CARTUCCE PER LA STANZIALE

Con l´arrivo di settembre per la selvaggina stanziale, costituita nel nostro Paese soprattutto da fagiani, lepri e starne, arriva la fine del periodo di dipendenza dai genitori e quindi l´animale, anche se giovane, si trova in età di piena maturità che permette di svolgere tutte le normali attività dell´esemplare adulto, come il sapersi procacciare il cibo o difendersi dai predatori.

In questo periodo, quindi, il selvatico possiede anche tutte quelle caratteristiche fisiche che gli permettono di poter attuare le difese necessarie a contrastare l´attività svolta dal cacciatore. È questo anche il periodo nel quale la selvaggina stanziale ormai matura è sottoposta alla pressione venatoria con l’inizio della stagione di caccia. Per la maggior parte delle specie si andrà avanti sino alla fine dell’anno solare.

fagiano

Come ogni tipo di caccia anche quella per la stanziale ha caratteristiche proprie che prevedono l´utilizzo di armi e cartucce calibrate in un certo modo e con determinate caratteristiche. E´ questa tipologia di caccia che per vecchi cacciatori, magari ancora in attività, ma facenti parte di una o due generazioni fa, rievoca i ricordi più belli legati a tanti episodi, come ad esempio un´apertura molto ricca di prede colpite o di colpi particolarmente difficili che hanno portato ottimi risultati con la cattura di trofei, come ad esempio la lepre, che, nella caccia stanziale, rappresenta per un cacciatore un selvatico sempre molto ambito.

A volte questi ricordi generano anche malinconia perché magari si ricordano giornate intere trascorse a caccia con amici scomparsi e ai quali il cacciatore rivolge sempre un pensiero.

Quali sono gli strumenti idonei per svolgere un’efficace quanto divertente caccia alla stanziale?
Cerchiamo qui di fare una classificazione, la più sintetica possibile, che sicuramente poco di nuovo potrà dare all´esperto cacciatore ma che, al contrario, potrà essere utile al neofita che si avvicina adesso a questo mondo, magari con la presunzione di non ritener utili i consigli che chi, più esperto di lui, è disposto a dargli.

lepre

Innanzi tutto il cacciatore deve disporre di un buon fucile calibro 12 od anche 20 ed è ovvio che, in base al calibro, varieranno anche le tipologie di cartucce da utilizzare. Il fucile deve essere sempre in condizioni idonee sia a livello di pulizia, soprattutto della batteria e della/e canne, ed avere tutte le sue parti perfettamente funzionanti onde evitare di avere tra le mani un arma balisticamente non valida e, oltretutto, anche pericolosa per chi la usa.

Fare un´approfondita manutenzione di un´arma alla fine della stagione venatoria con identica operazione da ripetere appena prima dell´apertura successiva rappresenta sempre il viatico migliore. Spesso è consigliabile una rapida occhiata dall´armiere che generalmente vede subito se c´è qualche imperfezione e, magari, la necessità di sostituire qualche pezzo.

Fra i tipi di fucili non c´è ne è uno in particolare da preferire, diciamo che i più diffusi sono le doppiette, gli automatici ed i sovrapposti: tutte buone armi.

Poi le munizioni. La cartuccia più idonea preferibile per la caccia alla stanziale è quella caricata con una dose di piombo medio-alta; può succedere, ad esempio, che si può abbattere anche un volatile abbastanza dimensionato anche con un piccolo calibro, ma questo accade se si spara a brevissima distanza dietro l´alzata del cane e, comunque, sempre con un minimo di fortuna.
Generalmente vengono utilizzate le cosiddette “impropriamente” cartucce corazzate che dispongono di un fondello la cui altezza varia dai 3 ai 5 cm. Solitamente una cartuccia con fondello di altezza 3 cm va sempre più che bene, anche se all´occhio del cacciatore il vedere una cartuccia con fondello del bossolo da 4-5 cm da sempre la sensazione di possedere tra le mani una cartuccia molto più performante.

I pallini da usare devono avere una carica che va dai 34 ai 38 gr nel calibro 12; una dose del genere viene usata già anche per una cartuccia magnum, ma per chi utilizza il calibro 12 viene ancora considerata come una carica pesante.
Se si spara ad un selvatico della stazza di un fagiano adulto la numerazione di pallini generalmente varia da un 7 per i tiri a corta distanza, quando il selvatico parte a seguito dell´alzata del cane, fino a 4, soprattutto se si spara in aperta campagna a distanze che spesso sono al limite della distanza utile di tiro. Se ci si trova in un bosco o luogo comunque impervio ed a bassa visibilità, in cui il fagiano si alza a breve distanza utile di tiro, è bene usare numerazione consistente come il 4 che può sembrare esagerato, ma non lo è perché spesso deve superare gli ostacoli che trova nel bosco e/o nel sottobosco, come foglie, arbusti ecc..

starna

Le polveri utilizzate per la caccia alla stanziale sono generalmente costituite da propellenti a combustione lenta, ma altamente progressiva.
La pressione che le cartucce caricate con queste polveri generano sono all´incirca 700 bar, carica del tutto accettabile per un normale fucile nonostante generi un rinculo abbastanza secco.

