DRAHTHAAR

Le Origini

Il Bracco Tedesco a Pelo duro, detto anche Drahthaar o German Wire-Haired Pointer, è un cane piuttosto recente, ottenuto volontariamente da opportuni incroci fra razze già esistenti e ben definite. Il fine della sua creazione fu quello di ottenere un cane da ferma sorprendentemente adattabile ai climi e ai terreni più disparati, con formidabile attitudine a cacciare qualunque selvaggina e dall’olfatto straordinariamente sviluppato, senza essere legato necessariamente all’eleganza delle forme o a standard che mettessero la bellezza dei soggetti come metro principe di valutazione.

In effetti, il cane che, alla fine dell’Ottocento, nacque da quest’impegnativo proposito, riuscì non solo a rispondere alle primarie esigenze venatorie, ma anche alle richieste dei cultori del bello. L´idea di creare questa nuova razza nacque nel 1897 in Germania, per opera del barone Sigismund von Zedlitz und Neukirck, diventato famoso con lo pseudonimo di Hegewald, e da Herr Oberlander. Essi operarono una selezione accurata mediante incroci tra le razze a pelo duro più diffuse nella Germania dell’epoca, utilizzando soggetti di Pudelpointer, di Stichelaar, discendente dai griffoni tedeschi del XVIII secolo, di Airedale Terrier e di Griffone o Korthals, per ottenere un cane simile a quest’ultimo, ma di maggiori dimensioni.

Drahthaar bracco tedesco a pelo duro cane da ferma caccia

La loro opera venne poi incrementata da successivi allevatori tedeschi che apportarono sangue Pointer. Per dare più omogeneità alla selezione, nel 1902 venne istituito il primo Club del Drahthaar, che fissò i principi basilari a cui gli allevatori avrebbero dovuto uniformarsi. La prima bozza di Standard venne scritta quattro anni più tardi e prevedeva un  “..cane da ferma di taglia media, d´aspetto nobile, colore poco evidente con pelo molto duro, che possibilmente ricopra tutto il corpo, espressione intelligente, energico, di temperamento vivace, fedele..”. Il successo ottenuto da questa razza, non solo portentosa a livello venatorio, ma anche dall’indubbio fascino estetico, fu talmente e rapidamente grande che già negli anni venti e trenta cominciò a minacciare il predominio, fino ad allora indiscusso, del Kurzhaar come cane fa ferma tedesco: in effetti, se nel 1912 si contavano ancora solo settecento iscritti al Drahthaar Club, nel 1939 questi erano divenuti ben diciottomila. Nonostante ciò, la razza dovette aspettare il 1955 per essere ufficialmente riconosciuta e per cominciare quindi a mietere successi anche all’estero. Oggi è una delle razze da ferma più diffuse nel suo Paese d’origine e ampiamente distribuita in Italia, Francia, Austria  e Stati Uniti.
Caratteristiche generali

Drahthaar è una parola tedesca composta da draht che significa filo di ferro e haar che significa pelo: nessun termine migliore avrebbero potuto scegliere i suoi creatori per definire un cane il cui solo aspetto trasmette forza, dignità e rispetto. Il mantello che gli conferisce il nome, a lungo ricercato da attente selezioni, è realmente così ispido e folto da risultare efficace nel proteggere la cute dall’azione dell’acqua in cui non esita a tuffarsi per il recupero della selvaggina, dal freddo delle rigide giornate invernali, dalle lesioni che canne e spine possono procurargli. Esso non è particolarmente lungo, raggiungendo i 2-4 cm, ma è reso decisamente valido dalla presenza di un folto sottopelo impermeabile. Caratteristici del mantello sono anche i ricchi e duri baffi, sopracciglia e barba che incorniciano un muso dall’espressione al tempo stesso ferma e dolce.

La sua struttura fisica gli permette forza ed elasticità, affiancate da un’innegabile resistenza alla fatica. E’ un cane da ferma di dimensioni importanti, dolicocefalo e mesomorfo, classificato come Braccoide. Il suo aspetto decisamente gradevole, dovuto anche alla simmetria delle proporzioni,  è sottolineato dal portamento nobile che esso assume, con una coda sempre eretta e lo sguardo fiero.
Il Drahthaar è un notevole cacciatore, determinato, energico, duttile e polivalente. La sua andatura potente, caratterizzata da un galoppo costante e ritmico, difficilmente sfrenato, viene mantenuta per ore e con efficacia su qualsiasi tipo di terreno, attraversando senza remore rovi, canne, cespugli spinosi e paludi.

