CACCIA ALLE ANATRE IN VOJVODINA
I
n una mattina di ottobre, mia figlia Sonia ed io ci alziamo alziamo verso le due e mezza e dopo i dovuti preparativi ed il più che necessario caffè, partiamo a caccia di anatre.
E´ notte fonda e sulla strada non si vede nessuno a parte un pescatore, sulla bicicletta e con le canne in spalla. Guardo mia figlia e commento convinto: “Guarda questo matto, si alza cosi presto per andare a pesca!”. Lei mi guarda con occhi azzurri ed inizia a ridere a crepapelle…. E noi?
Cosa stiamo facendo? La caccia alle anatre è cosi, con alzatacce difficili molte ore prima dell´alba per raggiungere in macchina il lago, posizionarsi negli appostamenti, posizionare gli stampi …. e aspettare se le anatre vengono o meno. Ho perso il conto delle albe passate gli stampi davanti, il freddo, il vento, la pioggia o la neve, senza tirare o vedere nulla.
Pero, ci sono state altrettante albe indimenticabili nella mia vita …. E ora cerco di insegnare a mia figlia ad apprezzare questa caccia, fra le più incerte e, per me, fra le più belle che esistono. Ci aspetta Gianni, mio amico d´infanzia e la miglior guida professionale per la caccia alle anatre che ho conosciuto nella vita, dall´Argentina alla Mongolia. E´ un uomo che pensa come un anatra, e questa è la pura verità. Si dedica solo a questo tipo di caccia da quando era molto giovane e le conosce come pochi.
Ogni giorno si inventa qualcosa di nuovo per vincere nella Guerra eterna contro le anatre, si orienta con il vento, con la luna, con il sole e anche cosi… alcune volte non riesce a prevederle. Anche le anatre vincono, come mi ha insegnato l´esperienza di più di 45 anni di caccia nei laghi di tutto il mondo. Però, cacciare le mie nemiche anatre qui, nella mia patria, è una soddisfazione senza uguali. La caccia alle anatre non ha molti seguaci nella mia terra, qualcuno esce nel pomeriggio per spararne un paio, ma nessuno le caccia veramente, come Gianni ed io.
Lui di questa caccia ha fatto una professione e per me è diventata una delle grandi passioni nella vita. Gianni ci sistema in una piccola barca e in piena notte ci avventuriamo fra canali e canneti del lago – peschiera di carpe, dove cacciamo oggi. Avanziamo piano fra la vegetazione subacquea che rallenta l´elica. Gianni la deve pulire ogni due per tre per poter continuare, fino a raggiungere l´appostamento preparato al bordo di un apertura.
Sonia ed io saliamo sulla piattaforma di legno ben mimetizzata con le canne ed iniziamo a montare ed a caricare i fucili che useremo oggi per la caccia. Io ho un vecchio Beretta, compagno di molte cacciate, mentre per lei ho scelto un Benelli, che non ha molto rinculo. Prepariamo le cartucce e ci sediamo, mentre Gianni posiziona gli stampi davanti a noi. Prepara due linee di stampi, con la forma di una “V”, che si aprono d´avanti al nostro appostamento. Ci spiega che in questo modo lascia spazio per atterrare a piccoli gruppi di alzavole (si presume che oggi andiamo a caccia di alzavole che negli ultimi giorni stanno arrivando dal nord in massa) giusto di fronte a noi.
Posiziona uno stampo con le ali in movimento di lato, molto efficace per attirare vari tipi di anatre che volano alte senza intenzione di atterrare. Finiti i preparativi, si allontana dal nostro appostamento prima dell´alba. Si iniziano a sentire vari suoni sul lago. Per prime le alzavole, poi germani da varie direzioni, il fischio di ali di anatre alte in volo, fino a quando non si inizia a intravedere la prima luce. Le alzavole iniziano ad arrivare immediatamente ed atterrano nell´acqua davanti a noi. Ancora non si vede abbastanza per poter tirare, si intravedono solamente le silhouette nell´acqua fra gli stampi.
Aspettiamo ancora e dico a Sonia di preparasi, ci alziamo in piedi, le alzavole iniziano a volare e noi ci mettiamo a tirare con poca efficacia. La luce aumenta ogni minuto e con la luce iniziano ad arrivare le alzavole da tutte le parti. Lascio che Sonia tiri per prima ed io tiro dopo di lei, tante padelle, ma alcune alzavole restano in acqua dopo ogni tirata. Dopo circa 20 minuti ritornano come mosche, i fucili si scaldano, apriamo nuove scatole di cartucce, carichiamo, tiriamo, carichiamo …. Riesco a contare 18 alzavole nell´acqua, sparo ad alcune ferite.
Arrivano di nuovo dalla sinistra, tiriamo, Sonia inizia a tirare bene, prende un paio di alzavole con ogni passata. Il sole piano piano si alza e le anatre sorvolano meno. Dietro di noi arrivano altre anatre, manchiamo, carichiamo di nuovo, arrivano un paio di germani, padella clamorosa, carichiamo di nuovo… ed improvvisamente viene la calma, non volano più. Siamo storditi da tanti tiri, alcuni fischioni passano alto, si avvicinano alcune alzavole, ma fuori tiro, aspettiamo e guardiamo in tutte le direzioni. In pieno sole iniziano a volare i cormorani, nuoci per la fauna ittica, tiriamo alcuni che cadono pesantemente in acqua, come oche, feriti si immergono nell´acqua e scompaiono, li vediamo riapparire a 100 metri.
Il sole è alto e le anatre volano alte, non si avvicinano più agli stampi. Solo qualche alzavola si avvicina a tiro, cogliamo l´occasione e spariamo a varie in arrivo, sono tiri molto divertenti. Dopo un altra mezz´ora di tiri singoli, inizia la calma totale. E´ un giorno caldo per il mese di ottobre e poco a poco le anatre smettono di volare. Vediamo gruppi grandi che ci sorvolano alti tornano dalle coltivazioni, provo a chiamarli, ma non mi danno retta.
Qualche rara anatra si avvicina ancora, ma la caccia finisce cosi. Arriva Gianni con la barca, carichiamo le nostre cose, ricuperiamo gli stampi e le anatre e ci avviamo verso riva per le foto di rito. Cosi passa un altro giorno di caccia alle anatre nelle mie terre, per me un esperienza indimenticabile ed una caccia che faccio sempre con piacere.
Sergio Dimitrijevic
Per info: info@safariinternational.com