IL FUCILE SI RACCONTA. CARTUCCE NO TOXIC … ED IL FUCILE?

L’avvento di normative stringenti nell’utilizzo del piombo per la munizione spezzata, coinvolge, eccome anche il fucile, e non è solo questione di avere il punzone del giglio, ma ben altre considerazioni sono utili a riguardo.

 

cartucce no toxic acciaio il fucile da caccia

Munizioni no toxic, è questo il tormentone dell’estate 2023 in ambito venatorio. Un Regolamento UE ha imposto agli Stati membri restrizioni superiori al passato, per quanto riguarda l’utilizzo del piombo nelle munizioni da caccia. Quindi tanti più fucili saranno chiamati a sparare leghe alternative al piombo, con tutta una serie di considerazioni che vanno fatte in particolare per chi, come R.F.M. i fucili li produce. E prima di tutto è necessario dire che armi destinate a sparare munizioni no toxic ne esistono da anni, poiché molti mercati esteri già le richiedevano da tempo, ma adesso è divenuta una priorità anche per il cacciatore italiano, che quindi deve sapere qualcosa di più.

Iniziamo dal descrivere le caratteristiche delle nuove leghe attualmente possibili sul mercato dicendo che sono due i concetti di fondo sul quale concentrarci: la durezza ed il peso specifico dei materiali che si andranno ad utilizzare al posto del piombo e le lo diciamo subito, allo stato attuale sono acciaio, rame, tungsteno, bismuto.

Per la durezza prendiamo come riferimento i pallini in acciaio, che forse ci sono più utili a capire il concetto da esprimere ed anche perché allo stato attuale sono anche i più economici e saranno probabilmente quelli più diffusi nelle munizioni dei prossimi anni. Questi sono pallini, la cui durezza si assimila a quella della canna destinata a spararli, creano perciò naturalmente un grosso problema di usura, a cui, in particolare il produttore di munizioni è chiamato a porre rimedio per quanto possibile. Se analizziamo ben bene, l’usura non è altro l’asportazione di materiale dai corpi che si sfregano, quindi i produttori di munizioni si stanno adoperando per realizzare borre in grado di limitarla con il contenimento massimo dei pallini di acciaio entro borre speciali, oltretutto dotate di maggior spessore. Ma detto questo il produttore di fucili è chiamato a fare quel che è possibile, per far si che i pallini non arrechino danni all’arma sotto forma di usura, anche tenendo conto della ridotta comprimibilità degli stessi.

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Essendo il pallino di acciaio incomprimibile alle forze che si liberano all’atto dello sparo nello spazio in cui è costretto, questo inizia il suo percorso in canna, passando dalla camera di scoppio al cono di raccordo. Al fine di contenere le pressioni generate dal materiale incomprimibile è utile che la canna abbia dei coni di raccordo più lunghi di quelli che si studiavano in passato per le armi destinate a sparare munizioni in piombo. Ciò torna utile per non generare eccessive sollecitazioni in questa sezione di canna.

Si ritiene poi che, la combinazione borra contenitore/pallini possa generare ulteriori situazioni di stress in tutto il percorso della canna per cui il logico accorgimento del produttore di fucili è quello di predisporre canne con una foratura maggiore rispetto a quella precedentemente richiesta. Accorgimenti di questo tipo con un allargamento di foratura di 1/1,5 decimi di millimetro appaiono come essere in grado di limitare lo stress della canna. Si giunge poi alla nota “dolente” della volata, sede della strozzatura, che da sempre alimenta dialoghi infiniti tra cacciatori. Qui il concetto è ben chiaro, materiale incomprimibili quali i pallini in acciaio, hanno la necessità di ampio foro di uscita e per questa ragione, le strozzature strette ce le dobbiamo dimenticare, pena seri problemi in volata. Per le armi destinate a sparare munizioni no toxic si stanno velocemente abbandonando tutte le strozzature maggiori dei 5/10 valutando che la condizione ottimale siano i 4/10, che per dirla con un linguaggio più pratico per il cacciatore, trattasi di 3 stelle modificato. Strozzature superiori quindi per pallini incomprimibili, non sono minimamente da prendere in considerazione. A supporto ulteriore della resistenza, in volata si è ritenuto utile aumentare lo spessore della canna, proprio a livello della strozzatura. In questa fase, tutti produttori stanno cercando di valutare a fondo quale sarà l’effetto delle munizioni in acciaio sulle cromature delle canne, che ha lo scopo di ulteriore protezione all’usura, alla corrosione ed all’abrasione e che ben funzionava sui pallini di piombo.

Ci sono poi altre questioni da valutare, tutte generate dal fatto che le pressioni generate allo sparo, sono con gli attuali materiali disponibili, più elevate. In primis, la sofferenza delle saldature a stagno di accoppiamento canne per i due colpi basculanti; sicuramente tali saldature tendono a soffrire di più per le maggiori sollecitazioni. Ma non solo. In fucili sottoposti a tali continuative sollecitazioni per sparo di munizioni in acciaio, potranno essere più frequentemente rilevate problematiche nei legni, che più sollecitati potranno avere con maggior probabilità danneggiamenti. Tutte esperienze queste, che potranno essere rilevate con maggior precisione negli anni a venire, quando molte armi avranno sparato munizioni in acciaio con una certa frequenza.

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Un’ultima annotazione è relativa alla attività del Banco Prova che, seguendo le indicazioni del CIP, è chiamato (ormai da anni) a bancare le armi destinate a sparare munizioni no toxic e quindi ad apporre l’ormai noto giglio. La bancatura è di tipo superiore, realizzata appunto per poter apporre il giglio, a 1370 bar con test di sparo per ogni canna, non più di due, ma di tre colpi.

Abbiamo volutamente in questa nostra dissertazione, trattato esclusivamente argomenti relativi alla balistica interna, ossia al nuovo rapporto munizioni no toxic/fucile (in particolare prendendo a riferimento quelle dotate di pallini di acciaio), tralasciando volutamente tutti i concetti di relativi alla balistica esterna e terminale, poiché di minor interesse per il produttore di armi, ma ovviamente di elevato interesse per il cacciatore che li dovrà ben comprendere. Ed abbiamo inoltre trattato delle criticità imposte dall’utilizzo di munizioni con pallini di elevata durezza. Tali criticità si riducono ovviamente per altri materiali di minor durezza rispetto all’acciaio, tipo rame o bismuto, ma è evidente che essendo il fucile chiamato a poter sparare tutti i tipi di munizioni no toxic, tutti i ragionamenti proposti sono in rifermento all’analisi delle maggior criticità possibili.

 

 

 

Il fucile si racconta- le pillole del Mauri RFM

Website: www.rfmarmi.it – Email: info@rfmarmi.it

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il fucile si racconta - Maurizio Bertolassi RFM

Maurizio Bertolassi – R.F.M. Armi.

La grande esperienza accumulata in decenni di produzione di migliaia di fucili basculanti usciti dalle sue mani, è oggi a Vostra disposizione.

 

 

il fucile si racconta Riccardo Ceccarelli cacciainfieraRiccardo Ceccarelli – Cacciainfiera.it

Scrive da sempre di canna liscia, appassionato di armi e di caricamento amatoriale di cartucce, ha approfondito molte delle tematiche di interazione arma e munizione.