CACCIATORI … DIAMO FORZA ALLE NOSTRE IDEE
Questa mattina organizzato da Fondazione UNA si è svolto un convegno di alto profilo sia per i temi trattati che per i relatori presenti: “La gestione del patrimonio vivi-faunistico in Italia: tra piccoli e grandi passi dove siamo e dove arriveremo” è il titolo dell’incontro a cui hanno partecipato:
– Mauro Libè, consigliere politico di Gian Luca Galletti, Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
– Giampiero Sammuri, presidente Federparchi.
– Roberto Moncalvo, Presidente Coldiretti.
– Anna Maria Bernini, vicepresidente del gruppo di Forza Italia al Senato
– Mariastella Gelmini, vicecapogruppo vicario di Forza Italia alla Camera e coordinatrice lombarda
– Marco Donati, Deputato Pd, membro della Commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo alla Camera dei Deputati
– Luciano Rossi, Senatore Alternativa Popolare – Centristi per l’Europa – NCD
– Stefano Borghesi, Deputato Lega Nord
Per coloro che volessero approfondire l’intero evento è disponibile online sulla pagina ufficiale della Fondazione UNA Onlus all’indirizzo: https://www.facebook.com/FondazioneUNAOnlus/.
Durante il dibattito sono emersi molti spunti di forte interesse per il mondo venatorio su cui vale la pena fare alcune riflessioni.
- La tutela del territorio e la gestione del patrimonio vivi-faunistico che aspetta da anni una regolamentazione legislativa che dia gli strumenti necessari per un’azione ancora più incisiva e che probabilmente non troverà ancora risposte visti i tempi stretti di fine legislatura.
- Il rapporto tra il mondo rurale e quello venatorio che si va sempre più consolidando con vedute comuni sulle strategie di intervento come la problematica del crescente abbandono delle aree rurale ed in particolare delle aree montane e collinari e del relativo presidio, basti pensare al crescente numero di incendi che ha caratterizzato la stagione scorsa.
- Le problematiche legate alla proliferazione fuori controllo della fauna selvatica in particolare il lupo, i cinghiali ed alcune specie di ungulati che oltre che produrre danni per oltre un miliardo di euro con la distruzione delle colture e degli allevamenti, sta diventando un vero e proprio problema di ordine pubblico dovuto sia al crescente numero di casi di incidenti stradali ma che incomincia a preoccupare anche dal punto di vista sanitario con l’insorgere di malattie che ormai si pensavano debellate e che nel tempo potrebbero in modo serio minacciare gli allevamenti.
- La capacità del mondo ambientalista di dare voce alle proprie istanze sempre pronta a mettere in piazza gli “ … ismi” con una cassa di risonanza mediatica che va ben al di là di quella che è la loro reale portata a cui fa da contraltare la divisione dell’associazionismo venatorio nonostante gli sforzi profusi da alcune associazioni, che spesso pregiudica la possibilità di creare una lobby in grado di dar voce alle proprie istanze non solo nei palazzi della politica ma anche nella società civile dove la figura del cacciatore viene demonizzata a prescindere.
- La necessità di creare cultura venatoria che significa recupero della tradizione con i suoi valori millenari, tutela controllata dell’ambiente che rispetta le leggi ed i regolamenti (in Italia forse non esiste ambito con più regolamentazione a tutti i livelli come quello della caccia), presidio del territorio e valorizzazione dello stesso che deve essere portata a conoscenza dei giovani partendo da una informazione che non deve essere farcita di retorica ed ipocrisia come oggi avviene e che deve necessariamente entrare nelle scuole per creare una vera coscienza critica nelle futura generazioni.
- Ultimo ma non per ultimo l’aspetto economico che vuol dire salvaguardia e creazione di posti di lavoro. Pochi sanno perchè spesso non fà comodo dirlo che l’industria italiana del settore è una delle eccellenze mondiali non solo nel settore delle armi sia ad uso civile che sportivo (l’export del settore è superiore al 90% e si attesta come percentuale al primo posto in questa speciale classifica subclassando anche il il settore moda ) ma anche nel settore abbigliamento e calzature tecniche ed accessori, anche se fa scomodo anche questo vuol dire affermare il tanto decantato Made in Italy nel mondo.
Alla fine del dibattito erano tutti concordi nel proseguire sulla strada intrapresa, una comunione di intenti che Fondazione UNA è riuscita a creare con la sua azione di avvicinare mondi che spesso e volentieri in passato non si parlavano. Ora sta ai protagonisti del nostro mondo non disperdere ancora una volta questo patrimonio che si sta creando con progetti ed azioni reali in grado per usare un termine calcistico di “smarcare” la caccia e i cacciatori dall’angolo e far sentire la propria voce che dovrà essere capace di rispondere colpo su colpo alle menzogne e alle ipocrisie che hanno caratterizzato e come già detto demonizzato in passato il mondo venatorio.
Mi sia consentito infine un sincero ringraziamento all’azienda Benelli Armi – unica azienda del settore – da sempre vicina alla Fondazione UNA, presente in forze all’evento con i suoi uomini, per il suo sforzo nel sostenere in modo convinto le ragioni che animano gli obiettivi che si pone la fondazione e che ancora una volta ha dimostrato che nel suo DNA non c’è solo la produzione di prodotti d’avanguardia che il mondo ci invidia ma è portatrice di alti valori culturali oggi più che mai necessari per dare forza all’azione del mondo venatorio.
“Il cacciatore, paladino dell’ambiente” così recita lo slogan della Fondazione UNA, la strada è tracciata, un primo tratto forse il più difficile è stato percorso …. ora insieme avanti tutta per sconfiggere i falsi pregiudizi che ci circondano!
Per chi volesse approfondire gli obiettivi di Fondazione UNA vi invitiamo a visitare il sito www.fondazioneuna.org.
Roma – Piazza Montecitorio 14 novembre 2017
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