Tutti a terra


L´anno 1980 fino a quel momento era venatoriamente discreto per due amici, Franco e Piero, che quando il lavoro permetteva, partivano da Perugia per venire a cacciare nel comune di Castiglione del Lago. Venivano sempre soli e cacciavano nei soliti colli, questo perchè un´amicizia con un anziano cacciatore del luogo di nome Anselmo conosciuto anni indietro, aveva aperto loro alcune aree di rimessa della beccaccia con la promessa che tali informazioni non fossero ulteriormente divulgate.

Quell´anziano cacciatore, conosceva tutto dei luoghi ma nessuno dei compaesani lo voleva a caccia perchè dicevano ” brava persona, tanto brava, ma con il fucile in mano è pericoloso“. All´epoca dell´avvenimento l´anziano non andava quasi più a caccia, ma sempre andava loro incontro per gustarsi i loro racconti e contraccambiare le emozioni che i due gli trasmettevano con abbondanti e gustose colazioni. I due decisero di fare un regalo al loro amico invitandolo a caccia in una riserva dove si diceva ci fossero ancora presenti starne allo stato selvatico.

Anselmo non voleva andare, non credeva di avere un credito con i due amici, erano gli unici cacciatori che semplicemente con i loro racconti gli facevavo rivivere emozioni forti. Alla fine cedette e i due di buon´ora vennero a prenderlo da Perugia, dirigendosi poi in Toscana. Arrivati alla riserva, liberarono i due setter e si incamminarono la dove il guardiacaccia consigliava per poter avere maggiore probabilità di incontrare le starne. I setter iniziarono a scorrazzare gioiosi sui campi incolti e si misero ad avanzare in parallelo. Franco a destra, Anselmo al centro, Piero a sinistra. Mentre avanzavano in linea Franco e Piero cominciarono ad accorgersi del perchè altri cacciatori evitavano di frequentare Anselmo. L´anziano cacciatore vagava per la campagna con una vecchia doppietta calibro 16 a cani esterni che teneva assolutamente orizzontale sulle braccia indirizzando le canne a volte su Piero a volte su Franco.

Essendo poi sordo da un´orecchio ogni volta che lo chiamavano non capendo la direzione compiva una giravolta di 360° gradi brandeggiando l´arma in faccia ai due amici. Questi cominciavano seriamente a preoccuparsi anche perchè Franco notò un altro particolare non proprio trascurabile. Chiamo Piero e disse: “Piè, oltre alle canne che ci piazza in faccia c´è un problema peggiore“. “Peggiore?” disse Piero “E´ da un´ora che ho la doppietta puntata addosso“. “Peggiore si porco cane” esclamò Franco “facci caso, Anselmo continua a camminare con il fucile spianato e le dita sul grilletto“. “Porca Miseria” disse Piero “e me lo dici adesso”.

I due erano impauriti, decisero però di non dire nulla ad Anselmo escogitarono una soluzione. Al prossimo appezzamento cambiamo vengo io vicino a te e mandiamo Anselmo da una parte. E così fu. I due si tranquillizzarono, non chiamavano Anselmo che quindi non faceva le solite rotazioni pericolose e tutto procedeva bene. Piero disse a Franco !Adesso va tutto bene, ma speriamo di trovare le starne velocemente così gli spara e poi andiamo a casa portando a casa la pelle”. Arrivarono ad un appezzamento dove c?era un fossato allora Franco disse a Piero “tu va di la del fosso, io rimango di qua e Anselmo rimane di qua con me e continuiamo che questo è un buon campo; con la saggina, e il sorgo può essere che le starne sono qui“. A metà dell´appezzamento i setter fermano vicino ad Anselmo che avverte gli amici  “Ce semo, sono di quì“. Ad un tratto un frullo fragoroso, una fontana di starne. Anselmo nella sua vecchiaia non è più veloce nell´imbracciata: le scala una ad una giudicanole un tiro difficile. Ne incanna una che curva il suo volo dirigendosi verso il fosso o meglio verso Franco e Piero che camminano sulla stessa linea. Franco sbianca e grida “Oddio ci spara” e Piero “no non lo farà”. Trascorre una frazione di secondo poi Franco urla ancor più forte “lo fa ! tutti a terra“. I due amici simultaneamente si tuffano nel fossato seguiti da uno sciame di pallini che sfronda tutto sopra la loro testa. Anselmo ha sparato e la starna vola via sopra il fossato. “E´ matto” esclama Piero, “è matto andiamo via sennò lo strozzo“. Franco risponde:”Piè io mi sento male mi sa che me la sono fatta addosso“. Anselmo intanto impreca perchè la starna se ne è andata. Vede uscire i due dal fosso e gli dice “ragazzi non ho visto bene ma si dovrebbe essere rimessa nella siepe laggiù”. E Franco risponde “si non hai visto bene, la starna non lo so ma noi ci siamo rimessi nel fosso qui e rimarremo qui finchè non scarichi quel fucile“. A quel punto Anselmo capì di averla fatta veramente grossa si scusò mortificato, scaricò il fucile, legò il cane e chiese di essere riaccompagnato a casa. Così fu, la caccia non era stata fruttuosa, ma mentre tornavano a Perugia Franco disse: “Piè ´nnavremo chiappo niente ma almeno ´lnostro l´emo arporto e per come s´era messa c´emmavuto ´nbon culo“.

Franco Chocchi Chiunatti