IL CALIBRO DI ROBERTO FONTANAZZA

IL CALIBRO DI ROBERTO FONTANAZZA CACCIA

A differenza delle armi da guerra e delle rivoltelle, nelle quali la capacità della canna è indicata con i millimetri del diametro, nei fucili da caccia il calibro indica le palle adatte, che potrebbero farsi con una libbra inglese di piombo.



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Quindi dicendo che un fucile è del calibro 10 o 12, s´intende che le canne possono contenere esattamente una palla di piombo corrispondente alla decima od alla dodicesima parte di una libbra inglese; e di conseguenza sono tanto più strette quanto il numero del calibro è più alto.

La scelta del calibro vien fatta un po´ capricciosamente, seguendo la moda: tempo fa questa portava i calibri grossi, e sarebbe parso ridicolo l´uscire a caccia con un fucile inferiore al 12, ora porta i piccoli e non sono pochi coloro i quali usano il 20. La generalità si attiene però al 16 per le cacce comuni, ed al 12 per quelle d´inverno.

1 Una libbra inglese corrisponde a 16 oncie, un´oncia a 16 dramme, una dramma a 27.545 grani. Prima costruivansi canne dei calibri: 4, 6, 8, 10, 12, 14, 16, 18, 20, 24 e 28; ora sono stati abbandonati gli intermedi e si fabbricano del 4, 8, 12, 16, 20 e 28: è difficile per gli altri trovare in commercio cartucce corrispondenti.

Vi sono partigiani sfegatati pel calibro 12, come ve ne sono degli entusiasti del 20; gli uni e gli altri decantano quello da loro usato, cercando di convincervi per farvene acquistare uno simile; essendovi tra le smanie dei cacciatori anche quella di far proseliti.

Vi diranno che il calibro grosso è troppo pesante; che le cariche vengono a costare quasi il doppio e, peggio ancora, che dà un rosone meno compatto; che il piccolo invece è più leggiero, consuma meno polvere e porta meglio il piombo. All´opposto, i nemici del calibro piccolo, vi obietteranno che questo è tutt´ al più un´ arma buona pei giovanetti o per le signorine; che porta meno lontano; che contenendo meno pallini, deve necessariamente dare un rosone più piccolo, e quindi diminuire le probabilità di uccidere.

La verità è che tanto il grosso, quanto il piccolo, uccidono; a condizione di caricar bene, tirare diritto, ed a giusta distanza. Certo nei calibri minori è più facile che in quelli grossi trovare le dosi per le cariche. Risentono meno le conseguenze dei cambiamenti atmosferici…… ma con tutto questo io non mi sentirei il coraggio di andare a caccia alle anitre, e nemmeno ai beccaccini, con un fucile il quale può lanciare 25 grammi di piombo, mentre posso portarne comodamente uno che ne lancia 35 a maggior distanza.

Da esperimenti fatti, si sono avuti i seguenti risultati con un bersaglio di 75 centimetri di distanza. Le differenze sono quindi: e rispettivamente di 1/36 ed 1/35 nella penetrazione. Essendo da aggiungere le differenze della quantità del piombo contenuto nella carica, prendiamo per normale: 35 grammi di piombo nel 12 30 “ “ 16 25 “ “ 20 e col N. 7 inglese, che dà 12 pallini al grammo, avremo: 62.

Dunque a 36 metri di distanza, metteremo in un bersaglio di 75 centimetri: Col calibro 12, pallini N. 280, penetrazione 36 16 “ 216 “ 35 20 “ 171 “ 34 con delle differenze perciò di: 64 tra il 12 ed il 16 45 tra il 16 ed il 20.

Se resta con ciò giustificata l´accusa contro il calibro grosso di dare, relativamente, un rosone meno guarnito, è anche accertato che mette maggior piombo nel bersaglio, ed ha maggior penetrazione. Non saprei quindi rinunziare a tale vantaggio, quando le spalle mi permettono di portare un´arma e delle cariche più pesanti, ed i perfezionati modi di lavorazione, mi danno fucili solidi ad un tempo, e non troppo gravi.

Il calibro 16, credo possa risponder bene per tutte le cacce, così nell´inverno, come nell´estate; tanto più che desso, tenendo il giusto mezzo, risente dei vantaggi degli uni e degli altri, subendone meno i difetti.

Il calibro 16, credo possa risponder bene per tutte le cacce, così nell´inverno, come nell´estate; tanto più che desso, tenendo il giusto mezzo, risente dei vantaggi degli uni e degli altri, subendone meno i difetti.