Esistono in commercio cartucce molto più potenti anche se, a mio avviso, sovradimensionate per la stanziale, ovvero cartucce estreme che possono arrivare a generare all´interno della canna anche 1000 bar.
Queste cartucce appartengono alla categoria di quelle ad “elevate prestazioni”. I costruttori, nelle confezioni contenenti questo tipo di cartucce, ben evidenziano queste alte prestazioni e le conseguenze in termini di pressioni che generano, ma non tanto per garantire il cacciatore sul risultato che può ottenere, ma in relazione al rischio che può comportare l´utilizzo di queste cartucce.
Può, infatti, succedere che il cacciatore possegga un fucile, magari anche vecchio e che comunque non sia omologato oltre gli 800/900 bar.
In questi casi è meglio tenersi lontano dalle cartucce ad “elevate prestazioni” onde evitare danni seri alla propria salute.

Le borre che si utilizzano possono essere sia con contenitore in plastica che in fibra vegetale.
Come consiglio generale, ma ovviamente è a discrezione del cacciatore, si consiglia di inserire in canna prima una cartuccia con borra in feltro e poi una seconda con borra in plastica perché, in caso di partenza del volatile a seguito di alzata del cane ed a distanza ravvicinata, la prima potrà essere più efficace.
Se poi sarà necessario il secondo colpo cosiddetto “colpo di rimessa”, si utilizzerà quella con borra in plastica che conferisce maggiore spinta ai pallini e, quindi, una maggiore distanza utile di tiro.
Se ci si trova in posti coperti per i quali il colpo viene sparato sempre e solo a distanze ravvicinate, si consiglia invece l´uso solo di cartuccia con borra in feltro, con l´ulteriore ausilio di canne poco strozzate.

cartucce

La cartuccia nella parte superiore può essere dotata di due tipi diversi di chiusura: chiusura a “orlo tondo” e “chiusura stellare”. La prima, la cui reperibilità in commercio è notevolmente diminuita causa costi di produzione più elevati, produce all´atto dello sparo rosate più ampie, ma leggermente più corte mentre quella a chiusura stellare, che va per la maggiore, produce rosate più concentrate, più strette e leggermente più lunghe che danno maggiori possibilità di freddare la preda se il colpo è ben indirizzato e la medesima viene investita in pieno dalla rosata stessa.

Oltre al fagiano esistono nella caccia stanziale due tipi di caccia estremamente diffuse; la caccia alla lepre e quella a starne, pernici e coturnici.

Nella caccia alla lepre è necessario disporre di cartucce “sostanziose” e qui si utilizzano calibri di cartucce che vanno dal 2 fino allo zero, in quanto la lepre, essendo estremamente veloce e dotata di ossa e muscolatura robusta, per essere freddata deve per forza essere colpita con cartucce dotate di notevole potenza d´impatto con un calibro di piombo elevato.
Infatti, la lepre può essere colpita anche con cartucce più “leggere” e magari con un numero maggiore di pallini che, pur andando a bersaglio, non incidono mortalmente sulla preda.

Nella caccia alle starne, pernici e coturnici, invece, il discorso è completamente diverso; si consiglia, infatti, di usare una numerazione più piccola come l´8 per il primo colpo ed un 7, cioè un pochino più sostanzioso se il primo colpo non è stato risolutore ed in considerazione che la preda è in fase di allontanamento rispetto al cacciatore.

In Italia è presente una tipologia di pernice denominata “ciukar” che, oltre a d avere dimensioni più grandi rispetto alla starna classica, ha l´abitudine di allontanarsi a pedina per molti metri e, quindi, quando spicca il volo a volte è già quasi al limite della distanza utile di tiro. Per questo tipo di volatile è ovvio ritornare a calibri più corposi quali il 4 od il 5 al massimo, in quanto oltre a colpire un animale che può meglio resistere all´azione dei pallini viene colpito ad una distanza maggiore, quindi la carica della cartuccia deve essere sostanziosa.

Ultima considerazione da fare riguarda le condizioni climatiche in cui viene effettuata la caccia alla stanziale. Generalmente, quando l´apertura avviene a settembre, i climi sono caldi e secchi con una media umidità; andando verso l´autunno spesso si va incontro a climi più freddi e più umidi.
La variante clima va tenuta in considerazione sia per quanto riguarda il caldo ed il freddo sia, e soprattutto, per quanto riguarda l´umidità.
In caso di medio-alta umidità è fondamentale scegliere cartucce le cui miscele di polvere siano poco igroscopiche, cioè non risentano dell´umidità che ne potrebbe limitare altamente le performance.
Nei casi più estremi poi il colpo non parte proprio perché la polvere raggiunge un tasso di umidità tale che la polvere non s´incendia neanche. Ma il caso è rarissimo nelle cartucce di produzione industriale, un po’ più frequente in quelle di produzione artigianale, sempre meno presenti.

E adesso… in bocca al lupo!!

Alessio Ceccarelli