CINGHIALI E CIRCOLAZIONE STRADALE: DISASTRO IN AUTOSTRADA

Drammatico incidente con un morto e molti feriti in Autostrada del Sole, tra Lodi e Casalpusterlengo, per un branco di cinghiali di notte in carreggiata.

Il tragico fatto è presto detto: un branco di cinghiali è riuscito ad entrare in A1 alle 4 di notte e da qui la normale velocità autostradale delle auto ha fatto il resto con un incidente purtroppo dal tragico epilogo con un automobilista, morto, due in gravissime condizioni, altri contusi e feriti tra i quali due ragazzi e tre bimbi. Oltre a ciò la carambola delle auto ha lasciato alcuni cinghiali morti sulla carreggiata.

La stampa, che per prima ha dato la notizia ha trovato singolare la notizia che, secondo i rilievi della Polizia Stradale, i cinghiali abbiano scavato alzando la rete che costeggia le autostrade italiane fino a poter penetrare. La capacità dei cinghiali di smuovere il terreno, scavare, cambiare la morfologia di un suolo, per dare seguito ai loro intenti è ve nota a chi la campagna la frequenta, agricoltori e cacciatori in primis.

Questo porta a riflettere sul fatto che ormai il cinghiale è presente da tempo anche in zone di pianura e con agricoltura fortemente antropizzata, e che la situazione sta andando sempre più fori controllo, dato che il suddetto incidente stradale è solo il più recente e forse il più eclatante ma solo l’ultimo in termini di tempo.

La riflessione si allarga sulla necessità di contenerli con tutte le modalità possibili previste dalle attuali normative, che hanno urgenza di essere riscritte, perché non più in grado di gestire la situazione. Come ha auspicato recentemente il Ministro dell’Agricoltura Centinaio, serve più caccia e più cacciatori. Ma serve anche che le leggi assistano questa esigenza pratica di controllo e il riferimento va verso le recenti sentenze dell’Alta Corte che di fatto hanno “disarmato” le amministrazioni pubbliche, decretando che il controllo numerico delle popolazioni, nella fattispecie di cinghiale, al di fuori del periodo di caccia, non può essere affidato a cacciatori debitamente formati, ma bensì esclusivamente a personale delle forze di polizia. Finché sussisterà tale stato di cose, non sarà possibile intervenire per quanto necessario sia per numero di personale disponibile, sia per motivazione e conoscenza delle dinamiche del cinghiale e delle modalità con le quali attrarlo ed abbatterlo in tutta sicurezza.

Modifiche alle attuali normative, che permettano alle amministrazioni di poter svolgere i controllo secondo le esigenze senza dover incorrere nel rischio che le attività da loro poste in essere debbano essere sospese ed impugnate da parte di ricorsi alla giustizia amministrativa, da parte di chi, tiene più alla salvezza di un animale che ai rischi che un suo elevato numero può comportare nella convivenza con le attività umane.

In attesa di ciò, e nella speranza di superare il buonismo assoluto nei confronti delle specie animali, piangiamo l’ennesimo incidente con haimé un morto, nella speranza che sia l’ultimo.

 

 

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