FALCHI IN AZIONE SULLA VIA APPIA
Si chiamano “Spyke” e “Six-onenine“e la loro sagoma nel cielo, da alcuni giorni, sta terrorizzando i piccioni che vivono nel sito archeologico statale di Villa dei Quintili, aperto nel 2000 sull’ Appia antica.
E sono proprio i piccioni, ospiti non graditi quanto numerosi, acominciare ad abbandonare il sito da quando, dopo numerosi tentativi alternativi falliti, si è deciso di ricorrere all’aiuto della società di falconieri Ave Nobis.
In realtà, come spiega Riccardo Frontoni, l’ archeologo che lavora per la Soprintendenza speciale di Roma sin dall’ inizio degli scavi, “i falchi non cacciano, scacciano piuttosto i colombi che, terrorizzati dai due rapaci, stanno piano piano abbandonando il sito“.
E, in effetti, dalle prime stime sembra davvero che dei 150 esemplari prima presenti ne siano rimasti solo una trentina. Questa “inversione di rotta“, sia letterale che effettiva, è di vitale importanza soprattutto per la salvaguardia dei mosaici del frigidarium e del calidarium, come spiega Frontoni, utilizzati addituttura dai piccioni per fare i nidi nelle buche pontaie presenti lungo i muri.
Come illustra il falconiere Fabio Ferri, non nuovo a questo tipo di “pattugliamenti”, i falchi, una volta liberati, “compiono giri concentrici. E seminano il terrore tra i piccioni, attaccandone soprattutto i nidi“.
“Sono pochi – continua Ferri – i piccioni che vengono uccisi in volo. È lo stress che elimina gli individui più deboli. Senza più una tana calda dove dormire, i colombi restano, infatti, tutta la notte sui muri e quelli malati non sopravvivono fino all’alba. Gli altri, cambiano casa e lasciano, forse per sempre, la villa dei Quintili“.