STORIA DELLE QUAGLIE DI PRIMAVERA di Armando Russo
A Primavera, quando ogni erba e pianta fiorisce e tutt’intorno è profumo, nei nostri campi si sente un canto diverso: sono le quaglie maschio che sono arrivate dall’Africa traversando il Mediterraneo.
Questo piccolo uccello ha una storia biblica: il popolo ebreo in fuga dall’Egitto sotto la guida di Mosè, nella penisola del Sinai, fu salvato dalla fame da un provvidenziale arrivo di Quaglie. Lo dice la Bibbia nell’Esodo. E’ la prima notizia protostorica del prelievo continuativo che l’uomo ha esercitato sulle popolazioni di quest’uccello dall’antichità a quarant’anni or sono. Indistintamente tutte le genti incluse nella sua area distributiva ne catturarono con ogni mezzo più o meno lecito, attingendo alla sua abbondanza. Le carni tenere e delicate tentarono ovunque i buongustai.
La caccia alla quaglia in primavera, quando ammessa, è stata la preferita dai nostri antenati. Nell’ultimo dopoguerra del ’43-44 a Messina il prelievo di quaglie e la sua caccia autorizzata dagli americani consentì a tante famiglie di portare a tavola qualcosa di diverso e nutriente in un’epoca di grandi ristrettezze anche alimentari. Chi può dimenticare la pietanza famosa “quaglie e piselli”.

Nonostante la falcidia di millenni la specie mantenne inalterata i propri effettivi, rimpiazzando le perdite con una fecondità straordinaria. Bastarono quarant’anni di “progresso” nei metodi di coltivazioni agricole per colpire ovunque la specie. Non casualmente le curve statistiche della sua contrazione e quelle delle moderne tecniche agricole con il loro incedere dall’Ovest all’Est europeo sono parallele. Dapprima la specie fu agevolata dall’estendersi delle coltivazioni, poi fu minorata quando la meccanizzazione e l’impiego a vario uso di sostanze chimiche ebbero il sopravvento.
Il processi riduttivo si è arrestato e la specie riprende. Le quaglie tornano a cantare nei prati. La Quaglia (peso gr 80/150) è l’unico galliforme migratore del nostro continente. Nella levata il corpo raccolto, tondeggiante, la coda cortissima, le brevi ali curve ci danno l’impressione di un volo faticoso. E’ sbagliato. In realtà l’uccello è perfettamente organizzato per i lunghi trasferimenti notturni. Si dice che attraversa il mare volando con una sola ala riposando l’altra a turno.
Ad Aprile e Maggio le Quaglie arrivano nelle contrade messinesi costiere da Tremestieri a Ortoliuzzo, precedute dai maschi. Essi si stanziano nei luoghi confacenti in attesa del transito delle femmine e con il canto le attirano a terra. Essi sono esseri focosi, poligami, tanto da essere stati presi a simbolo della lussuria dalle genti di religione maomettana. La prolificità della specie è eccezionale: da 12 a 18 uova il numero massimo, normalmente da 8 a 12.

Nella provincia di Messina, un tempo ricchissima di Quaglie, la sua presenza è condizionata dalla forza e direzione dei venti (scirocco e libeccio) al momento del transito primaverile. Oggi la quaglia viene allevata con grandi risultati tanto è che è diventata merce acquistabile a modesto prezzo ovunque per usi alimentari, ornamentali e cinofili. La Quaglia preferibilmente sosta in pianura. Con la sua copertura erbacea o cespugliosa nella quale si sa destreggiare a meraviglia essa rappresenta l’ambiente elettivo.
Non c’è limite tuttavia a dove si possa trovare tra l’erba la Quaglia, purché al zona abbia un buon grado di umidità, non sia pietrosa o boscosa. Pertanto le stanno bene anche prati e pascoli naturali pianeggianti, coltivi di piselli e fave. La Quaglia è il selvatico che esalta le doti del cane da ferma specie gli inglese come i Setter e i Pointer. Le tinte di entrambi i sessi sono mimetiche, fulvo giallastre striate di bianco fulvo nero. Il maschio si distingue per una striscietta nera dal becco alla gola ed il petto color ruggine limonato. I pulcini, naturalmente nidifughi, hanno un alto tasso di crescita.
Sono già in grado di effettuare tramuti dettati dal clima a mezza estate. Dal 20 Agosto iniziano le prime partenze per l’Africa se rinfresca un po’, lasciando il cacciatore con un palmo di naso. Molte sono le leggende legate alle Quaglie. Citiamo, come a Faro Superiore, in occasione della Festività di San Filippo D’Agira, si festeggia la “Sacra delle Quaglie” con la liberazione di 1000-2000 Quaglie precedentemente catturate o allevate, quale segno di ringraziamento al Santo per i raccolti d’annata.
Armando Russo
































