LIGURIA: “TROPPI CINGHIALI, COLPA DEI REGOLAMENTI DI CACCIA”

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Tratto da www.247.libero.it

La Spezia – L’apertura della stagione della caccia è una telenovela in Liguria, fatta di ricorsi, carte bollate, grida di allarme e soprattutto polemiche. Da una parte le associazioni ambientaliste che puntano il dito sulle prescrizioni non recepite dalla Regione in fase di creazione del calendario, dall’altra la preoccupazione della politica (in maniera bipartisan) per i possibili danni all’agricoltura.

Esultano gli ambientalisti dopo aver ottenuto la seconda sospensiva, e puntano il dito contro la Regione dicendo sostanzialmente “ve l’avevamo detto“. “Che c’era da aspettarsi da un calendario venatorio regionale, redatto a mo’ di fotocopia di una delibera già sospesa dal Consiglio di Stato il 15 ottobre? Una nuova sospensione“. E’ parte del comunicato delle sezioni liguri di WWF, Lega Abolizione Caccia e Verdi Ambiente e Società che fanno notare come l’Ispra avesse già nell’aprile scorso “criticato le date di chiusura della caccia a tordi e beccacce troppo dilatate sino a fine gennaio, l’eccessivo disturbo ai selvatici nel mese di agosto provocato dall’allenamento dei cani da caccia prima della apertura della stagione venatoria, i periodi di caccia al colombaccio e agli uccelli acquatici, le deroghe che aggiungono altre due giornate di caccia settimanali (oltre alle canoniche tre settimanali) nei mesi di ottobre e novembre, e i problemi di tossicità nella cottura di carni di ungulati contenenti minuscoli frammenti di piombo di munizioni, da sostituire con quelle ‘monolitiche’ in rame o altri metalli atossici”.

Chi difende l’urgenza di dare via libera alle doppiette, come l’assessore all’ambiente Renata Briano, si dice “molto preoccupata per i danni economici, soprattutto per l’entroterra, conseguenti alla sospensione del nuovo calendario venatorio e ancora di più per i danni all’agricoltura, dovuti soprattutto alla sospensione della caccia al cinghiale”.

“Questa sospensione giunge inaspettata – dice Briano – in quanto il nuovo calendario era molto più restrittivo di quello precedente che lo stesso TAR non aveva sospeso. Quanto sta accadendo è inverosimile: si sta sacrificando un’intera regione, una intera categoria e importanti fette di economia per seguire illogiche prese di posizione fintamente ambientaliste. Una vergogna”.

L’aumento della specie è favorito implicitamente anche dai regolamenti regionali e provinciali, che assegnano in modo esclusivo i territori di caccia a squadre di cacciatori che non hanno interesse a diminuirne in modo drastico la consistenza, per garantirsi le cacce dell’anno successivo – ribattono i verdi – Non a caso in varie province di norma si caccia il cinghiale solo due giorni la settimana, ossia si tratta della specie che ha il minor numero di giornate di caccia in assoluto. Per anni in Liguria la caccia al cinghiale ha avuto inizio a partire dal 1 novembre, anche per ragioni di sicurezza dei cacciatori stessi e degli escursionisti, connessi all’assenza della copertura fogliare degli alberi”.

La Regione ha già annunciato ricorso immediato, mentre la sospensiva scadrà solo il 13 novembre prossimo. Intanto questa sera a Genova si riunirà il Coordinamento delle Associazioni venatorie della Liguria (Federazione Italiana della Caccia, ANUU Migratoristi, Enalcaccia, Liberacaccia e Arcicaccia) che ha già espresso “pieno sostegno al lavoro svolto dalla Regione in conformità delle normative europee, nazionale e regionali di settore”.

I cacciatori auspicano “che in tempi brevissimi, grazie ad un nuovo intervento regionale, la caccia in Liguria possa riprendere. Chiederemo a tutti gli Ambiti territoriali di caccia (ATC) e ai Comprensori alpini (CA) liguri di sospendere le attività inerenti il controllo e la prevenzione dei danni causati dagli ungulati e interesseremo i prefetti delle quattro province liguri della situazione“.