FAGIANO
Classificazione
Classe: Uccelli
Ordine: Galliformi
Famiglia: Fasianidi
Sottofamiglia: Fasianidi
Genere: Phasianus
Specie: colchicus
Sottospecie: Phasianus colchichus
Origini e areale di distribuzione
Il fagiano comune ha origini asiatiche, il suo naturale areale di distribuzione comprende, infatti, l’Asia centro-occidentale e centro-orientale, dal Caucaso fino all’isola di Formosa e il suo nome scientifico, colchicus, deriverebbe proprio dall’originaria regione di provenienza, la Colchide Ponte Eusino, sul fiume Phasis, territorio che si estende dal Mar Caspio fino al Mar Nero. E’ da queste zone che, sin dall’epoca romana, il fagiano è stato introdotto prima in Italia e poi, tra il 500 e l’800 d.C., in Europa. Più recentemente esso è stato esportato anche nel Nord America, in Nuova Zelanda, fino alle Hawaii.
Una volta introdotti in questi nuovi territori, i fagiani difficilmente si sono mantenuti in purezza, ma si sono ripetutamente incrociati e integrati con altri soggetti, provenienti da allevamenti in cattività e già frutto d’incroci e scambi con animali importati da altri Paesi, addirittura da altri continenti. Per questo motivo, nella stessa popolazione presente in Italia non possiamo parlare di soggetti con caratteristiche comuni ben definite perché frutto di riproduttori di ceppi diversi provenienti dagli Stati Uniti, dalla Gran Bretagna, dall’ex Unione Sovietica, dalla Francia e da Formosa.
Solamente nel nostro Paese possiamo annoverare numerosi ibridi delle varie sottospecie di Phasianus colchicus (gruppi colchicus, mongolicus e torquatus) e delle due sottospecie di Phasianus versicolor. Nonostante i ripetuti tentativi d’allevatori e selezionatori, non tutte le molteplici varietà si sono dimostrate interessanti ai fini venatori, tra queste ricordiamo i due ceppi più utilizzati per la caccia: i “Mongolia”, con collare bianco e i “Colchici”, senza collare e forse più adattabili alla situazione ambientale della nostra Penisola.
Nell’ambito di tutte le sottospecie è poi possibile il verificarsi di due mutazioni quasi opposte: l’Isabella, con piumaggio bianco-giallastro ed evidentemente di nessun interesse venatorio, e il Phasianus colchicus varietà tenebrosus, estremamente scuro, utilizzato in ambito venatorio. In realtà, i fagiani ad oggi comunemente utilizzati per il ripopolamento non appartengono ad una determinata sottospecie, ma sono spesso frutto d’incroci con prodotti meticci.
Caratteri distintivi
I fagiani sono volatili caratterizzati da un accentuato dimorfismo sessuale, determinato dagli ormoni femminili che inibiscono il piumaggio multicolore tipico del maschio, per assicurare un maggior mimetismo alla femmina in cova e alla successiva covata; è singolare che, a causa di ciò, femmine sterilizzate si rivestano del variopinto piumaggio del maschio. In effetti, quest’ultimo si presenta con una livrea molto appariscente, generalmente bruna rossiccia, più scura sui fianchi fino a sfumare nel ventre nerastro, la testa è verde scuro brillante con riflessi color bottiglia, attorno agli occhi non vi sono penne ma nuda pelle scarlatta, presenta ciuffi di piccole piume auricolari e collare bianco solamente nelle sottospecie Mongolicus e Torquatus.
In tutte le sottospecie, la coda appare estremamente lunga e vistosa, in media di 20-25 cm ma in rari casi in grado di raggiungere i 50 cm. In realtà, il colore della livrea del maschio risulta piuttosto variabile relativamente al soggetto e agli incroci di cui è frutto. Il piumaggio della femmina è invece decisamente mimetico, più semplice, bruno-grigiastro, con macchiettature fulve e nere lungo tutto il corpo, il ventre appare color crema.
Mentre i maschi raggiungono una lunghezza totale che può andare dai 66 ai 98 cm e un peso da 1,250 kg a 1,750 circa, la femmina appare di dimensioni più contenute, lunga circa 55-60 cm e pesante solitamente meno di un kg. Ambedue i sessi appaiono animali piuttosto slanciati, con un collo breve e corpo ovale. Le ali sono corte e potenti, il becco è abbastanza sottile e arcuato, i piedi, nerastri, sono nel maschio muniti di sperone.
Habitat
L’habitat privilegiato del fagiano sono le boscaglie, soprattutto ad alto fusto. Ama anche nascondersi tra canneti, cespugli, colture, vegetazione folta. Tendenzialmente è un animale che vive in zone di pianura o collinari, ma può spingersi talvolta fino ai 1500 metri, pur evitando climi eccessivamente freddi. Ovviamente risulta indispensabile la presenza nelle vicinanze di una fonte d’acqua, possibilmente qualche campo coltivato, frutteti o vigneti. La pioggia tende a spingerlo più internamente nella boscaglia mentre, nella bella stagione, durante le ore mattutine, ama pascolare in terreni aperti, soprattutto nei campi di cereali. Tipicamente sono le prime ore del pomeriggio a vederlo rifugiare di nuovo nel fitto sottobosco dove, nei mesi estivi, può anche rimanere fino a sera quando, al calar del sole, s’imbrocca su un albero per trascorrervi la notte al riparo dall’attacco dei predatori.
