BENEVENTO: IMMISSIONE SELVAGGINA, RABBIA DEI CACCIATORI
Potrebbero esserci dei malumori da parte dei cacciatori sanniti, circa duemila e settecento i residenti, secondo i dati dell’anno scorso, e cinquemila provenienti fuori provincia, per la mancata immissione di selvaggina nelle zone adibite alla caccia, soprattutto lepri e fagiani. Entro il 31 luglio infatti i cacciatori residenti dovranno versare nelle casse della Provincia di Benevento la quota stagionale venatoria di 31 euro, la cui somma è destinata proprio per attività come il ripopolamento della selvaggina sul territorio sannita. Per i cacciatori non residenti si parla invece di 52 euro.
In sostanza qualcuno lamenta il mancato adempimento delle finalità della legge 157 sul ripopolamento, alla vigilia dell’apertura della caccia, prevista agli inizi di settembre. I cacciatori sanniti sono in fibrillazione non solo per la questione selvaggina ma anche per il tesseramento alle sette associazioni presenti sul territorio, sette in tutto: Eps, Federcaccia, Liberacaccia, Anu; Arcicaccia, Italcaccia, Enalcaccia; tesseramento che determinerà anche le rappresentanze nel comitato tecnico provinciale per la gestione caccia.
Nei mesi scorsi di febbraio e marzo si attendeva l’immissione di selvaggina per favorire il ripopolamento sul territorio e nelle aree vocate alla caccia, (lepri, fagiani), mentre invece, oggi, si lamenta la totale assenza di tale azione, sollevata tra l’altro anche dall’Eps proprio pochi giorni. Si tratta di una somma di circa 60-70 mila euro derivante proprio dalle quote annuali, che entro il 30 marzo la Provincia avrebbe dovuto investire, mediante apposito bando, in ripopolamento della selvaggina ma che fin ora non è stato fatto.
Michele Intorcia
Tratto da www.sannioportale.it