BENELLI LUPO ALPHA: A CACCIA PROIETTATI NEL FUTURO

L’aspetto della carabina Benelli Lupo Alpha ci proietta nel futuro un po’ come i film di fantascienza degli anni ’70. Ed il guardarla ti fa chiedere chi l’ha pensata e da dove può esser venuta l’idea di una realizzazione cosi singolare e nel contempo straordinariamente efficace. Le risposte le abbiamo avute dialogando con i tecnici dell’azienda scoprendo che ancora più sorprendente è il come è realizzata: e l’abbiamo testata sul campo.

Iniziamo da un assunto, Lupo Apha è, almeno al momento, una special edition, quindi prodotta in serie limitata, destinata ad andare nelle mani solo di chi sarà fortemente spinto a possederla. Lo scopo di questo articolo è raccontarla in tutti gli aspetti, magari con l’ambizione di trasformare qualche semplice curioso in un felice possessore.

Lupo Alpha Benelli carabina da caccia

Certamente in Benelli si sono posti un obiettivo, quello di creare una carabina bolt action, particolarmente leggera – “ultraleggera” è il termine corretto – anche in un calibro importante come il .308 Win, che mantenesse però la prerogativa di precisione sub-M.O.A., sempre di più fattore di grande apprezzamento del mercato. E hanno ricercato questo obiettivo sulla piattaforma Lupo, che come noto, è carabina con chassis metallico e quindi di per sé con peso specifico apprezzabile. Ma in Benelli non manca né creatività, né profonda conoscenza di tecnologia dei materiali ed infatti il risultato è stato a dir poco stupefacente.

Partendo dal solo guardare la Lupo Alpha ci si rende conto che non c’è un solo componente tipico di una tradizionale carabina che non sia strato stravolto completamente. Questo in particolare vale per calciolo, nasello, calcio, chassis, gruppo otturatore, asta e canna.

La prima azione nella ricerca della leggerezza, ha visto analizzare tutti gli elementi metallici della classica Lupo e ridurli con asportazione di materiale. Attenzione, tale asportazione è stata effettuata solo a seguito di un approfondito studio ingegneristico, e ciò che è stato asportato non ha affatto intaccato la rigidezza della struttura e la sicurezza ed efficacia dell’arma. Il risultato è particolarmente evidente sullo chassis che vede nella Lupo Alpha la presenza di fori a varia forma geometrica. Meno materiale, minor peso, uguale rigidezza. Anche la canna di 51 cm è una pencil profile a diametro ridotto e con affinamento continuo che va dai 26 mm lato scatola otturatore sino a 15,4 mm in volata.

Ma ben più evidente alla vista sono la singolarità di calcio ed asta ed ancor più interessante è il conoscere la loro genesi e la loro modalità di realizzazione. Di armi dotate di calcio ed aste tactical se ne vedono molte, realizzate semplicemente con sottrazione di materiale suplerfluo, ma nella Lupo Alpha il processo di ideazione e realizzazione di queste componenti è sostanzialmente l’inverso al principio di sottrazione. Per far capire come si è arrivati a realizzare calcio ed asta della Lupo Alpha facciamo la conoscenza di tre termini sicuramente sconosciuti ai più:

  • Biomimetica – è un approccio scientifico che studia la natura e la sua lunga evoluzione per perfezionare a meglio le sue strutture per specifiche funzionalità. E tra queste, l’esempio cade sulla struttura delle ossa degli uccelli, la cui necessita è quella del volo e quindi della leggerezza legata alla resistenza. Le loro ossa hanno cavità interne. E forse non vi ricordano calcio ed asta della Benelli Lupo Alpha?
  • Design generativo – l’approccio biomimetico ha determinato numerosi design potenziali con cavità interne, da affinare per tutti i vincoli strutturali e ricerca di prestazioni; per queste ultime il design generativo integra misure antropometriche della media delle mani degli utilizzatori e delle posture di utilizzo, individuando correttamente i punti di presa dell’utilizzatore.
  • Additive manufacturing – le forme definitive di progetto di calcio e asta della Lupo Alpha, non sono realizzabili per stampaggio e nemmeno per sottrazione di materiale. Rimaneva solo una strada. Non sottrarre materiale ma sviluppare l’attività di additive manufacturing ossia creare oggetti addizionando strati successivi di materiale. E’ questo il principio della stampa 3D, che ha quindi fatto il suo esordio nella costruzione di parti di un’arma a livello industriale. Era questo l’unico modo per costruire forme a grande presenza di cavità interne come quelle presenti in calcio ed asta della Lupo Alpha. Attenzione, intendiamo farlo presente, una sfida tutta da vincere nel momento in cui è stata ideata.

