… E SE IL TERZO COLPO FOSSE IL PIU’ IMPORTANTE?

Così recitava una pubblicità Franchi di fine anni settanta, finalizzata come ovvio a proporre i propri semiauto. E se lo fosse davvero?

Ogni tanto è utile prendere in mano qualche datata rivista, utile per capire come eravamo e se oggi, a distanza di anni, possiamo o no ritenerci evoluti. A parte lo smartphone che in qualche modo ci identifica come evoluti, nel campo della balistica si sono fatti passi avanti, anche concettuali, tanto da dare risposte, per esempio, al quesito del titolo?

La risposta è affermativa, si, si sono fatti, perché se realmente in taluni tipi di caccie il terzo colpo può avere un’importanza capitale – e stiamo parlando di canna liscia – è altrettanto vero che criteri di scelta per un fucile che valorizzi il terzo colpo ne esistono … e non solo per il fucile.

Il problema, come naturale, riguarda esclusivamente il semiautomatico, quasi assoluto depositario della materia, anche se il pensare statunitense, include in un certo qual modo anche l’arma a pompa. Ma questa ci è concettualmente lontana, almeno tanto da farci concentrare solo sul semiautomatico.

sparare caccia terzo colpo fucile semiautomaticoQuindi il terzo colpo, che anche se taluni potrebbero pensare che non si differenzia affatto dal primo (alla fine si tira sempre il grilletto), si differenzia eccome. Già lo stato d’animo è decisamente diverso perché se si esplode il terzo colpo, qualcosa che non va c’è, anzi chiamiamola con il proprio nome, abbiamo già iniziato a collezionar padelle. E allora se il terzo colpo che sia degno di essere esploso. C’è da dire che il terzo colpo è un fatto democratico, forse la beccaccia non lo accoglie per via delle ramaglie che frappone involandosi – ma d’altronde è Regina e non può scorrere troppa democrazia nelle sue vene – ma tutti gli altri selvatici lo accolgono con frequenza.

Tutti indistintamente, dall’anatra al tordo, dalla lepre al fagiano, dalla gazza alla volpe. E in questo esercizio di democrazia, i primi attori siamo sempre noi. Allora dato che il terzo colpo esiste eccome, cerchiamo di capirlo e di associarlo al giusto fucile ed alla giusta munizione, non parlando magari come al solito di calibri e dosi.

Quando si giunge ad esplodere il terzo colpo, il nostro semiauto ha già “consumato” le scelte ideali relative alle prime cartucce, perciò quella deputata in sequenza dovrà avere performance, come logica superiori alle precedenti. Ciò è anche ovvio, perché il selvatico nostrano, che abitualmente non carica il cacciatore, avrà sprintato al massimo delle sue potenzialità, mettendo altri metri tra noi e lui. Quindi la cartuccia dovrà avere la peculiarità di essere stata concepita per portare la carica un pò più in la di quelle che l’hanno preceduta; come? Bé perlomeno dotandola di una borra-contenitore e di pallini di maggiore dimensione, capaci di arrivare più in là, e magari di carica maggiore. Ma la cartuccia per lavorare al meglio dovrà essere anche dotata di un propellente – polvere da sparo – più progressivo. Questo apre il capitolo arma, o meglio canna, perché il propellente progressivo avrà bisogno per rendere al meglio di una certa lunghezza di canna, diciamo non inferiore ai 68 cm. Il terzo colpo, di per se con bersaglio più lontano dei primi due inutilmente esplosi, beneficierà sicuramente di un cono di strozzatura abbastanza lungo, che oggi le case costruttrici identificano in 7/8 cm e di una strozzatura spinta.

E qui essendo con il semiautomatico in mano e avendo potuto fare la scelta dello strozzatore solo ad inizio caccia, dovremo aver la fortuna di aver trovato il giusto compromesso. La combinazione fucile cartuccia dovrà poi aiutarci, nel senso che l’arma avrà abbondantemente sbandierato, allora o abbiamo tra le mani un fucile pesante in grado di compensare l’impennamento o dotato se leggero, di sufficienti sistemi di assorbimento del rinculo, tali almeno da contenerlo. Si perché il livello di concentrazione sul terzo colpo è già sceso sotto zero e mentre è quasi fisiologico continuare a premere il grilletto, lo stesso non vale per il mantenimento della mira.

Ecco qui, sulla nostra concentrazione, al di la degli aspetti tecnici, abbiamo bisogno di lavorare, tanto che taluni tra un colpo e l’altro lasciano partire l’improperio … e questo non serve certo a mantenersi concentrati. La concentrazione è il fondamento del successo del terzo colpo; questo perché il fucile ha già sottoposto la nostra postura a due rinculi consecutivi e in qualche modo ci dobbiamo riassestare e poi perché il selvatico più lontano richiede un rapido ricalcolo dell’anticipo e in questo processo matematico anche la velocità della cartuccia.

Diciamolo con onestà sovente sul terzo colpo che vinca il selvatico!!

Riccardo Ceccarelli

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Riccardo Ceccarelli autore del Manuale Pratico di Caricamento Cartucce da Caccia a Pallini, del libro Come Nasce un Fucile da Caccia e da Tiro e coautore del Manuale Pratico di Veterinaria Venatoria, oltre che responsabile Marketing del Gruppo Cacciainfiera, fondatore e Presidente del Club Calibro 16 e consulente di comunicazione di numerose aziende armiere.

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