CINGHIALE: LE RICHIESTE DI COLDIRETTI PER IL NUOVO GOVERNO
Le elezioni politiche recentemente fissate, daranno a breve un nuovo governo all’Italia e Coldiretti intende sin da subito annunciare che insisterà di nuovo per ampliare il periodo di caccia al cinghiale.
Ettore Prandini Presidente Nazionale di Coldiretti ha annunciato che appena insediato il nuovo governo uscito dalle elezioni del 25 settembre, Coldiretti chiederà sin da subito la modifica dell’articolo 19 della legge 157 che porti all’ampliamento del periodo della caccia al cinghiale.
Nel corso dell’Asseblea di Coldiretti si è anche stigmatizzato il paradosso di dover procedere con una nuova richiesta dopo che il decreto che sembrava essere in procinto di essere varato è poi rimasto fermo senza essere seguito da nessun provvedimento.
I numeri proposti sono decisamente significativi con decine di migliaia di aziende agricole che segnalano danni effettuati dagli oltre 2 milioni di cinghiali che proliferano senza un controllo e che oltretutto oltre ai danni economici arrecati alle colture agrarie, sono in questo numero pericolosi per la salute pubblica e per la sicurezza dei cittadini.
Danni importanti che aggravano ulteriormente i deficit su prodotti agrari sui quali l’Italia non è per nulla autosufficiente, producendo rispetto al totale delle necessità il 36% del frumento tenero, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% di grano duro, il 73% di orzo, il 63% di carne suina, il 49% della carne ovina e caprina, l’84% di latte e formaggi. Situazione questa generatasi negli anni per la bassa remunerazione che si può ottenere in agricoltura, ma che oltre a molte altre difficoltà, la problematica della eccessiva proliferazione del cinghiale.