GIANCARLO MICIO: IL RICORDO DI UN UOMO MITE

La scomparsa di Giancarlo Micio è di quelle che segnano forte per l’affetto, ma onorano un uomo che nel ricordo di tutti, ha saputo dare senza mai alzare i toni e pretendere attenzione. Da suoi modi gentili e sobri ho potuto solo imparare.

Certo è ovvio la mia conoscenza di Giancarlo Micio, armiere in Castiglione del Lago, è indissolubilmente legata alla caccia, senza di essa probabilmente, sarebbe stato un volto conosciuto in un paese e nulla più. Ma la caccia c’è e anche per questo va tenuta stretta, perché ti porta a contatto delle persone perbene. Ho sempre apprezzato l’uomo forse perché l’ho sempre assimilato a mio padre. Stessa classe, stesso piacere e senso di responsabilità nel crescere tenacemente una bella famiglia assieme alla sua Maria e stessa predisposizione di mio padre a darle serenità, sicurezza e insegnarle la strada della vita.

A volte mi chiedo se riuscirò a bilancio di una vita, ad essere come loro, come è stato Giancarlo. Certo è, che persone così, spostano l’asticella dei valori un po’ più in la e competere per me come per i cari Gioiello, Perla e Giada è un’impresa; ma ci hanno insegnato tutto a dovere, adesso sta a noi. Il vuoto lasciato è solo mitigato da questi ricordi e inevitabilmente tornato alla mente i fotogrammi di una persona che mi ha sempre accolto nella sua armeria col sorriso sulle labbra al saluto di ciao Dottore. E’ questa una qualifica di studi che ho, ma alla quale non mi è abituale prestare attenzione, ma la sua la notavo sempre, perché racchiudeva in se la consapevolezza del sapere quanto io, come sua figlia Giada, avevamo faticato e sofferto nei lunghi anni di studi. E un padre che ha assistito agli sforzi della figlia, senza mai essere il protagonista, le tribolazioni di un percorso universitario le ha vissute ed assimilate.

Nella mia seconda vita di appassionato di ricarica domestica, di presunti esperti e grandi balistici ne ho sentiti tanti, ma personalmente mi son voluto confrontare solo con Giancarlo perché sin dalla prima volta che gli posto quesiti ho potuto apprezzare che bandendo tutte le fantasie proprie a molti, ci si sedeva da una parte, tabelle alla mano e sulle quelle si ragionava. Quelle stesse tabelle che per tanti anni gli avevano garantito il reddito per crescere una famiglia, tabelle di cui si fidava e che aveva il piacere di sottopormele e farmici ragionare, sempre in modo mite e sobrio, allontanando gli eccessi.

Si, è stato un piacere aver avuto la sua frequentazione e un ricordo forte che ho, è stata la sua collezione di doppiette, di cui era indubbiamente uno dei più importanti conoscitori italiani, anche se no lo avrebbe mai detto; presentò a me agli amici del Club Calibro 16 la sua collezione e per due ore stemmo in casa sua fin nella sua camera. Due ore banali se vogliamo, trascorse tra appassionati, vissute però con una persona alla quale brillavano gli occhi per interlocutori attenti, ai quali poteva dare.

Si, dare è sempre stata una prerogativa che ho letto in Giancarlo ed per questo che adesso si sente il vuoto. Non è lo stesso vuoto affettivo che sentono i suoi cari, ma è lo stesso importante, forse anche di più, perché caratterizza l’essenza di uomo che è andato verso gli altri, oltre la famiglia, verso gli altri. E non ce ne sono molti così.

La vita continua senza di lui sino a quando non lo raggiungeremo, e so di essere più ricco perché ci siamo frequentati, con età diverse, con approcci diversi, ma con la condivisione di pensieri e ragionamenti che accomunavano due persone che potevano essere padre e figlio.

Ciao Giancarlo, Gioello ti ha definito maestro di vita …. concordo, lo sei stato anche per me!!