I CACCIATORI E LE FOTOTRAPPOLE

I CACCIATORI E LE FOTOTRAPPOLE

Negli ultimi anni la disponibilità di strumentazioni sempre più efficienti e performanti a costi sempre più accessibili ha rapidamente modificato il nostro modo di vivere, con una velocità e una dimensione forse inimmaginabili solo pochi anni fa. Per molti di noi è oggi normale connettersi a internet, effettuare ricerche, inviare email, immagini o filmati anche da aree naturali (a patto che sia presente segnale gsm).

Stessa cosa si potrebbe dire per le funzioni di geolocalizzazione (gps), gestione mappe e dati geografici. In un lasso di tempo sorprendentemente ristretto abbiamo assistito ad una progressiva espansione delle applicazioni e degli strumenti, dovuta alla uscita sul mercato di prodotti e soluzioni di grande interesse ed enorme potenzialità, a prezzi concorrenziali. Per sua natura intrinseca, il mondo venatorio e, più in generale, faunistico è forse tra i settori meno interessati nell’immediato dal rapido sviluppo di applicazioni innovative.

Tuttavia, sia per il dinamico espandersi di soluzioni mobili (app per smartphone che forniscono un ausilio alla localizzazione o all’orientamento, fotocamere integrate con caratteristiche tecniche avanzate, servizi di raccolta, immagazzinamento e invio di informazioni di vario tipo, previsioni meteo aggiornate in tempo reale ecc.), sia per l’uscita sul mercato di proposte calibrate sulle necessità dell’utenza, sta avendo, al pari di altri contesti, un cambiamento importante in termini di ruolo del cacciatore e corretto utilizzo delle potenzialità offerte dai moderni mezzi informatici.

Un aspetto di cui non si parla abbastanza, e soprattutto ancora non in modo strutturato, e quello relativo alle fototrappole (o camera traps). È sufficiente cercare in internet o anche sfogliare una semplice rivista di settore per trovare informazioni su varie tipologie di prodotti, con caratteristiche differenti. Molti dei lettori sapranno già di cosa stiamo parlando: si tratta di macchine fotografiche digitali inserite in una struttura mimetica e impermeabile, dotata di sensori che rilevano il movimento degli animali e fanno scattare la macchina fotografica al loro passaggio.

Ne esistono di varie tipologie, dimensioni e prestazioni, con diverse soluzioni di illuminazione notturna (flash, oramai poco utilizzato per l’effetto di disturbo per la fauna, e illuminatori a infrarossi di tipologie molto diverse). Sebbene il primo interesse che muove verso l’acquisto e l’utilizzo di trappole fotografiche da parte dei cacciatori sia probabilmente quello di fotografare la specie di interesse cinegetico, ben presto i fruitori si renderanno conto che lo spettro di animali che si possono “immortalare” in natura è veramente ampio! Ed è questo uno spunto per tornare su un argomento a me caro, ovvero la banca dati faunistica e, più in generale, la raccolta di dati che solo chi conosce bene il territorio e dedica tempo alla sua fruizione e gestione è in grado di portare avanti compiutamente.

Con le dovute attenzioni e con la massima correttezza verso le specie rare o protette, attraverso questi sistemi è possibile, se opportunamente calibrati e posizionati sul territorio, raccogliere dati su distribuzione, abbondanza relativa, rapporto tra sessi e classi di età di molte specie. C’è già chi, a livello europeo, sta pensando di utilizzare questa grande potenzialità per raccogliere in un enorme database tutte le immagini, classificandole e georeferenziandole. Un esempio in questo senso è il progetto inglese Mammalweb, che dà anche modo a chiunque si registri al sito di visionare le foto presenti e di contribuire alla identificazione delle specie in esse rappresentate.

Un bell’esercizio e un servizio verso i ricercatori, che si troverebbero in difficoltà nel gestire migliaia di immagini! Unico limite al momento: il sito è in lingua inglese. Ma c’è già chi sta lavorando per realizzarne versioni nelle varie lingue, in un contesto collaborativo a livello europeo. Una ulteriore, nuova occasione per i cacciatori per dare il loro contributo alla conoscenza, in un contesto di citizen science! (Dottoressa Giorgia Romeo – Tratto da “il Cacciatore Italiano” n. 4 – 2016)




Tratto da www.ladeadellacaccia.it