sostituzione del Vetterli quale ordinanza ed apportò anche le ultime decisive modifiche a quest´arma. Questo fucile è stato frutto di molte evoluzioni nel tempo tanto da avere ben 4 versioni diverse (anche nel calibro applicato). Ovviamente è ormai un’arma Ex Ordinanza, ma la sua lunga storia lo rende “mitico” anche per le nuove generazioni, le quali ricordano i racconti dei vecchi nonni che hanno vissuto i drammi della guerra con una sola garanzia di sopravvivenza: disporre del ´91 contro il nemico.
LA STORIA DEL ´91
E´ la storia di questo fucile che rappresenta l´aspetto più interessante, fermo restando le ottime doti di balistica dell´arma. Ripercorriamo quindi la sua storia per sommi capi, onde evitare di finire in una descrizione che abbia le proporzioni del suo mito e cioè……infinite.
Il nome ´91 nasce dall´anno della sua progettazione e costruzione che lo porta a sostituire, appunto, il Vetterli come arma d’ordinanza dell´esercito; si ritenne che questo nuovo fucile disponesse di una serie di caratteristiche avvenieristiche che lo rendevano eccellente ed insuperabile dal punto di vista balistico.
Ciò non era certo falso, ma fu fatta anche una campagna pubblicitaria molto spinta, tesa a presentarlo come arma d´ordinanza di alto livello; questo servì anche per coprire lo stato di degrado in cui versava il nostro esercito all´inizio dell´ultimo decennio del secolo scorso, per ciò che riguardava l´equipaggiamento ed in particolare le armi. Questo elemento era talmente palese che le cronache dell’epoca esaltavano come punto di forza del nostro esercito l´attaccamento alla patria e non certo le doti tecniche delle armi che potevano fare la differenza in battaglia.
In ogni caso, il ´91 ha avuto una storia più che dignitosa nella sua evoluzione ed è stato protagonista d’innumerevoli battaglie. Esso nasce ancor prima di essere progettato. Data di riferimento è il 23 ottobre 1890, allorché tutti i “prototipi” presentati per sostituire il Vetterli come arma d’ordinanza vengono bocciati dalla Commissione incaricata di far realizzare la nuova arma. La Commissione istituita presso la Scuola Centrale di Tiro di Fanteria di Parma, e presieduta dal Generale Gustavo Parravicino, iniziò le prove con calibri da 7 mm, utilizzando la meccanica del vecchio Vetterli che si rivelò, però, inadeguata alle nuove munizioni dato che esse originavano pressioni e velocità nettamente superiori al calibro precedente.
Visti gli insuccessi, l´incarico di realizzare la nuova arma passò agli arsenali di Brescia, Terni, Torino e Torre Annunziata, cercando di imporre la costruzione di un fucile che fosse ideale per un munizionamento “rimmed” da 6,5 mm. Partecipavano al progetto anche ditte estere come la MAUSER e la MANNLICHER.
Furono realizzati diversi prototipi che, però, male si adattavano al proiettile rimmed da 6,5 mm perchè usuravano la canna tanto da renderla inutilizzabile solo dopo poco tempo. Per risolvere il problema si provarono allora canne con rigature a passo variabile, ma anche ciò non portò ai risultati sperati (furono sperimentati ben 45 modelli d’armi). Al progetto partecipa anche Salvatore Carcano, capotecnico dell´Arsenale di Torino. Il 23 aprile 1891 si decise di portare avanti il progetto che egli aveva presentato. Il prototipo fu denominato “modello 1”, prodotto in mille esemplari e fatto sperimentare alle truppe per poi confrontarlo con il “modello 2”, prodotto dagli arsenali di Terni e Torre Annunziata, sempre sotto la supervisione di Salvatore Carcano.
Contemporaneamente, a Bologna iniziò la produzione del munizionamento “rimmed calibro 6,5 mm”, sostituito però quasi immediatamente con il modello “rimless” più idoneo. Vennero anche rimodificati i prototipi e ridenominati “1 bis” e “2 bis”. L´Arma era ora migliore, ma presentava ancora problemi agli organi di mira non troppo precisi. Si studiarono perciò i nuovi prototipi ridenominati “1 ter” e “2 ter” che vennero proposti il 31 dicembre ´91, data equivalente al termine ultimo per completare il progetto di costruzione della nuova arma. La Commissione poi, visti i riscontri che arrivavano dalle truppe, omologò definitivamente come nuova arma di ordinanza il modello “1 ter” (denominato anche modello 19).
