EUROPA: CACCIA IN PILLOLE
EUROPA: CACCIA IN PILLOLE
Pur molti Stati Europei appartenedo all’UE sono molteplici le modalità con le quali si esercita la caccia. In particolare dalle poche righe di questo articolo è possibile evincere che la maggior parte degli Stati descritti tengono molto conto delle tradizioni popolari sia nazionali che regionali.
GRAN BRETAGNA ed IRLANDA
In Gran Bretagna ed Irlanda i cacciatori si attesto circa sulle 600.000 unità. La caccia e la sua disciplina risulta estremamente semplice e non esiste una vera e propria normativa che disciplina l’attività venatoria. Più propriamente si esercita l’attività venatoria secondo una serie di atti giurisprudenziali emanati nell’ultimo secolo e mezzo. In questa paesi la fauna selvatica appartiene al proprietario terriero.
Egli può decidere di concedere l’esercizio sia in forma gratuita che in forma onerosa. In altri termini il concetto della caccia privata appare in Gran Bretagna ed Irlanda nella sua forma più pura. Molte specie di selvaggina si possono abbattere tutto l’anno con finalità di salvaguardia delle produzioni agricole o zootecniche. È il caso del colombaccio che in queste nazioni viene prelevato in tutto il corso dell’anno ed anche al di fuori delle aziende private che ricoprono circa il 60% del territorio.
Non esiste un calendario venatorio come noi italiani possiamo intendere ma una semplice elencazione delle specie che sono circa 30. La stagione di caccia inizia il 1° settembre e termina per alcune specie al 31 gennaio e per altre al 20 febbraio. Come anticipato alcune altre specie si abbattono anche oltre questi termini (non è considerata caccia ma abbattimento di controllo).
Diversamente dall’Italia è possibile cacciare tutte le specie di oche e il gabbiano. Si cacciano inoltre anche quasi tutte le anatre selvatiche, beccaccia, beccaccino, galliformi e tatraonidi. Sono escluse dalle specie cacciabili tutti i turgidi, la tortora, la pavoncella e l’allodola.
SPAGNA
La Spagna è un paese ove circa 1.000.000 di cittadini i dedicano all’attività venatoria. Il principio venatorio generale anche in questo caso di differenzia fortemente da quello italiano essendo la caccia legata al diritto di proprietà. I cacciatori pagano un tesserino regionale e per poter esercitare la caccia debbono essere soci almeno di una riserva di caccia.
Esistono tre tipologie di riserve ove si può esercitare l’attività venatoria: le Riserve regionali costituite da territorio demaniale, le riserve private e le zone di caccia controllate, molo minoritarie rispetto alle precedenti ed istituite eventualmente dalle regioni se si riscontra la necessità di un controllo numerico delle popolazioni di fauna selvatica.
In Spagna esiste il calendario venatorio che ogni regione emette all’inizio dell’estate. Si inizia cacciare verso la terza decade di agosto e si termina i primi di febbraio con circa 30 specie cacciabili. Per alcune specie quali volpe e cinghiale si arriva alla chiusura alla fine di febbraio. Rispetto all’Italia si caccia la tordela, la colombella, il fischione turco ed in alcune zone con specifici piani di abbattimento, il lupo. Mentre sono escluse dalle specie cacciabili il merlo, la marzaiola, il codone e l’allodola.
Da qualche anno è vietata la caccia alla tortora dal collare.
In conclusione la caccia in Spagna è non troppo dissimile dalla nostra in termini di specie cacciabili, mentre risulta essere particolarmente onerosa per i diritti di caccia migliori nelle aziende private.
FRANCIA
In questa nazione i cacciatori sono riuniti in associazioni locali ACCA che fanno capo ai proprietari terrieri ai quali viene dagli stessi versata una quota per esercitare il diritto di caccia e per rimborsarli per i danni arrecati dalla fauna selvatica alle colture agrarie. In teoria il cacciatore francese può avere mobilità su tutto il territorio nazionale semplicemente inscrivendosi a più ACCA ma nll realtà dei fatti i nostri colleghi transalpini cacciano in aree molto ristrette dei nostri ATC.
La normativa francese consente anche licenze temporali di breve durata per consentire l’attività agli stranieri o a colo che desiderno cacciare solo in particolari periodi dell’anno.
Le normative sono di tipo comunale un po’ restrittive per la fauna stanziale meno per la migratoria elemento che fa ambire e costare molto gli appostamenti fissi di caccia.
I tempi e le specie cacciabili si stabiliscono per decreto prefettizio e si assimilano al nostro calendario venatorio. Per alcuni distretti la caccia apre nella prima decade di agosto; la chiusura generale è fissata al 31 gennaio escluse alcune specie cacciabili in febbraio. Addirittura per il colombaccio sono previste deroghe possibili a tutto marzo per salvaguardare le produzioni agricole.
In Francia si caccia alcune specie di oche e di anatidi, la colombella, tordela, tortora dal collare. In totale le specie cacciabili sono circa 60.
GERMANIA e AUSTRIA
Le discipline venatorie di questi pesi d’oltralpe sono similari; entrambe sono legate al possesso di proprietà terriera o affitto del diritto di caccia. I proprietari possono associarsi costituendo riserve comunali o anche di estensioni maggiori fanno capo a regolamentazioni locali.
A parte la caccia di selezione che ha tempi diversi in Germania la caccia apre il 1° settembre e termina il 15 gennaio. In Austria nell’unico distretto ove si caccia la tortora apre il 16 agosto e la chiusura generale è il 31 gennaio. È comunque da rilevare che per molte specie esistono specifici piani di abbattimento con tempi diversi da quelli indicati.
BENELUX – OLANDA, BELGIO e LUSSEMBURGO
Anche in queste nazioni (Belgio, Olanda e Lussemburgo) l’esercizio della caccia è legato al possesso del diritto di proprietà terriera che può comunque essere ceduto in affitto a finalità venatoria.
In Belgio la stagione venatoria inizia il 15 agosto e termina il 31 gennaio. Le specie cacciabili sono poche, solo 6 mentre addirittura solo 4 in Lussemburgo.
In Olanda ove va un po’ meglio ai cacciatori con 17 specie cacciabili la stagione venatoria va un po meglio dal 1° settembre al 31 gennaio.