TORDO BOTTACCIO
Classificazione
Classe: Aves
Ordine: Passeriformes
Sottordine: Passeri
Famiglia: Turdide
Genere: Turdus
Nome scientifico: Turdus philomelos Brehm
Areale di diffusione
Il Tordo Bottaccio è una specie ampiamente distribuita, migratrice, che predilige nidificare nell’Europa Centro-Settentrionale, in Paesi quali Francia, Germania, Gran Bretagna, Scandinavia, spingendosi fino alla Siberia Occidentale e all’Asia. Nei mesi autunnali scende a sud per svernare nelle regioni del Mediterraneo quali Croazia, Grecia, Italia, Spagna e Canarie, Africa Settentrionale e Asia sud-occidentale.
In Italia, i Tordi generalmente giungono a fine Settembre, primi d’Ottobre per poi ripartire verso Febbraio-Marzo. La nostra penisola è di solito raggiunta da popolazioni che nidificano in Germania e nella zona dei Carpazi; alcuni individui continuano la migrazione fino in Corsica, Sardegna e Tunisia, altri stazionano nel nord-est e nell’Italia meridionale e centrale, soprattutto nella Maremma toscana. Eccetto alcuni soggetti che nidificano sulle cime delle nostre montagne alpine, prealpine ed appenniniche, gran parte degli individui lascia, nell’anno successivo, il nostro Paese intraprendendo il cosiddetto ripasso, cioè una migrazione a ritroso che comincia a fine Gennaio per condurli nelle aree di nidificazione. Le migrazioni avvengono durante la notte.
Caratteri distintivi:
Il Tordo Bottaccio è un Turdide di dimensioni medio-piccole, raggiungendo la lunghezza di circa 22-23 cm, il peso di 70-85 gr circa e un’apertura alare di una trentina di cm. La forma del suo corpo appare abbastanza slanciata, il becco è snello ma robusto, i tarsi sono lunghi e la coda, di circa 7,5-9 cm, risulta squadrata. Il suo piumaggio, poco appariscente e mimetico, non permette la differenziazione tra il maschio e la femmina che risulta possibile, per un orecchio esperto, solo all’ascolto del loro canto.
La parte dorsale del corpo appare di color scuro, bruno-oliva per degradare in crema sul collo e in beige sul petto e sul ventre. Tutto il piumaggio ventrale e sui fianchi appare caratterizzato da picchiettature ovali brune. La coda è bruno-rossiccia e il sottocoda bianco-crema. Il becco è scuro striato di giallo, colori che richiamano la tinta delle zampe. Sotto le ali le penne sono più chiare, tendenzialmente fulve. Gli occhi, dall’iride scura, sono sovrastati da un sopracciglio bianco non molto marcato. I giovani sono riconoscibili per la parte superiore della livrea a macchie color giallastro.
Pur molto simile e facilmente confondibile con altri due Turdidi, Cesena e Tordo Sassello, dalla prima si distingue perché più piccolo, mentre dal secondo perché presenta colori più chiari nel sotto ala e puntini neri distribuiti più omogeneamente. Anche il verso emesso dal Tordo Bottaccio è molto caratteristico, esso suona secco e metallico, molto sonoro, onomatopeicamente definito come “zizzo” , simile a quello emesso dal Sassello ma più breve e deciso, meno vario di quello del Merlo.
Habitat
Il Tordo Bottaccio predilige i boschi di conifere ricchi di sottobosco umido, scarsamente illuminato, con fitti cespugli tra i quali muoversi e nascondersi. Se cespugliose, ama anche le pianure alberate; si muove tra i vigneti, gli oliveti, i frutteti, la macchia mediterranea e non disdegna persino i parchi cittadini. Difficilmente lo ritroveremo, al contrario, nei boschi ricchi di pini e betulle o nel sottobosco secco e troppo rado.
Biologia
Il Tordo Bottaccio è prettamente un animale solitario o che conduce vita in coppia, gregario solamente in occasione delle migrazioni. Il suo volo di solito è rettilineo e condotto a poca altezza dal suolo, protetto tra la vegetazione. Caratteristico è il suo saltellare, di giorno, negli spostamenti a terra in cerca di cibo; i balzi sono brevi e rapidi, nervosi e agili, con la coda sempre eretta, similmente al merlo. Di notte ama riposarsi tra il fitto delle foglie arboree o dei cespugli.
Il periodo della riproduzione comincia tra la fine di Marzo e l’inizio d’Aprile, al mitigarsi delle temperature. La parata nuziale che il maschio mette in scena, al contrario d’altri volatili, non prevede esibizioni aeree, ma si svolge completamente a terra, di fronte alla femmina che assiste al gonfiarsi delle penne del petto e del dorso del futuro compagno il quale, dispiegata la coda verso il suolo e ripiegata indietro la testa a becco leggermente aperto, corre verso di essa lasciando pendere a terra le ali. Se il corteggiamento ha successo, si formerà una coppia che rimarrà stabile per tutta la stagione riproduttiva che, generalmente, prevede da due a tre covate.
Il nido viene di solito costruito, verso Marzo, esclusivamente dalla femmina che sceglie, come luogo protetto in cui deporre le sue uova, il punto d’attacco dei rami più grandi di un albero, generalmente a due-tre metri dal suolo. Meno comunemente il nido viene costruito a terra o fra i cespugli. Esso è il frutto di un lavoro accurato che il Tordo fa intrecciando fili d’erba, rametti, foglie e muschio, impastati e quasi intonacati con la saliva; infine è reso caldo e accogliente dalle piume con cui viene foderato. Le uova deposte variano in numero da 4 a 5, sono di forma piuttosto allungata e si presentano azzurrine, maculate di bruno-rossiccio. Solamente la femmina è deputata alla cova delle uova che durerà per circa due settimane, periodo in cui la presenza del maschio risulta vana fintanto che i pulcini nascono e, in quanto inetti, vengono attentamente accuditi per circa venti giorni da entrambi i genitori.
Caratteristicamente i piccoli sono nutriti con insetti e vermi che vengono letteralmente lasciati cadere dai genitori nel nido. Abbandonato il nido dai giovani Tordi verso la fine di Maggio, i genitori si accingeranno ad una seconda covata a metà Giugno.
Alimentazione
Il Tordo Bottaccio è un uccello onnivoro, terricolo per quanto riguarda la ricerca del cibo. La sua dieta è estremamente varia e comprende lombrichi, insetti e loro larve, ragni, chiocciole di cui rompe il guscio contro sassi, vegetali quali bacche di ginepro, olive, more, mirtilli, sorbe di cui appare ghiotto. Non di rado lo ritroviamo anche nei parchi cittadini a ricercare piccoli semi e frutta.
Sara Ceccarelli