Inoltre la stampa 3D è stata oggetto di ampia e approfondita sperimentazione per la scelta finale dei polimeri ad alta resistenza. Sono state testate molte combinazioni fino ad arrivare alla risultanza ritenuta ottimale per garantire la stabilità e la robustezza ricercate. La ricerca avanzata, in questo caso particolarmente avanzata, è come sempre e comunque in casa Benelli la protagonista assoluta ed è essa stessa garanzia l’appassionato. Un aspetto, che non può non essere caro al cacciatore che è il primo ecologista, è l’utilizzo esclusivamente della quantità di polimero che serve per costruite le strutture di calcio ed asta, in alternativa al grande spreco potenziale di materiale che avverrebbe se una struttura piena dovesse essere forata con fresature.

Lo chassis della Lupo Alpha, è un ulteriore capolavoro di ingegneria meccanica, contraddistinto da due fori diversi tra loro localizzati in ogni lato e che lasciano vedere la sottostante struttura del caricatore; è in lega leggera di tipo aereonautico che è materiale di assoluta garanzia di grande rigidezza dell’insieme. Questa è unita alla guardia in un disegno che da slancio all’insieme; anch’essa è in materiale alleggerito e obliqua rispetto all’asse generale dell’arma, geometria questa che consente un inserimento del dito che aziona il grilletto, particolarmente agevole.

La parte superiore della carcassa può alloggiare una slitta picatinny per l’installazione del sistema di puntamento desiderato da cacciatore.

Lupo Alpha è dotata di caricatore amovibile bifilare a 5 colpi. Questo ha la particolarità di allineare il primo colpo in asse con la camera di scoppio e ciò si percepisce bene dall’assoluta fluidità nel movimento in avanti dell’otturatore. Non è un semplice dettaglio dato che questa scelta ingegneristica annulla possibili segnature dell’ogiva. Quando il caricatore è alloggiato nello chassis risulta perfettamente allineato senza nessuna sporgenza ed anche questo, per gli appassionati dei dettagli estetici, trasmette il senso dell’eleganza generale della carabina.

Benelli Lupo Alpha carabina da caccia

Lo scatto è un altro elemento dell’arma particolarmente curato da Benelli. Per evidenti ragioni di massa, più una carabina è leggera e più beneficio trova vantaggi in uno scatto alleggerito, ed in questo caso il carico va da 650 a 1650 grammi a scelta dell’utilizzatore. Risulta molto efficiente e nell’utilizzo è netta la sensazione di uno scatto pulito che non evidenzia nessun tipo di attrito.

L’otturatore è a tre alette che garantiscono una presa solida, è scanalato, di color nero lucido, dovuto al trattamento BE.S.T. Quest’ultimo, ricordiamolo, è uno dei segreti industriali più gelosamente custoditi dell’azienda, per la capacità di contrastare con grande efficienza, tutti gli agenti che tendono ad aggredire l’integrità dei metalli. Il trattamento BE.S.T. sortisce il non secondario effetto di agevolare un movimento particolarmente fluido e silenzioso dell’otturatore.

In condizione di chiusura, l’otturatore si unisce intimamente alla canna di lunghezza di 51 cm che come anticipato è più larga in culatta e rastremata in volata, dotata di filetto per montaggio di rompifiamma o riduttori di rumore ove consentiti.  Il passo di rigatura è di 1:10”, da ritenersi ottimale per tutti tipi di munizioni in cal. 308 Win destinate all’uso venatorio. L’eccelsa qualità e durata della canna è garantita dal trattamento criogenico al quale è sottoposta; questo come noto migliora la resistenza alle alte temperature e rende più omogena la vibrazione del metallo allo sparo. Fattore quest’ultimo non di poco conto che consente di mantenere costante nel tempo il grande livello di precisione con il quale la Lupo Apha viene commercializzata; questo in particolare nelle sessioni di tiro in poligono che anche i cacciatori sono chiamati a fare per mettere a punto e tarare al meglio le ottiche in utilizzo.

La carabina è progettata con sicura ambidestra ciò che agevola i non pochi utilizzatori mancini. Presenta due posizioni ed una volta inserita risultano bloccati sia la catena di scatto che l’otturatore. Quest’ultimo può comunque essere svincolato dalla piccola leva posta dietro la manetta d’armamento cosi da controllare in assoluta sicurezza ed eventualmente anche estrarre la munizione presente in camera di cartuccia.

Lupo Alpha è stata da noi testata sia in poligono che a caccia; anche se in questa seconda attività non abbiamo avuto incontri con selvatici abbiamo potuto rilevare alcune positive sensazioni.

 

PROVE DI SPARO E USCITA DI CACCIA

Al poligono abbiamo effettuato una buona sessione di tiro intervallata dai canonici momenti di stop per il raffreddamento canna, utili anch’essi per scambiarci sensazioni e riscontrarle con i tecnici Benelli. Eravamo preparati ad una buona dose di adattamento ad una carabina così leggera ed a tutti gli ipotetici effetti sul corpo del tiratore, ma il buon lavoro che Benelli ha fatto nella progettazione, li ha ben presto fugati. La spinta retrograda di un calibro non proprio leggero come il .308 Win, è efficacemente compensata dall’efficienza del calciolo costituito da poliuretano strutturato con microbolle.

