LA CORTE COSTITUZIONALE MANDA KO LA LEGGE SUL DISTURBO VENATORIO

La legge nello specifico è quella veneta e l’Alta Corte l’ha ritenuta, data la materia di ordine pubblico che tratta, non di competenza della Regione, bensì di competenza statale.

La legge era stata approvata circa un anno e mezzo fa ed era stata una novità assoluta quella della Regione Veneto che aveva con la sua emanazione tutelare un diritto per il quale i cacciatori pagano le concessioni nazionali e regionali. L’emanazione della legge veneta aveva creato molti motivi di discussione perché aveva inteso il disturbo venatorio come molestia. Le sanzioni previste dalla leggere erano di un minimo di 600 sino ad un massimo di 3.600.

La Consulta ha bocciato la legge specificando che la questione ivi trattata riguarda l’ordine pubblico e he questo è esclusiva competenza dello Stato. Inoltre i giudici contestano l’utilizzo di termini generici e le sproporzioni delle sanzioni superiori al tre leggi venete.

Sergio Berlato già promotore a suo tempo della iniziativa di legge, ha commentato le motivazioni della decisione e dichiarato che mentre da un lato è necessario rispettare la sentenza dall’altro occorre ripresentare quanto prima la legge a carattere nazionale. Berlato ha ricordato che questa idea non è un’utopia, considerando che in altri paesi europei, in primis la vicina Francia, esistono normative analoghe a tutela della passione per la caccia e per i cacciatori. Fratelli d’Italia sarà perciò interessata affinché si faccia promotrice della proposta di legge.

 

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