LO SCHMIDT RUBIN 1911

Il fucile di cui parleremo nel presente articolo è di derivazione Svizzera, il progetto e la sua realizzazione sono avvenuti, infatti, nel paese elvetico.
Quest´arma racchiude in sé la mentalità e la storia di una terra che, pur essendo “neutrale” per eccellenza, ha sempre avuto l´accortezza di curare maniacalmente la realizzazione delle proprie armi da fuoco, sia dal punto di vista meccanico sia, e soprattutto, dal punto di vista estetico.

Il presupposto di creare un fucile come lo Smith Rubin, che abbia rifiniture sopraffine ed alcuni limiti pratici per l´uso in battaglia, è teoricamente sbagliato visto che si tratta di arma Ex Ordinanza dell´esercito elvetico, ma ciò diventa più comprensibile considerando il fatto che trattasi di arma più da “parata” che da effettivo impiego sul campo di battaglia. Nessuno dei tre modelli progettati ha mai partecipato a battaglie, né tanto meno a conflitti bellici.

Visti i presupposti, si potrebbe anche pensare che il popolo svizzero possa non essere troppo interessato all´uso delle armi, anche solo per uso sportivo: niente di più sbagliato. Basti pensare che, se in Italia i poligoni di tiro lunghi oltre i 300 mt sono estremamente ridotti come numero, al contrario in Svizzera sono diffusissimi, come lo sono gli amanti della disciplina del tiro.

Ma per quali ragioni?
Essenzialmente per questi tre i fattori:

*territorio dotato di molte colline morfologicamente ideali per creare anfiteatri di tiro dove l´inquinamento acustico, di fatto, si azzera in quanto il rumore generato dallo sparo rimane all´interno della valle stessa;

* passione per il tiro in continua crescita in quanto si può svolgere tranquillamente questa attività sportiva senza i mille vincoli esistenti in tanti paesi Europei;

* concessione dell´arma utilizzata durante il periodo di leva al giovane fino all´età pensionabile; egli può tranquillamente detenerla ed usarla per uso sportivo.

Lo Smith Rubin è attualmente una fra le armi più diffuse presso i poligoni elvetici ed è abbastanza presente anche in altri Paesi, costituendo un pezzo pregiato di cui difficilmente il collezionista si priva, anche se il suo reperimento sul mercato non è di eccessiva difficoltà.

Lo Schmith Rubin dotato di ottica Wild è frutto di tre successivi progetti che sintetizziamo qui di seguito.

Evoluzione storica dello Schimdt Rubin

Il produttore è la Eidge Nossiche Waffenfabrik Bern che realizzerà tutte e tre le versioni dell´arma.
Il nome fa riferimento a due ufficiali dell´Esercito Elvetico, Rubin e Schmidt, i quali progettarono rispettivamente il nuovo calibro da 7,5 mm (innovativo per l´epoca) ed il gruppo di cameratura della cartuccia che doveva contenere. Questo fucile va a sostituire il vecchio Vetterli, dotato di proiettili da 10,4 mm.

Guardando all´evoluzione di questo fucile, elenchiamo i vari modelli con le principali caratteristiche che li contraddistinguono:

* Schmidt Rubin 1889; è il primo progettato e realizzato. Caratteristica principale è la dotazione di otturatore di lunghezza elevata che si blocca per effetto dell´azione di due alette contrapposte fra loro, situate sopra il cilindro: una nella parte anteriore ed una in quella posteriore dello stesso.

* Schmidt Rubin 1911; viene concepito con il presupposto che, pur usando sempre un calibro da 7,5 mm, utilizza però munizioni con carica ben più elevata che genera pressioni di canna, ed all´interno della camera di cartuccia, ben più forti all´atto dello sparo. Per far fronte a questo la nuova arma è dotata di canna con spessore di acciaio maggiorato, cilindro della camera di cartuccia leggermente accorciato onde renderlo più stabile all´atto dello sprigionamento della pressione generata dallo sparo e alette di dimensioni più ridotte, ma costituite da lega più compatta e poste a metà dell´otturatore, così da permettere una chiusura più vicina al bossolo.
Questo sistema riduce notevolmente le “microtorsioni” che l´otturatore subisce per le pressioni sprigionate, con il vantaggio di limitarne l´usura, aumentarne la vita utile e garantire sempre una perfetta chiusura dell´otturatore stesso.

* L´ultima tipologia dello Schmidt Rubin è quella realizzata nel ´31 e denominata K31. Rispetto al fucile precedente ha una sola modifica che non ne varia sostanzialmente la struttura, ma ne ottimizza le funzionalità tramite lo spostamento nell´estrema parte posteriore dell´otturatore delle alette, con i seguenti benefici:
rendere ulteriormente funzionale e robusto l´apparato della camera di cartuccia;
eliminare totalmente le torsioni subite dall´otturatore durante lo sparo;
maggiore precisione del fucile che sfrutta una lunghezza di canna assoluta maggiore, in quanto l´otturatore tende ad avere una corsa più corta e, quindi, il proiettile scorre all´interno della canna per una lunghezza maggiore.