Benelli Lupo Alpha carabina da caccia

La sensazione che si ottiene è duplice: da una parte l’assorbimento di parte della spinta, dall’altra sembra quasi che l’energia residua venga quasi “diluita per microtempi” sulla spalla del tiratore. Il dato di fatto è sicuramente che la carabina si muove molto meno di quello che immaginavamo, rimanendo a ridosso della linea di mira. Oltretutto noi abbiamo utilizzato il calciolo di lunghezza media, che ci è sembrato adatto alla nostra corporatura, ma ciò non toglie che sono opzionali due altre diverse lunghezze che consentono di variare il L.O.P. standard di 350 mm con un +/- 10 mm. Molto apprezzabile è anche il nasello, che oltre che essere gradevole alla vista, svolge con grande efficacia il suo compito di saldo appoggio alla guancia e riduzione delle vibrazioni, grazie alla sua struttura elastica ed alla consistenza del poliuretano. Nel nostro caso la carabina era dotata di nasello standard, ma è possibile acquistare anche altre altezze che meglio si adattano alla postura del tiratore.

In posizione di mira, la sicura è agevolissima da azionare dato che la si trova proprio nel raggio di azione del pollice.

Altra piacevole scoperta è data dal grip che fornisce il polimero speciale di calcio ed asta. Ci chiedevamo perché l’arma non avesse specifiche aree con zigrinature tradizionali, ma la risposta ce l’hanno data le nostre mani. Non ci sono perché semplicemente non servono. L’apposizione del polimero per strati lascia la superficie non liscia ma diremmo “rugosa” e l’effetto primario dell’interfaccia arma/tiratore è ottimo grip e saldezza di presa. Le pause di raffreddamento canna, ci hanno permesso con calma l’osservazione dell’arma e l’aspetto estetico di calcio ed asta è veramente intrigante; questo ulteriormente accentuato dal doppio filamento nero e grigio-verde apposto in additive manufacturing, che crea texture di grande effetto e difficilmente descrivibili a parole. La colorazione si sposa benissimo con la colorazione Metal Grey opaca presente sia sullo chassis che su canna, fodero e manetta dell’otturatore. Il colore nero lucido tipico del solo trattamento BE.S.T. rimane presente sull’otturatore. Tali scelte cromatiche che oltretutto, si possono ritenere anche particolarmente idonee all’occultamento venatorio. L’asta possiede anche due fori, occultati da tappi, laddove il tiratore abbia l’abitudine all’utilizzo di bipiede e voglia dotarne la carabina.

Una volta presa la necessaria confidenza con la Lupo Alpha abbiano raggiunto abbastanza agevolmente il Sub-M.O.A. dichiarato da Benelli ed il cui attestato si trova in ogni confezione di vendita. Sinceramente credevamo di dover necessitare di più tempo vista la leggerezza della carabina, ma Benelli ci ha piacevolmente stupido, come del resto succede frequentemente.

L’esperienza venatoria del test non è stata fortunata, ma ci ha permesso di apprezzare veramente la leggerezza dell’arma, dato che parte del percorso venatorio è stato fatto alla cerca prima di ripiegare su una altana. E portarsi in mano o con cinghia alla spalla, una carabina di soli 2600 grammi oltre il peso dell’ottica, fa una bella differenza nel tiro a canna rigata, ove all’individuazione del selvatico, occorre mette in atto tutte le migliori condizioni di respirazione e di appoggio non sempre saldo. Con meno affaticamento tutto viene molto meglio. Ciò ci porta a pensare che anche per coloro che praticano cacce in ambienti montani, la Lupo Alpha sia arma da prendere in seria considerazione.

Il test della Lupo Alpha è stato di notevole interesse e particolarmente atteso dalla nostra redazione; dopo aver appreso la tecnica di produzione, già di per sè di grandi contenuti per lo stravolgimento dei concetti produttivi tradizionali, dovevamo toglierci tante perplessità e conclusioni affrettate sul binomio leggerezza/efficacia. Il test li ha spazzati via totalmente, poiché l’arma mantiene tutto ciò che promette.

Benelli è riuscita nell’intento di stupire con un’arma che esce per larga parte dagli schemi tradizionali di realizzazione di una carabina e non crediamo di esagerare, se mettendo assieme tutta l’innovazione tecnologica e di pensiero che abbiamo potuto apprezzare, utilizziamo il termine “Rivoluzione”

Farsi affascinare dalla Lupo Alpha è cosa facile e non è difficile prevedere che i pezzi contingentati previsti per la Special Edition, debbano essere rivisti.