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Sa adattare la propria velocità di cerca e il proprio campo d’azione a qualunque tipo di caccia, sia essa ristretta al sottobosco od ariosa ed ampia in un prato, ma sempre e costantemente in rapporto col cacciatore. Percepito il selvatico, la guidata che effettua è tanto decisa quanto prudente e terminata con una ferma sicura, mai interrotta spontaneamente, talvolta anche in consenso innato con gli altri cani. La sua poliedricità gli consente di attuare con giudizio un ottimo riporto, veloce e preciso, anche di selvaggina pesante come gli ungulati feriti o dall’acqua, evidenziando grandi capacità natatorie.

E’ in grado di cacciare qualunque tipo di selvatico, dalla beccaccia, in cui sublima il suo istinto venatorio, al fagiano, la lepre, la quaglia, la starna, l’anatra, fino a fungere da cane da traccia per i grandi ungulati, cinghiale compreso. Non a caso in Germania, sua terra d’origine, le prove di lavoro richiestegli sono dure, numerose e soprattutto variegate, spaziando dalla più semplice verifica delle capacità venatorie giovanili, la cosiddetta VJP, alla ben più complessa prova di cerca, riporto e recupero di selvaggina da pelo (lepre) e da penna (fagiano e/o pernice, e anatra) definita HZP o Prova Autunnale, le cui regole si ripetono nella “Hegewald-Zuchtprüfung”, un vero e proprio campionato del mondo per Drahthaar. Esiste poi una terza prova, la VGP, o “Prova di Lavoro Completo”, in cui gli si richiedono anche doti di cane da pista su sangue.

Ma oggi il Drahthaar non è più solamente un meraviglioso cane da caccia; il suo carattere dignitoso, affettuoso con il padrone e, al contempo, riservato e schivo con gli estranei, la sua costante ricerca della considerazione dei familiari, lo hanno reso anche un diffuso cane da compagnia  e, all’occorrenza, da difesa e da utilità, sempre pronto a mostrarsi docile ad ogni insegnamento impartitogli da un polso deciso, ma rispettoso della sua ferrea volontà.
Standard di Razza

Altezza: – maschi tra i 60 ed i 67 cm
– femmine tra i 56 ed i 62 cm.
Tronco:  garrese alto, lungo e muscoloso. Torace largo e ben disceso, ben pronunciato nella parte anteriore; lo sterno deve allungarsi il più possibile all’indietro. Costole ben ricurve. Dorso corto, con linea dorsale dritta, che presenta una leggera inclinazione. Le reni sono muscolose. Le anche sono sufficientemente larghe. La groppa è lunga e larga, dolcemente scoscesa, muscolosa. Il ventre rimonta leggermente verso il posteriore, è rilevato. Il fianco è corto e alto. La lunghezza del tronco può superare l’altezza al garrese di 2 cm al massimo.
Testa e muso: è in rapporto alla taglia del cane e al sesso. Muso lungo, largo e forte. Labbra non pendenti.
Tartufo: ampio e scuro.
Denti: forti, completi nel numero. Chiusura a forbice.
Collo: di lunghezza media, ben tornito, dotato di forte muscolatura, ma asciutto.
Orecchie: di grandezza media, attaccate alte e ben separate, non accartocciate.
Occhi: limpidi, il più possibile scuri, non troppo infossati nelle orbite. Palpebre ben aderenti.
Arti: vigorosi, asciutti. Visti nella loro lunghezza, sono in piombo. L’angolazione degli arti posteriori dà una buona spinta al treno posteriore. La regione metacarpica è leggermente inclinata ed elastica. I piedi sono arrotondati, con dita chiuse. Cuscinetti plantari sufficientemente spessi e compatti. Le braccia sono il più possibile lunghe.
Spalla: ben attaccata e obliqua.
Andatura: disinvolto e sciolto. Abbastanza rapido nei movimenti. Portamento nobile e fiero.
Muscolatura: ben sviluppata in tutto il corpo.
Coda: l’attaccatura è sul prolungamento della linea superiore. Portata il più possibile dritta e orizzontale. Non deve presentarsi troppo grossa. Talvolta, per la caccia, viene adeguatamente accorciata.
Pelle: ben tesa, aderisce al corpo senza formare pieghe.
Pelo: molto duro, coricato e fitto. Pelo di copertura lungo circa 2-4 cm, sottopelo compatto. Deve fornire la migliore protezione possibile contro le intemperie. Sopracciglia marcate e barba folta.
Colori ammessi: marrone con sfumature bianche.
Difetti più ricorrenti: prognatismo, enognatismo, carattere timido e pauroso, pelo troppo morbido, eccessive angolazioni, posteriore debole, misure fuori standard, movimento scorretto, pelle flaccida, deficienza di barba, mancanza di nobiltà nel portamento, testa di luccio, stop troppo marcato, cada portata troppo alta, coda grossa, linfatismo, piedi piatti, femore troppo corto, facile affaticabilità, spinta insufficiente, monorchidismo, criptorchidismo, entropion, ectropion.

Sara Ceccarelli

Manuale pratico di Veterinaria Venatoria