COCKER SPANIEL INGLESE

“ …il mio Cocker è il mio ammiratore più sincero: mi ama senza aver mai letto nulla di ciò che ho scritto…”
(Joseph Rudyard Kipling 1865 –1936)

Le Origini

Per risalire agli antenati del Cocker, dobbiamo ricostruire le origini degli Spaniels: ed esse, nonostante il nome che ne ricondurrebbe in maniera intuitiva la nascita in terra spagnola, non sono ancora oggi del tutto certe. Tale ipotesi sarebbe comunque la più accreditata e vedrebbe l’arrivo in Europa di questi cani dall’Oriente, in epoca molto antica, addirittura durante il periodo delle crociate.

In effetti, a seguito di esse in Occidente, in particolare in Spagna, venne introdotta la caccia col falcone, attività che necessitava della presenza di questi cani di media taglia, dal grande olfatto e ricercati per la loro capacità di scovare le prede e involarle in presenza del rapace.

Altra ipotesi, ad oggi meno accreditata, è che il termine Spaniel derivi dalla lingua punica per la quale “span” significa “coniglio”; essa vedrebbe questi cani arrivare sulle coste della Gran Bretagna al seguito del popolo fenicio, cosa assai improbabile perché tardiva rispetto alla prima accertata presenza di Spaniel in Europa.

Già nei testi dello scrittore inglese Geoffrey Chaucer (1340 – 1400), si accenna a questa tipologia di cani, utili nella caccia con le reti, ma le prime informazioni accurate sono riportate in uno dei più antichi manuali di caccia, il “Traitè de la chasse”, risalente al XIV secolo e redatto dal francese Gaston Phoebus, conte di Foix. Egli, infatti, nel suo trattato dedicò un capitolo intero alla descrizione di cani utilizzati nella caccia agli uccelli, chiamandoli “espainholz”, quindi presumibilmente cani di origine spagnola importati in Francia.

Questi cani, presenti anche alla corte d’Enrico VIII, venivano richiesti per la loro spiccata attitudine alla cerca; pare che già nel XVII secolo fossero suddivisi in Spaniel di terra e Spaniel d’acqua sulla base delle loro attitudini al riporto in ambienti diversi. Nel secolo successivo cominciarono a delinearsi due tipi di spaniel principali: uno di dimensioni maggiori, molto apprezzato per la caccia alla selvaggina d’acqua, da cui si originerà lo Springer Spaniel, ed uno più piccolo, specializzato nella caccia alla grouse e alla beccaccia (“woodcock”), il cui nome fu ben presto associato per sempre a questo selvatico, il Cocker Spaniel.

Questo antico Spaniel da beccaccia si rivelò rapidamente molto adatto non solo alla caccia su terreni ampi e pianeggiati, ma anche capace di cercare, inseguire e riportare il selvatico in ambienti molto diversi tra loro: da terreni boschivi o ricoperti da rovi e macchie ai canneti e agli acquitrini. Pur essendo di taglia inferiore rispetto allo Springer, il Cocker di allora aveva comunque dimensioni decisamente maggiori di quelle degli attuali.

Per ridurne la mole e adattarli ad esigenze venatorie che li volevano capaci di introdursi anche nel fitto delle boscaglie, gli antichi Spaniel da beccaccia vennero quindi incrociati sapientemente con i piccoli Spaniel giapponesi e, portati in dono da alcuni missionari portoghesi alla moglie del re Carlo II d’Inghilterra, fecero innamorare di loro non solo la Corte ma un intero Paese.

Per questo nel 1870, in Gran Bretagna, si cominciò una prima, approssimativa, selezione e suddivisione degli Spaniel sulla base del peso, distinguendoli in cani maggiori o minori di 25 lb. Il Cocker, definito anche Blanheim se nella varietà bianco rossa come quelli allora allevati nel castello dei conti omonimi, appassionati allevatori, fu, però definitivamente caratterizzato solo nel 1879, grazie al lavoro di un appassionato cinofilo, un certo Buddet, il quale incrociò un maschio nero-focato di nome Frank con una femmina bianco-nera chiamata Hill’s; da essi nacque Obo, un cucciolo tutto nero, universalmente considerato il capostipite della razza.

La strada per il riconoscimento ufficiale del Cocker era avviata, ma fino al 1892 venivano differenziati dagli Springer solamente in base alla taglia più ridotta, appunto sotto le 25 lb, cioè 15 kg. Solamente l’anno successivo, nel 1893, il Kennel Club riconobbe ufficialmente la razza come Cocker Spaniel Inglese, ma lo standard, assolutamente confuso, continuò ad indirizzare la selezione solamente sulla base del peso; in effetti, anche i soggetti più tipici, se non delle dimensioni previste, venivano squalificati.

