UDINE: LA REGIONE NON PAGA I DANNI DA FAUNA SELVATICA AGLI AGRICOLTORI

UDINE: LA REGIONE NON PAGA I DANNI DA FAUNA SELVATICA AGLI AGRICOLTORI CACCIA

Ristorare gli agricoltori dei danni provocati dalla fauna selvatica. E prevedere strumenti normativi per semplificare e velocizzare le procedure di liquidazione degli indennizzi coinvolgendo gli istituti di gestione venatoria come accade in altri regioni. Federcaccia provinciale di Udine, premesso che la collaborazione tra agricoltura e caccia «è condizione indispensabile per realizzare una gestione rispettosa degli obiettivi del Piano faunistico», chiede alla Regione Friuli-Venezia Giulia «di rispettare il dettato normativo».

Le parole del presidente provinciale Adriano Piccoli giungono in occasione della presenza di Federcaccia Udine ad Agriest (padiglione 5 dalle 9.30 alle 18.30) con al centro del dibattito la presenza del cacciatore a servizio dell’agricoltura per il controllo delle specie opportuniste e alloctone. Il riferimento è a cornacchie grigie, piccioni, gazze, nutrie, cormorani, storni. Ma i danni causati all’agricoltura hanno assunto dimensioni allarmanti soprattutto per l’incremento del cinghiale e del capriolo, con gravi ripercussioni sui bilanci delle aziende agricole raramente indennizzate per intero e in modo puntuale come previsto dalla Lr 157/92.

Federcaccia ricorda che per finanziare gli indennizzi (il tetto massimo è l’80% del danno) è previsto il “Fondo per il miglioramento ambientale e la copertura dei rischi” alimentato anche con i proventi delle tasse di concessione in materia di caccia. «Ogni anno – spiega Piccoli – i cacciatori versano la quota per il rilascio del tesserino venatorio, ma solo una parte dei fondi viene destinata alla sua originaria finalità: prevenzione e indennizzo dei danni, ma anche iniziative di miglioramento ambientale per favorire l´insediamento, la salvaguardia e l´incremento della fauna selvatica».

A conti fatti, gli stanziamenti del bilancio a favore delle Province per gli indennizzi sono invece sempre inferiori ai versamenti dei cacciatori. La differenza, nel 2014, è stata di 200 mila euro.

Tratto da www.lavitacattolica.it