SAVONA, RIAPERTURA CACCIA AL CAPRIOLO
È ripartita, in tutta la provincia, la caccia di selezione al capriolo. Come disposto dalla delibera della scorso giugno della Giunta provinciale, infatti, la caccia agli ungulati è stata formalmente riaperta a partire da ieri, 16 agosto, e proseguirà sino al prossimo 29 settembre, nelle tre giornate settimanali del lunedì, giovedì e sabato: per tutto il periodo, i «selecontrollori» potranno abbattere negli ambiti territoriali di caccia i soli esemplari maschi, così come accaduto nel primo periodo, compreso tra il 16 giugno e il 14 luglio.
Seguirà, dal primo gennaio al 15 marzo 2015, il periodo di abbattimenti per gli esemplari femmina. Per quanto riguarda la stagione 2014/2015, il contingente complessivo di capi da abbattere durante i tre periodi, oltre che negli Atc savonesi anche nel comprensorio alpino e nell´azienda faunistica venatoria di Piana Crixia, è stato fissato in 1.496 unità, dato rilevato in seguito al censimento degli ungulati sul territorio dal Dipartimento Distav dell´Università di Genova (e sottoposto al parere dell´Ispra).
Nel censimento è stata valutata una popolazione complessiva di 13.058 capi: sulla base di tale cifra è stato disposto un piano di prelievo selettivo rivolto a ridurre il numero dei caprioli dell´11,5 per cento, pari appunto a 1.496 capi. Spesso sollecitata dal comparto agricolo e dalle relative associazioni di categoria, ma recentemente invocata anche per mantenere sotto controllo la sicurezza sulle strade dell´entroterra, la caccia di selezione al capriolo è invece notoriamente contestata dalle associazioni animaliste, che a più riprese hanno sottolineato come questa misura non sia in sè efficace per ridurre il numero degli ungulati.
«I colpi di fucile – dicono dall’Enpa – spaventano decine di altre specie animali alle prese, in questa stagione, con la cura e l’accrescimento dei piccoli. Questa caccia di selezione, come quella al cinghiale, non avrà poi ripercussioni sulla popolazione complessiva delle specie – dicono – ma gli appelli lanciati da quindici anni dalla Protezione Animali savonese, per ricercare metodi di contenimento diversi dal fucile, sono sistematicamente ignorati». [L.MA.]
Tratto da www.lastampa.it