Finalmente nel 1901 il limite delle 25 lb venne abolito e ciò permise a molti cani meritevoli di migliorare la qualità della selezione. Nel 1902 venne stilato il primo Standard per la razza Cocker Spaniel Inglese che rimarrà inalterato fino ai nostri giorni, eccezion fatta per delle lievi modifiche apportate prima nel 1969 e poi nel 1986, finalizzate al mantenimento delle caratteristiche entro esigenze di lavoro e non prettamente estetiche.

Caratteristiche generali

Il Cocker Spaniel Inglese, il più piccolo tra gli Spaniel britannici da caccia, è un cane che appare assolutamente delizioso nelle sue forme equilibrate, compatte, armoniche. Le lunghe orecchie pendule che incorniciano un muso dallo sguardo lucidissimo, al contempo dolce ma arguto, gli hanno da sempre conquistato le simpatie dei cinofili, cacciatori e non, in tutto il mondo.

cocker spaniel inglese cane da caccia ferma

Ma non dimentichiamo che il Cocker era e rimane un cane da lavoro, come tale selezionato e strutturato, in cui il tronco corto e delineato nel quadrato, lo rende un cacciatore rapido e resistente, veloce nonostante le zampe piuttosto brevi, in continuo movimento su qualunque tipo di terreno. La massa muscolare che delinea la sua struttura è ben definita e gli permette di sviluppare quell’energia che ne caratterizza gli ininterrotti spostamenti durante la battuta.

E’ un animale resistente alla fatica che, dove non arriva con i mezzi fisici di cui dispone, sopperisce con carattere e grinta. Le sue dimensioni sono contenute, con lieve dimorfismo sessuale, e il peso medio si dovrebbe aggirare attorno ai 12-14 kg, peso da cui i soggetti che fanno poco movimento purtroppo spesso si discostano raggiungendo i limiti dell’obesità, dato che la loro vivacità è sovente paragonabile solo alla loro voracità.

La testa, relativamente grande rispetto al resto del corpo, presenta uno stop ben pronunciato e termina con un bel tartufo scuro e largo, in costante fermento durante la caccia. Gli occhi del Cocker, mai prominenti, presentano uno sguardo proverbiale, dalla dolcezza Disneyana, scuri e grandi, incorniciati da lunghe ciglia. Le orecchie pendule, estremamente lunghe e setose, si dipartono basse, all’altezza degli occhi; molto strette all’attaccatura, si allargano, spesse e tondeggianti, alla base.

Gli arti, corti ma robusti, partono anteriormente da un petto ben sviluppato e posteriormente da una groppa piuttosto inclinata. La coda, in perenne, nevrile movimento, è attaccata leggermente più in basso rispetto alla linea dorsale; essa non viene mai portata alta ma orizzontale. Quando amputata, viene solitamente accorciata a circa due quinti della lunghezza totale ed è sempre vibrante in azione di caccia.

Il pelo, secondo standard, dovrebbe avere consistenza setosa, ma non dovrebbe essere né troppo abbondante né troppo lungo, idoneo cioè a proteggere il cane nella ricerca del selvatico tra rovi e spine e nel recupero in acqua, senza intralciarlo o rendere ardua il mantenimento della sua igiene a fine battuta. I colori del mantello possono essere molteplici, spesso frutto di combinazioni variegate di nero, rosso, crema, marrone, oro, bianco.

Nonostante il suo aspetto dolce, la sua bellezza quasi femminea e le sue ridotte dimensioni, il Cocker è un eccezionale, indomito e generoso cane da caccia, in particolare classificato come soggetto da cerca e da riporto. Esso, se pur storicamente cane da beccaccia, insuperabile nello stanare la regina nell’intrico di boschi, è adatto a qualsiasi altra preda da penna, non disdegnando comunque anche lepri e conigli selvatici.

cocker spaniel inglese cane da caccia ferma

La sua azione su terreni d’ogni tipo non è impetuosa e dirompente come quella del cugino Springer, ma meticolosa, costante, ritmica e quasi ragionata. I terreni su cui il Cocker si muove e caccia nelle condizioni migliori sono quelli ricoperti di vegetazione, come i sottoboschi e le macchie, in cui s’intrufola alla ricerca del selvatico. In effetti, date le sue dimensioni ridotte rispetto agli altri Spaniel da caccia, esso accede nel fitto della vegetazione caratteristicamente senza sfondare d’impatto l’ostacolo o saltandolo, ma cercando diligentemente e accuratamente pertugi e accessi naturali, insinuandocisi con atteggiamento quasi felino.

E’ un cane tipicamente galoppatore, in grado però di modulare intelligentemente il proprio passo, in ragione della selvaggina percepita e del terreno affrontato. La sua azione si svolge molto vicino al cacciatore, sempre a portata di fucile e viene svolta in silenzio, freneticamente ma accuratamente, senza spaventare il selvatico col rischio di farlo involare precocemente. E’ una fase affascinante per il cacciatore veder il proprio Cocker sulle tracce del selvatico perché il piccolo predone segnalerà costantemente al proprio capobranco le sue percezioni con il movimento della coda, che diverrà addirittura frenetico in prossimità del selvatico: l’incontrollabile mobilità dello “scovatore” nel momento in cui i “fermatori” si producono, invece, in un’assoluta immobilità.