Biologia
Il fagiano è una specie sedentaria, difficilmente si allontana dall’area prediletta tanto che l’imbroccamento per la notte avviene comunemente sempre sullo stesso albero; raramente presenta movimenti erratici di una certa entità ma mai dei veri e propri spostamenti, considerata soprattutto l’insufficienza dei suoi mezzi locomotori. Infatti, pur essendo degli ottimi e accaniti pedinatori, molto rapidi nella corsa, i fagiani hanno però un volo piuttosto pesante, anche se veloce e rettilineo. Il frullo, che gli permette di sollevarsi da terra, richiede robusti colpi d’ala, è generalmente a colonna, accompagnato talvolta da un grido sonoro e rauco ed è seguito da un volo veloce in cui vengono alternati sbattiti d’ala dal tipico fruscio a periodi di volo planato, con ali allargate e coda orizzontale. I voli compiuti non sono mai lunghi e di solito vengono effettuati solo in casi d’estrema necessità. Il movimento a terra viene di solito attuato in modo molto circospetto, con il collo retratto e la lunga coda sollevata da terra, se necessario aiutandosi anche con le ali.
Il senso dell’udito e della vista sono, nel fagiano, particolarmente sviluppati, ma non sono supportati da delle facoltà mentali altrettanto notevoli, tanto da farlo passare per uno dei Gallinacei meno intelligenti. Quest’ultima caratteristica lo rende, in effetti, facile preda non solo delle astuzie dei bracconieri ma anche degli attacchi dei suoi nemici naturali: volpe, faina, puzzola, astore, poiana e cornacchie, temibili soprattutto al momento della costruzione del nido, della cova e dell’allevamento dei pulcini.
Sono volatili che convivono abbastanza tranquillamente tutto l’anno, in maniera piuttosto schiva, generalmente nascosti tra l’erba fitta, spostandosi rapidamente da un nascondiglio all’altro. Evitano solitamente di sostare in zone troppo scoperte e passano gran parte della giornata a pascolare in gruppo, intervallando la ricerca del cibo con il riposo nelle ore pomeridiane. L’imbroccatura su un albero, al calar della sera, avviene accompagnata da un sonoro sbattere d’ali e dal tipico verso acuto e stridulo. Generalmente i piccoli gruppi di maschi vivono quasi tutto l’anno separati da quelli delle femmine che dimostrano una maggiore socialità, unendosi in branchi di anche 30 individui.
Solo la stagione degli amori vede degli atteggiamenti ingenui da parte di questi volatili che, accesi dalle competizioni, si scontrano apertamente in terreni rischiosi. Normalmente il periodo caratterizzato da combattimenti tra maschi comincia dalla seconda metà di marzo, per prolungarsi 5-6 settimane. I fagiani maschi sono poligami e ognuno si circonda di un numero di femmine variabile, in relazione al numero di soggetti e alle risorse alimentari di un determinato territorio; generalmente si tratta di piccoli harem di 5-6 femmine.
I rituali di corteggiamento e il successivo accoppiamento avvengono nelle prime ore del mattino e, se da una parte sono le femmine a cercare attivamente il maschio, dall’altra sono poi i maschi ad assumere atteggiamenti caratteristici quali il muoversi in circolo attorno alla femmina, drizzare le piume del ciuffo e del collo, sollevare le ali, la groppa e la coda; il tutto viene accompagnato da un verso estremamente stridulo e potente. La scelta sessuale della femmina non è condizionata dalla livrea del maschio, ma dalla dimensione dei suoi speroni che, se molto evidenti, indicano un maschio forte, vecchio e più robusto di altri. Questa ipotesi è supportata dalla constatazione che le nidiate prodotte da questi maschi sono più numerose di quelle di altri.
Mentre il maschio, terminato l’accoppiamento, è già pronto per altre baruffe e conquiste, la femmina, nella prima metà d’Aprile, comincia la costruzione del nido. Il nido viene preparato a terra, mediante il razzolamento della femmina che, dopo aver creato una piccola buca, la riveste grossolanamente e vi depone, a giorni alterni, fino a 15-16 uova. Le uova sono verde oliva, più piccole di quelle della gallina; normalmente vengono covate per circa una venticinquina di giorni. I pulcini, che nascono più o meno a metà Giugno, sono subito molto vivaci e reattivi e, già alla seconda settimana di vita, sono in grado di svolazzare e appollaiarsi. Lo sviluppo viene raggiunto precocemente, attorno ai tre mesi di vita, ma generalmente rimangono con la madre fino all’autunno, età in cui i sessi sono già ben distinti. Non tutte le deposizioni giungono a buon fine e alcune covate vengono distrutte, soprattutto dalle piogge o dall’abbandono della madre se fortemente spaventata. Quando questo si verifica, la fagiana depone altre uova a fine maggio.
Alimentazione
La dieta del fagiano è piuttosto varia ed esso può essere considerato a ragione un uccello onnivoro; la sua alimentazione comprende vegetali quali sementi (avena, grano, mais, segale, sorgo…), bacche, ghiande, legumi, uva e frutta in generale, insetti (cavallette, larve, mosche, uova di formica, scarabei), rane, lucertole e piccole serpi.
Sara Ceccarelli