CACCIA ALLA STANZIALE CON BENELLI CADDY
Da alcuni anni a questa parte la caccia effettuata con il cane da ferma si è evoluta, non ovviamente nella sua essenza passionale, ma attraverso l’introduzione dell’elettronica che ha apportato significative migliorie nel rapporto venatorio tra uomo e cane.
Quella fatta con i miei cani da ferma, è stata una esperienza a tutto tondo del Caddy di Benelli realizzata in un territorio intercorso da strade e abitazioni disseminate per la campagna, con cani da caccia, soprattutto il vecchio setter non propriamente corretto e minimamente collegato. Soggetto perfetto per esaltare le caratteristiche di Caddy di trasferire sullo smartphone tutte le informazioni necessarie alla caccia con il cane, ed anche altre info che abitualmente non sono prioritarie per i luoghi che frequento abitualmente e di cui conosco tutto, ma possono divenirlo in determinate situazioni.
Innanzi tutto un plauso a Benelli, perché spiegare le configurazioni di connettori, collari ed App poteva risultare complesso a persone che li vedono per la prima volta, mentre il personale dell’azienda di Urbino lo ha fatto nel sito www.benellicaddy.com, con un video tutorial realizzato per argomenti e con il vantaggio che appena ascoltato uno step il video lo si può arrestare e mettere in pratica le istruzioni acquisite.
Quindi, in sintesi in una ventina di minuti ho configurato tutto; i connettori, che normalmente il cacciatore si mette al collo o nel taschino, due collari ed App, con tanto di scaricamento di mappe di cui si può scegliere l’estensione topografica con grande facilità. Tutto correttamente dialogante ed in piena efficienza. Collari e connettori tra loro dialogano con onde radio, mentre questi ultimi con lo smartphone via bluetooth e se si sono scaricate le mappe e anche con una momentanea mancanza di copertura del cellulare nessuna funzionalità del sistema Caddy è limitata. Ottimo e semplice!
Benelli Caddy, lo affermo con certezza, è molto più che un semplice satellitare per cani, ma è invece un sistema informativo di eccelso livello, nel quale tutta l’azione di caccia è rappresentata con la possibilità di dotare i compagni di caccia di connettori e permettere loro di avere sullo smartphone, lo stesso quadro della situazione dell’azione di caccia.
Di fatto, Benelli Caddy è un sistema particolarmente evoluto, che fornisce sul telefonino un bel po’ di informazioni, oltre a quelle tradizionali, distanza/direzione del cane, presenti per la maggior parte dei satellitari ad uso cinofilo venatorio. Il sistema è stato pensato anche in modo veramente apprezzabile dato che, tutti gli aggiornamenti ed utility già rilasciate e quelle future, saranno un semplice aggiornamento automatico dell’App senza essere costretti, come avviene in altri casi ove gli aggiornamenti stanno nei dispositivi, a riacquistare nuove versioni. Il costo sostenuto nell’acquisto una tantum, permette perciò di stare sempre all’avanguardia.
Ma andiamo a caccia.
Allontanandomi dal paese a piedi sono già in aperta campagna, per cui una volta accesi connettori, mio e dell’amico e collari dei cani, li libero per iniziare la ricerca o di un complicato fagiano novembrino o di una beccaccia. L’ambiente è di quelli difficili tra fossoni, boschetti e incolti cespugliati ove la visuale è spesso interdetta dalla vegetazione. Il collegamento con il cane è fondamentale ma mentre il bracco francese più moderato è molto facile, il setter inglese ha molto l’abitudine a cacciare da solo e soprattutto ha un vizio: dopo un po’ che non trova selvaggina, parte senza dare ascolto ai miei richiami se ne torna in paese per la sua grande passione: fermare i gatti. In questo mi dà preoccupazioni perché attraversa strade, incontra bambini e persone e soprattutto non ne ho il controllo e questo non mi va. Per questa ragione ho attinto ad una delle funzionalità dell’App, a me particolarmente gradita, ossia il recinto virtuale. Quindi ho definito su mappa un’area di caccia e se il setter esce da quella area vengo avvertito.
Tornerà sicuramente utile. La caccia si sviluppa senza particolari emozioni, senza emanazioni di particolare interesse per i cani ma ad un certo punto il comando vocale mi segnala che il bracco è in ferma. Controllo l’altra importantissima funzione visiva e vedo che il cane contraddistinto dal collare verde è fermo ad una distanza di 30 metri da me e la bussola mi indica con la lancetta verde la direzione. In quattro salti sono sul cane e controllando la posizione del mio amico sulla mappa generale ho modo di indirizzarlo ad assumere la miglior posizione. Ma niente era solo un merlo e si riparte. Essendo con l’amico sull’orlo di un fossone con cani dentro a cacciare ed impossibilitati a vederci Caddy ci permette di sapere dove siamo e questo è un grande elemento di sicurezza, soprattutto quando, come nel nostro caso, il vento agita alberi e cespugli e oltre che non vederci non riusciamo a sentirci.
Ed in effetti l’ambito fagiano esce senza farsi fermare dai cani e s’invola basso transitando tra me e l’amico: il conoscere la posizione reciproca ci porta a non sparare ed è stato giusto non farlo. Superata la mancata emozione di un abbattimento si inizia di nuovo la ricerca, ma ecco che la giornata si va rovinando, perché il vecchio setter ha deciso di tornare in paese per i loschi affari suoi: i gatti. Lo so sin da subito poiché l’App mi avverte che Alamo è uscito dal recinto virtuale e la direzione evidenziata dalla bussola è naturalmente quelle paese. E ci sta andando anche di gran carriera dato che ad ogni aggiornamento ogni pochi secondi lo smartphone mi fa visualizzare una distanza in aumento di venti metri.
Grazie a Caddy posso evitare problemi ed avvertire un familiare che sta arrivando il cane; in pochi secondi ho risolto un problema che diversamente mi avrebbe comportato l’abbandono della battuta di caccia ed una corsa trafelata verso il paese. E quando si va a caccia si vuole gustarsela in tutti i suoi aspetti e non vivere di altre preoccupazioni.
Sanato il problema del setter e ripresa la caccia, il Caddy mi viene di nuovo in aiuto per una cosa che può accadere; mi cade lo smartphone dal taschino e non me ne accorgo. Dopo pochi metri il dispositivo avverte dell’evento e tornando indietro sui miei passi ritrovo il cellulare. Senza Caddy me ne sarei accorto chissà quando e forse sarebbe andato inesorabilmente perso.
Appena recuperato il telefono il Caddy segnala la ferma del cane dell’amico che si conclude con la cattura del fagiano, e quindi con la degna soddisfazione venatoria.
A bocce ferme, seduti sotto una bella quercia, assieme all’amico facciamo considerazioni sulla grande utilità che Caddy ci ha reso nella pratica venatoria e su un concetto di fondo: il selvatico lo trova il cane e lo abbatte il cacciatore e su questo Caddy non interviene, ma in tutti gli altri passaggi della giornata venatoria ci ha messo inesorabilmente lo zampino, contribuendo con la continuità delle informazioni erogate e rendere tranquilli i cacciatori su tutti gli eventi e scusate se è poco.
Per saperne molto di più su Caddy www.benellicaddy.com
Riccardo Ceccarelli