Ammesso è l’abbaiare del cane solamente nel momento in cui il selvatico si da’ manifestamente alla fuga, in modo da segnalarlo al conduttore. Ma il Cocker non è solo un fantastico cane dalla cerca ammirevole, esso è in grado di individuare rapidamente e con sbalorditiva precisione dove il selvatico ferito o ucciso va a fermarsi e di attuarne diligentemente il recupero, con un impegno tale da permettergli di trasportare anche prede che raggiungono un terzo del suo peso.

Per quanto riguarda il carattere del Cocker forse la definizione migliore gli deriva dai suoi padri visto che in Gran Bretagna viene soprannominato “merry Cocker” ovvero “Cocker gioioso”. E nessun termine calza meglio per questo piccolo, dignitosissimo e festoso cane. Sempre in movimento, la sua attitudine alla cerca lo porta ad esplorare e curiosare con sfrontatezza e tenacia qualsiasi situazione gli si presenti.

Piuttosto socievole con gli altri cani, ama la vita di gruppo, attaccandosi tenacemente ai familiari, pur essendo di solito ben disposto in generale verso le persone che incontra. Talvolta il suo carattere dolce, ma risoluto, può portarlo a dimostrarsi cocciuto nei confronti di chi non sa guidarlo con mano ferma e purtroppo in passato, forse frutto d’accoppiamenti sconsiderati, il carattere genetico di mantello fulvo si è più spesso associato ad aggressività idiopatica. Ad oggi i soggetti allevati sono di indole piacevole, anche se un po’ testardi, ottimi cani da compagnia per l’allegria che sanno infondere in maniera pressoché continua, sempre freneticamente in movimento, al ritmo della loro indomita coda.

Ovviamente è superfluo ricordare che anche il Cocker più pigro e sonnecchiante, se mai ne esistano, sarà pur sempre una stupenda “macchina da caccia” che necessiterà di cure e attenzioni, ma soprattutto di potersi muovere giornalmente, accompagnando il proprietario in lunghe passeggiate.


Standard

Altezza:
– maschi dai 39 ai 41 cm al garrese
– femmine dai 38 ai 39 cm al garrese.
Peso: dai 12,6 kg ai 14,5 kg.
Tronco: forte, compatto. Torace ben sviluppato e profondo. Petto né troppo largo né troppo stretto, coste ben arcuate. Rene corto, largo e forte. Linea superiore solida e dritta, in dolce pendenza verso la coda dalla fine del rene all’attaccatura.
Testa e muso: muso quadrato. Stop marcato posto a metà fra la punta del tartufo e l’occipitale. Cranio ben sviluppato, ben scolpito, non troppo raffinato né troppo grossolano. Arcate zigomatiche non prominenti.
Tartufo: ampio, per permettere molto potere olfattivo. Denti: i superiori debbono avanzare sugli inferiori toccandoli e devono essere ben perpendicolari alle mascelle.
Collo: di lunghezza moderata,muscoloso, che esce pulito da spalle ben inclinate. Niente giogaia.
Orecchie: lobulari, inserite basse a livello dell’occhio, di tessuto sottile e che arrivano in lunghezza fino al tartufo, ben ricoperte di pelo lungo liscio e setoso.
Occhi: pieni, ma non prominenti. Marrone scuro o marrone, mai chiari; ma nei soggetti fegato, fegato-roano o bianco-fegato, nocciola scuro che armonizzi con il colore del mantello. Con espressione dolce e intelligente, ma sempre all’erta vivace e allegro. Rime palpebrali ben aderenti.
Arti: di buona ossatura, dritti, sufficientemente corti tanto da dare l’impressione di potenza concentrata, ma non troppo corti, per non intralciare l’azione del cane. Posteriore largo, ben arrotondato e muscoloso, ben angolato, con garretti bassi per imprimere una forte spinta. Piedi solidi, con cuscinetti plantari spessi, da gatto.
Spalla: obliqua e asciutta. Andatura: azione sciolta, decisa e ampia, con grandi falcate e presa di terreno.
Coda: attaccata leggermente più bassa della linea dorsale. Deve essere sempre allegra in movimento e portata bassa, mai alzata. Viene talvolta amputata.
Pelo: piatto, setoso, mai ruvido o ondulato, non troppo abbondante, mai riccio, buona frangia agli arti anteriori e posteriori, fin sopra i garretti.
Colori ammessi: vari. Negli unicolori il bianco è ammesso solo sul petto.
Difetti più ricorrenti: colori non ammessi, mancanza di premolari, prognatismo, muso lungo, occhio chiari, stop poco marcato, arti non in appiombo, posteriore stretto, tronco lungo, misure fuori standard, monorchidismo, criptorchidismo, andatura scorretta, carattere timido o aggressivo, pelo ruvido, pelo ondulato.

Sara Ceccarelli