Struttura e meccanica dello Schmidt Rubin 1911

Questo fucile è un´arma a ripetizione manuale con otturatore a corsa lineare che può essere alimentato con serbatoio amovibile bifilare a sei colpi.
La fase di riarmo è semplicissima e veloce in quanto prevede solo lo spostamento posteriore dell´otturatore e sua successiva fase di avanzamento, senza ulteriori movimenti laterali.
Unico difetto è costituito da rumore metallico accentuato in fase di riarmo il che, per un fucile da guerra, è sicuramente un limite anche se, non essendo stato mai utilizzato per questi fini, non rappresenta, di fatto, un problema.

L´asta di armamento scorre all´interno di scanalatura in acciaio localizzata appena dietro il cilindro, mentre il limite di arretramento dell´asta è regolato dal posizionamento delle alette laterali che bloccano lo scorrimento in apertura dell´otturatore e, quindi, anche dell´asta di armamento ad esso collegata.
L´asta di armamento nella parte posteriore è dotata di “anello” che esce dalla parte posteriore dell´otturatore e che costituisce la parte posteriore ed esterna dello spillo del percussore, svolgendo anche la funzione di “sicura”; con il suo semplice arretramento, e girandolo di pochi gradi verso sinistra, l´anello provoca il blocco del dente di scatto, impedendo l´avanzamento della molla dello spillo del percussore e, quindi, del medesimo, impedendo l´azione di innesco della polvere.

La parte metallica dell´arma è costituita da acciaio ben rifinito il che, se da una parte da grande solidità, dall´altra comporta un peso dell´arma abbastanza cospicuo.
Ciò è, comunque, compensato da un rinculo ben gestibile che non comporta risentimento sulla spalla del tiratore anche dopo aver sparato ripetutamente molti colpi.

Tutti gli organi di scatto del fucile sono protetti all´interno da un robusto castello, facilmente smontabile.
Il fucile standard è dotato anch´esso di robusta canna di ampio spessore per compensare la lunghezza della canna che è di 780 mm.
La carabina usata in poligono è generalmente dotata di canna più corta da 590 mm.

Ciò che rende molto elegante questo fucile, sempre considerando che nasce per fini bellici, è il suo calcio in puro noce le cui venature danno un ulteriore tocco di raffinatezza.
E´ quest´ultima caratteristica che lo rende sempre molto appetito presso i collezionisti.

Lo Schmidt Rubin 1911 è molto caratteristico anche per il dispositivo ottico che, per le sue particolarità, sembra non essere la soluzione ottimale per un fucile progettato per la battaglia.
L´ottica, costruita dall´azienda Wild, è dotata delle seguenti caratteristiche:
* fissata permanentemente all´arma su staffa in acciaio, fattore che può rappresentare un grosso limite in termini di maneggevolezza;
* lunghezza ridotta (circa 250 mm), ma con un diametro di oltre 50 mm e, quindi, superiore alle ottiche standard disponibili in mercato;
* dispositivo ottico di mira privo di ingrandimenti;
* dispositivo ottico composto dall´ottica accoppiata a torcia per l´illuminazione dell´ottica stessa che comporta un corpo unico ed anche abbastanza ingombrante. Il gruppo illuminante è alimentato da batteria azionabile tramite pulsante;
*dotazione di “tacche” di mira di riferimento dell´ottica basate sulle varie distanze che, in ogni caso, non sono in grado di fornire, all´aumentare della distanza del bersaglio, le stesse performance delle ottiche più innovative.

Prova in poligono

La prova in poligono di questo fucile ha evidenziato le seguenti positive caratteristiche:
* buona precisione alle corte distanze che tende a diminuire proporzionalmente all´aumentare delle stesse;
* rinculo ben tollerabile, anche a seguito di lunghe sequenze di tiro;
* ottimo meccanismo di espulsione dei bossoli dall´otturatore che non vengono minimamente intaccati dall´otturatore stesso.

A seguito di tutte le considerazioni sopra riportate lascio a voi, cari lettori, trarre le dovute conclusioni.
Personalmente io definirei questo fucile un´arma bellica di tipologia “atipica”, che sicuramente non avrebbe avuto alto gradimento presso le truppe in caso di uso bellico, anche se ciò non è mai avvenuto.

Per l´uso in poligono, la carabina Schmidt Robin 1911 rappresenta un´arma affidabile, anche se le sue prestazioni balistiche non sono paragonabili ad esempio ad un Garand M1 (tanto per citare una delle armi Ex ordinanza per eccellenza).

L´aspetto, a mio avviso, da apprezzare di più è la finitura di ottimo pregio dell´arma nel suo complesso, la singolarità rappresentata dalla sua ottica e dal suo sistema di puntamento che rappresentano il valore aggiunto per rendere quest´arma appetibile ai collezionisti.

Alessio Ceccarelli

Sito specifico sul fucile 91