Il 29 marzo 1892 l´allora Ministro della Guerra Luigi Pelloux ratificò l´adozione della stessa. Inizialmente venne usata per il ´91 una cartuccia da mm 6,5 x 52, che aveva quale propellente una balistite a doppia base prodotta da Alfred Nobel, ma essa quasi subito venne sostituita da una solenite. La nuova cartuccia venne denominata “M91/95”.
Di seguito, alla fine del 1897, si adottò un nuovo modello per le truppe speciali, denominato TS. Dal 1897 al 1924 l´arma non subì variazioni nella struttura. Dal 1924 invece s’iniziò a produrre in maniera maggiore il modello TS (ridenominato ´91/24) sia perchè più performante sia perchè la nuova struttura permetteva la dotazione di “lanciagranate laterali”.
Tutte le varianti apportate nel tempo hanno sempre avuto spunto dal progetto iniziale. A partire dalla Campagna di Abissinia, si iniziò ad evidenziare come la munizione utilizzata fosse vetusta per le nuove esigenze belliche e si cercò di porvi rimedio sostituendo la canna da 778 mm con una da 536, con dotazioni di munizionamento da 7,35 mm. Né l´arma né le munizioni, però, vennero mai utilizzate dall´Esercito italiano, tanto che furono destinate all´esportazione su richiesta della Finlandia.
Nel 1938 fu introdotto il nuovo modello con calibro da 6,5 mm (´91/38), per poi passare al modello ´91/41, dotati entrambi di canna da 690 mm e rigatura a passo costante con un giro di 215 mm, caratteristica che prevedeva anche l´inserimento di tacca di mira fissa. Questa tacca garantisce una miratura molto precisa, fino oltre i 300 metri. E´ quest´ultimo modello di ´91 l’arma che verrà utilizzata durante la seconda guerra mondiale.
LE GUERRE DEL ´91
Quest´arma ha preso parte alle seguenti guerre o campagne:
– Prima Guerra Mondiale;
– Seconda Guerra Mondiale;
– Difesa della cattedrale di Pechino nel 1901 (durante la guerra dei boxer);
– Occupazione dell´Albania dal 1914 al 1920;
– Guerra Greco-Turca, utilizzato dall´esercito turco nel 1920;
– Guerra Russo-Finnica, utilizzato dall´esercito finlandese nel 1949. Il moschetto Carcano ´91 è tristemente famoso anche per essere l´arma che uccise il Presidente U.S.A. J.F. Kennedy il 22 novembre 1963 a Dallas; l´omicida riuscì a colpire mortalmente più volte il presidente, sparando da una distanza molto considerevole. Quell´arma proveniva dagli stabilimenti di Terni e portava data di costruzione 1940.
Possiamo riassumere i quattro i fattori che testimoniano l´estrema validità di questo fucile:
– L´uso del ´91 da parte di numerosi eserciti e non solo di quello italiano;
– L´estrema versatilità in fase di progettazione che, partendo da un ottimo progetto di base, ha permesso nel tempo di “sfornare” modelli sempre più performanti;
– La sua lunghissima ed efficace militanza sui campi di battaglia;
– La possibilità di poter disporre di un calibro abbastanza piccolo (il 6,5 mm) e proiettile leggero che permettevano al soldato di poter essere equipaggiato con consistenti quantità di munizioni e rendere quindi il medesimo operativo per maggior tempo, a tutto vantaggio anche della struttura logistica e di rifornimento dell´esercito.
CARATTERISTICHE TECNICHE
– Progettista: Salvatore Carcano;
– Costruttore: Arsenali militari di Stato (Roma, Torino, Terni, Torre Annunziata);
– Modello: 1891;
– Tipo: carabina ad otturatore girevole-scorrevole;
– Calibro: 6,5 x 52 Carcano;
– Funzionamento: a ripetizione manuale con serbatoio d’alimentazione non amovibile;
– Canna: lunghezza mm 780, rigatura a 4 principi con andamento destrorso;
– Capacità serbatoio: 5 colpi;
– Mire: tacca di mira regolabile e mirino fisso;
– Calcio: monopezzo in noce, faggio o frassino;
– Peso: Kg. 3,850;
– Lunghezza: 1280 mm
Alessio Ceccarelli