ORSO BRUNO MARSICANO, APPELLO E CONTRAPPELLO
Intervengo in merito alla tua ultima comunicazione, che immagino diffusa a molte persone ed organismi, come lo è questa mia e-mail, e mi scuso per chi ne riceverà più di una copia (ma è per una questione di privacy e di funzionalità del metodo di invio).
OK, questa volta il discorso è più ragionevole, anche se io resto sempre dell’idea che oggi bisogna cercare di salvare la popolazioni sopravissuta e, come anche tu scrivi, dispersa in mezzo Appennino centrale. Ma la cosa più importante da fare resta comunque quella di FARE DI TUTTO affinché il nucleo centrale e più importante, quello del Parco Nazionale d’Abruzzo e suoi circondari, non subisca ulteriori riduzioni e perdite di individui. E ciò si ottiene solamente con i 5 punti da me indicati. Tutto il resto può anche affascinare naturalisti e ricercatori, ma non è prioritario.
Gli studi di genetica e/o “l’inselvatichimento” che auspicano gli attuali ricercatori sul campo si potranno anche fare in futuro, quando la popolazione avrà raggiunto un numero almeno equivalente a quello di quarant’anni fa, sebbene anche allora si ritenesse comunque l’Orso marsicano ad alto rischio di estinzione.
Se oggi l’Orso ricerca il mais e le pecore, il mais e le pecore gli dobbiamo dare. Faremo sempre in tempo ad “educarlo” alle mele selvatiche, al ramno, ad ogni altra forma vegetale da lui appetita od alla predazione di animali selvatici, compreso l’utilizzo di carcasse uccise da altri animali: anche perché non si cambia dall’oggi al domani un comportamento animale vecchio di migliaia di anni. Ma non solo, non si produrrà nessun danno nel prendere i provvedimenti proposti, anzi, caso mai si favorirà l’economia locale e si otterrà il rispetto delle popolazioni locali, le quali non hanno mai odiato l’Orso.
Se lo vogliamo salvare, ci vuole un unione trasversale, perché nessuno desidera l’estinzione di quest’animale simbolo dell’Abruzzo e del suo Parco. Ma l’appello va inviato A TUTTI, compresi i cacciatori e gli allevatori, perché non è creando nemici dell’orso che lo salveremo. Se gli studiosi sono importanti sul piano scientifico, sul piano pratico lo sono ALTRETTANTO gli agricoltori, i pastori ed i cacciatori. In Abruzzo tutti amano e vogliono salvare l’orso, anche quelle categorie che magari sono state responsabili della morte di qualche loro individuo (e forse tra queste categoria dovremmo avere il coraggio di inserire anche le nostre, se non altro per responsabilità indiretta).
Cordiali saluti,
Franco Zunino
Wilderness Italia