UN DELITTO INVOLONTARIO di Riccardo Turi

Nel febbraio del 1960, mentre Tony Dallara cantava “Romantica” al Festival di Sanremo, io avevo da pochi mesi cominciato la mia avventura venatoria con il fucile (Beretta cal.28 ad una canna) acquistato da zio Franco dall´Armeria Carrieri di Fasano al prezzo di Lire 10.000.

Dunque, frequentando la 3^ media a Fasano (il 17 febbraio avevo compiuto 13 anni) andavo a caccia tutti i pomeriggi che lui scapolo dedicava alla caccia, mentre attendevo con ansia la domenica per poterci andare la mattina.

Un sabato sera me lo vedo arrivare a casa e darmi una decina di cartucce per il mio cal.28. Non le avevo mai viste così grosse ed infatti mi dice che erano corazzate che Raffaele, il factotum dell´Armeria, aveva caricato appositamente per me perchè la mattina dopo saremmo andati a caccia all´aspetto alle beccacce insieme ai soliti amici con in più un altro amico di nome Di Bari (“iaretidd”, che in fasanese vuol dire galletto).

Sveglia alle 5,30 e riunione al Bar “Abbracciante” in piazza a Fasano. La destinazione è “Montnett”, una delle colline che sovrastano la piana che da Fasano va a Monopoli, e precisamente in un posto chiamato “u iaddenar” (il pollaio). Sono in grande agitazione perchè non ho mai sparato nè ho mai visto la beccaccia anche se ne ho sentito parlare tante volte; ma zio Franco, che è un migratorista, rare volte ha avuto occasione di prendere beccacce. Quindi ben prima dell´alba siamo sul posto.

Discesa dalle macchine (siamo 6 o 7) ed indicazioni per dove appostarci. Con zio Franco ci mettiamo appena all´inizio delle macchie in un posto che è come un balcone sulla piana tutta di uliveti. Lo zio mi dice di stare attento perchè le beccacce arrivano nella penombra e devo essere rapido a sparare: io sono a sinistra e zio Franco a destra.

Ricordo di aver sparato 3 volte ed altrettante mio zio ma il risultato è negativo anche se pare che una è sembrata cadere nelle macchie. Tuttavia una rapida occhiata ed una cerca con un cane non da alcun risultato. Alla fine il solo Iaretidd ne aveva preso 3, mentre gli altri, pur avendo sparato diversi colpi, non erano stati altrettanto bravi.

Lo so, non era una bella cosa nei confronti dei cacciatori di beccacce insidiarle all´aspetto, tuttavia questa caccia fatta così aveva un fascino che devo dire da allora letteralmente mi rapì. Almeno fino al 1971/72 avrei praticato questa forma di caccia con assiduità e con discreti risultati con buona pace dei veri beccacciari.

Riccardo Turi