ANPAM: ECCELLENTI VALORI PER IL SISTEMA CACCIA E TIRO ITALIANO
La ricerca dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo identifica per il 2023 una crescita di fatturato del 59,5% rispetto ad precedente rilevazione del 2019. 8 i miliardi di euro il valore diretto e indiretto del settore venatorio.
Il valore economico diretto del settore, comprende produzione di armi e munizioni civili e la loro distribuzione si attesta ad oltre 1,3 miliardi di euro, ed il suo saldo import-export è particolarmente positivo.
L’indagine compendia anche il valore dei settori collegati alle attività sportive del tiro e della caccia, con un valore di quasi 6 miliardi di euro mentre la spesa di tiratori e cacciatori supera i 3 miliardi di euro.
Passando al numero degli occupati il settore di produzione da lavoro a 19.000 addetti ma se si vanno a considerare anche altri settori collegati a caccia e tiro il numero degli addetti sale a 88.000 addetti nel 2023.
Il presidente di ANPAM Giovanni Ghini ha dichiarato che anche per il 2023 il valore dell’industria armiera italiana si riconferma un’eccellenza per il mercato estero, come si evince dai dati relativi all’export. Siamo soddisfatti che lo studio realizzato dall’Università di Urbino dimostri e quantifichi con precisione il valore economico generato dal settore, evidenziandone l’impatto positivo sul PIL del Paese. Un successo che si riflette pure in ambito sportivo, se pensiamo che alle Olimpiadi di Parigi 2024 gli atleti che hanno utilizzato fucili italiani si sono aggiudicati 18 medaglie sulle 18 totali, mentre le munizioni “Made in Italy” hanno registrato 14 vittorie su 18. Un’ulteriore riprova che know-how produttivo e altissimi standard di precisione fanno dell’industria armiera italiana un settore apprezzato da oltre 100 milioni di cacciatori e tiratori sportivi nel mondo.
I dati della crescita son il risultato dei progressi e dell’efficienze raggiunte nei processi produttivi messi in atto delle imprese armiere italiane, uniti alla grande qualità dei prodotti riconosciuta dai mercati mondiali.
Lo studio dell’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo che si era proposto di stimare il valore ha sicuramento evidenziato un settore in buona salute, nonostante tutto.